Sant’ Onofrio
EREMITA
Secondo la leggenda era figlio di un re, a lungo desiderato, ma che, appena nato, fu indicato da un demonio come figlio di una relazione adulterina della regina: sottoposto alla “prova del fuoco”, ne sarebbe uscito indenne.[1] Si isolò dedicandosi alla vita eremitica ancor molto giovane. Il monaco egiziano Pafnuzio, desideroso di conoscere la vita degli anacoreti del deserto, lo incontrò e trascorse con lui gli ultimi giorni di vita di Onofrio a cui dette sepoltura in una grotta.
Pafnuzio riportò la sua esperienza nel libro La Vita che ebbe larga diffusione in Oriente dando l’avvio al culto di sant’Onofrio che si estese per tutta l’Asia minore.
È, assieme a Santa Rosalia e Benedetto il Moro, uno dei patroni della città di Palermo, nella quale è ritenuto, assieme a Sant’Antonio da Padova e San Graziano di Tours, protettore di chi cerca oggetti smarriti, nonché delle donne che cercano marito e degli studenti che hanno problemi di studio. Una delle preghiere tipiche, a Palermo, per ottenere l’intercessione del Santo, recita:
Testo siciliano | Traduzione italiana |
Santu Nofriu pilusu-pilusu Tuttu amabili e amurusu Pi li vostri santi pila Fascitimi sta grazia Diccà a stasira. |
Sant’Onofrio peloso-peloso tutto amabile e amorevole per i vostri santi peli fatemi questa grazia entro stasera. |
Santu Nofriu pilusu-pilusu Lu me cori è tuttu cunfusu Pi li vostri santi pila Fascitimi stà grazia Diccà a stasira. |
Sant’Onofrio peloso-peloso il mio cuore è tutto confuso per i vostri santi peli fatemi questa grazia entro stasera. |
Santu Nofriu pilusu-pilusu
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Sant’Onofrio peloso-peloso ho fatto un’offerta ai poveri per i vostri santi pelifatemi trovare ciò che ho perso entro stasera.
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