Commento al Vangelo della X domenica del tempo ordinario

Commento di
Wilma Chasseur

“NON PIANGERE”

Oggi assistiamo al più straordinario potere che aveva Gesù: quello di far retrocedere la morte.

Nei vangeli l’ha fatto almeno tre volte: con Lazzaro nel vangelo di Giovanni, con la figlia di Giairo e con il figlio della vedova di Nain, nei sinottici.

Nain era una cittadina situata a circa nove km da Nazareth, in prossimità del monte Tabor. Località amena che in aramaico significa “deliziosa”. Gesù qui ridona la vita a un ragazzo che l’aveva persa.

 

  • Due cortei

Guardiamo un po’ da vicino la scena. Gesù arriva da Cafarnao e con lui ci sono i discepoli e una grande folla che lo segue: quindi un corteo che avanza verso Nain. Ad un certo punto incontrano un altro corteo con a capo un morto, che avanza verso il cimitero. Quindi due cortei che si incontrano: uno guidato da un morto, l’altro guidato da Colui che è  via verità e vita. Il morto è il figlio unico di una madre vedova che piangeva sconsolatamente. Aveva già perso il marito e con lui l’unica fonte di sostentamento; e ora le viene a mancare pure il figlio, unica garanzia di sopravvivenza per il futuro. La donna distrutta dal dolore, forse non si era neppure accorta della presenza di Gesù, ma lui si accorge del suo grande dolore e, preso da compassione, le dice di non piangere più. Ma questo suo dire non è come il nostro: quante volte per rincuorare qualcuno diciamo anche noi “non piangere più”, ma la situazione concreta rimane tale e quale. Ma quando lo dice Gesù, tutto cambia! Lui toglie la causa di quelle lacrime: senza che nessuno glielo chieda si avvicina alla bara, la tocca e dice pochissime parole: “Giovinetto, io ti dico: alzati”. Stupore, incredulità e anche indignazione da parte dei farisei perché così facendo Gesù infrange la legge sulla purità legale che vietava di toccare un morto per non contaminarsi. Toccando la bara, per i farisei, Gesù si rende impuro; ma loro non sanno che Colui che è la purità assoluta, lungi dal contaminarsi, non può che rendere puro tutto ciò che tocca. Rovesciamento totale della situazione:  la morte, davanti al Signore della vita, fugge terrorizzata abbandonando la presa. E il fanciullo si mette a sedere. E a parlare come per dire -guardatemi, sono proprio io – lo stesso che un istante fa giaceva muto e immobile nella stretta della morte, ma ora Qualcuno mi ha ridato la vita”.

 

  • Cambio di destinazione

Capovolgimento totale: colui che era adagiato in potere della morte, ora si mette a sedere padrone della vita. E il corteo che aveva come unica destinazione il cimitero, fa dietrofront e i portatori ai quali Gesù aveva ordinato di fermarsi, di colpo si trovano disoccupati perché il ragazzo non ha più bisogno di loro per almeno due motivi: primo perché  non va più al cimitero; secondo perché ora può camminare con le sue gambe. Tutti furono presi da grande stupore davanti a questo avvenimento straordinario e lodavano Dio a gran voce. Possiamo immaginare la reazione della povera vedova che ora, non potrà più frenare le lacrime, ma, questa volta, lacrime di gioia e di riconoscenza verso questo gran Signore della vita.

Quale era la molla che faceva fare questi strepitosi miracoli, a Gesù? Era la compassione. Preso da compassione per la donna, nella quale avrà visto anche tutta l’umanità sofferente, Gesù fece uscire dalla bara il ragazzo morto per ridarlo vivo a sua madre.

Cosa vi ha colpito di più in questo grande miracolo? A me ha colpito la grande bontà di Gesù, che, senza nemmeno aspettare che glielo chiedessero, preso da compassione per la povera vedova, ridiede la vita al suo figlioletto. E, se anche tu che leggi, hai qualche motivo per piangere, ascolta bene nel tuo cuore la voce di Gesù che dice anche a te: “Non piangere, ci sono io con te”.

 

WILMA CHASSEUR          

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

Sei stanco di soffrire?

 

La fatica e la sofferenza hanno scavato solchi profondi nella terra del tuo cuore e non sai come rimarginarli?

Accendi la tua lampada con l’olio della fiducia in Dio che farà luce ai tuoi passi stanchi.

“Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

Sono stanco di soffrire Signore, dammi vita secondo la tua parola.”    SALMO 119

 

 

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