JOBEL di Febbraio 2016 n° 2

l suono della Speranza
Foglio di informazione della Parrocchia di Gesù nostra Speranza

 

Carissimi, febbraio: Quaresima o Carnevale? Cosa sentiamo di più? C’è il bisogno di fare festa, di trovarsi con gli amici, di divertirsi… ma c’è anche il bisogno di rientrare in noi stessi, di chiederci per che cosa viviamo, dove stiamo andando… Se non diamo risposte a queste domande anche la festa lascia l’amaro in bocca. Qualche sociologo dice che le domande di fondo non tirano più, che sono solo i problemi contingenti ad attrarre l’attenzione… Cosa fai questa sera?   Che film hai visto? Che cosa ti comperi per Pasqua? Ma non penso proprio che questo sia vero.

La liturgia quaresimale riporta più volte le parole con cui Gesù ha iniziato la sua vita pubblica: “Convertitevi e credete al Vangelo” . Cosa significa convertirsi? Significa aprirsi alla buona notizia del Vangelo, cioè che Dio è amore Misericordioso, innamorato dell’uomo ! Tutto qui? E’ esperienza di chi ha preso sul serio questa notizia, che la vita cambia, cambia il nostro modo di comportarci di pensare alla vita e al nostro destino. Il tempo della Quaresima è un tempo per ritrovare se stessi in Dio che ci vuole bene, per aprire il cuore al suo amore. Papa Francesco ci esorta: “la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente, come un momento forte per celebrare e sperimentare la Misericordia di Dio” e questo attraverso l’ascolto della parola di Dio, la celebrazione del sacramento della confessione e una pratica più intensa delle opere di misericordia. Davvero allora prepariamoci a vivere bene questo tempo!

don Alberto

 

Suor Gianna!

La nostra Casa di accoglienza da qualche mese ha una presenza ormai diventata molto rara, quasi eccezionale, e non solo per questo, molto preziosa: la presenza in due giorni della settimana di una suora. Si, proprio così, le suore ritornano a Cossato in modo silenzioso, discreto….

Questo dono ce lo fa il Cottolengo permettendo a suor Gianna di stare nella nostra casa .

E’ capace di fare molte cose, ma sembra che voglia imparare da tutte e collabora a tutti i lavori e le iniziative. La temperatura del “vivere insieme positivo” è aumentata, con la sua semplicità il sorriso, le parole, gli scherzi… Davvero possiamo dire come ci ha insegnato il santo cottolengo “Deo Gratias”. E ora sentiamo le prime impressioni di suor Gianna:

Parlare di esperienza a soli poco più di due mesi di presenza a “Casa Speranza”, direi che è un po’ azzardato. Tuttavia mi sono chiesta: cosa significa per me questo nuovo impegno di missione, affidatomi dai miei superiori? La mia riflessione si esprime in alcuni pensieri:

Si legge nella vita del Cottolengo, quando percorreva le strade della Torino inizio 1800, se incontrava un povero, se lo caricava sulle spalle e lo portava nella sua Piccola Casa della Divina Provvidenza; lo affidava alle cure delle suore e dei suoi collaboratori.

I miei superiori rispondono alla richiesta di aiuto in questa realtà di accoglienza “Casa Speranza” non fa che rispondere al bisogno emergente di chi “immigrato” (oggi pellegrino) vive la povertà nel distacco dalla famiglia, dalla sua Patria, sperimenta ogni giorno la fatica e i disagi della ricerca del lavoro e del cambiamento continuo.

Personalmente sento di dovermi avvicinare, con profonda umiltà a queste persone, per farmi perdonare di poterle servire con la presenza, la vicinanza, l’ascolto e la comprensione; come soleva dire il Cottolengo mio Padre Fondatore.

Confido nell’aiuto del Signore per poter essere in questa “Casa Speranza” in mezzo a queste persone e a tutti i collaboratori, strumento dell’amore del Padre Provvidente.”

Suor Gianna

 

Calze della Befana

Anche quest’anno, il Gruppo Missionario in stretta collaborazione con il Gruppo famiglie, ha confezionato e venduto le “Calze della Befana”. Il confezionamento è sempre un bel momento di unione fra amici, che con organizzazione, tra una chiacchera e una merenda, riproducono una perfetta catena di montaggio per fare in modo che le calze risultino tutte uguali.

Dalla vendita, nelle chiese di Castellengo e della Speranza, si sono ricavati € 610, una grossa cifra. La somma rientrerà nelle voci del Progetto Restituzione che ormai da molti anni permette di essere vicini anche materialmente al CUAMM- Medici con l’Africa e all’O.M.G -Operazione Mato Grosso, per la loro attività nei paesi del Terzo Mondo.

Un grande ringraziamento quindi a tutti coloro che nel tempo sostengono questo progetto, piccola goccia in mezzo al mare, ma importante esempio di ripristino dell’equità economica del mondo.

Corrado

 

Il nuovo confessionale e la confessione. Alcuni pensieri

Sono circa due mesi che è iniziato l’anno Santo. L’anno Santo della Misericordia.

Un anno straordinario, ricco di grazie, di occasioni per vedere dentro noi stessi, per partecipare alla preghiera universale della chiesa, per avvicinarci alla Misericordia di Dio. Un anno particolare. Dietro l’indicazione del Vescovo, abbiamo pensato di riportare l’ex cappellina dell’adorazione alle sue origini di costruzione, dotando l’interno di un arredamento proprio di un confessionale.

Il confessionale è un arredo o luogo esistente nelle chiese cattoliche nel quale viene amministrato il sacramento della penitenza detta anche confessione da cui il nome.

Tradizionalmente prete e penitente sono collocati in compartimenti separati e comunicano fra di loro a mezzo di una grata per consentire l’anonimato. Dopo il Concilio ecumenico Vaticano II, il Sacramento della penitenza è stato rivisto. E’ stata consentita la confessione faccia a faccia fra il sacerdote ed il penitente. Ci sono condizioni personali diverse che non dipendono nemmeno dall’età. Si, i giovani sono più disponibili ad un incontro faccia a faccia, però c’è anche qualcuno che preferisce il confessionale e la grata, perché una certa riservatezza, un certo schermo, aiuta su questioni delicate.

Con il nuovo confessionale è stata data l’opportunità di scelta di entrambi i modi per confessarsi. Ognuno sceglie nella sua piena libertà il modo con cui vuole riconciliarsi con Dio, e approfittare di poter godere della sua grande Misericordia. Questa è stata la richiesta del nostro Vescovo.

La Misericordia sgorga solo da un cuore che sa amare. Mi vengono in mente le parole di Papa Francesco durante una sua udienza generale del 16 dicembre 2015: “Dio ci comprende anche nei nostri limiti, ci comprende anche nelle nostre contradizioni. Non solo, Egli con il suo amore ci dice che proprio quando riconosciamo i nostri peccati ci è ancora più vicino e ci sprona a guardare avanti. Dice di più: che quando riconosciamo i nostri peccati e chiediamo perdono, c’è festa nel Cielo. Gesù fa festa: questa è la Sua misericordia”.

Il Signore ci invita a una profonda conversione e noi dobbiamo raccogliere questo invito per chiedere il perdono attraverso la Sua infinita Misericordia. Non indugiamo nell’intraprendere questo cammino che conduce ad un futuro colmo di speranza, raccogliendo nell’intimo l’invito del Signore: “Non peccare più”. Dio è il buon Padre che può donarci la capacità d’amare attraverso il Suo perdono, un perdono che non va confuso con la tolleranza e la permissività. Questo perdono si può ottenere offrendogli la nostra povertà, il vuoto del nostro cuore, la contrizione per le miserie e riscoprire attraverso la nostra http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpità, quanto sia necessario il suo intervento misericordioso. Dopodichè, come figlio pentito, potremo corrergli incontro gridando: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.

Tramite il sacramento della Confessione possiamo liberarci dai peccati, ritrovare il vigore, innalzarci e riacquistare la dignità di Figli. La Santità di Dio è simile a uno specchio che più sì avvicina, più evidenzia ogni pur piccolo difetto. Il perdono è dunque l’Amore che dona se stesso e ripristina quel rapporto di scambio amoroso che solo il cuore può afferrare e comprendere. E fa nascere la gioia di sapersi amati e accettati.

Consiglio di leggere l’ultimo libro/intervista di papa Francesco uscito in questi giorni: “Il nome di Dio è Misericordia”. Si legge in un fiato e tocca veramente il cuore.

Concludo raccomandando di usare il confessionale, confessarsi è il modo più semplice e facile per chiedere a Dio la sua Misericordia e la sua Amicizia. E come siamo soliti salutare noi del Cursillos di Cristianità vi dico : ULTREYA sempre avanti.

Rodolfo       

 

A pranzo in Casa Speranza

A tavola in un giorno qualunque a Casa Speranza con le donne ospiti. Tutto inizia con una semplicissima preghiera di ringraziamento all’inizio del pranzo, un pranzo semplice cucinato dalle nostre donne con poche cose, ma sufficiente per tutte. A tavola si parla, si sorride, si condividono episodi di vita, fino a scoprire che nonostante siamo di diverse nazionalità e di diverse religioni, siamo tutti fratelli e sorelle e ci rivolgiamo ad un Dio che sembra essere proprio lo stesso per tutti e consapevoli di questo, più di una volta ci può capitare di alzarci da tavola con gli occhi e con il cuore pieno di commozione.

Silvia P.

 

Storie di abbondanza e storie di povertà … storie d’ingiustizia.

Marco abita nel Biellese, a giugno è stato promosso in quinta superiore, i genitori gli hanno regalato il cellulare Nokia Lumia 930 (costo circa € 500), così aveva il cellulare nuovo per andare in “Vacanza studio” a Malta e poi in vacanza premio a Saint Raphael (Costa azzurra), insieme ad altri 4 amici, in una casetta di proprietà della famiglia. A Natale lui desiderava tanto un nuovo cellulare, l’I-Phone 6S plus, Babbo Natale lo ha accontentato (costo circa € 900). Quello vecchio … “Tienilo pure – gli dicono i genitori – se vuoi vendilo e così ti fai qualche soldo”.

Lucia e Luisa sono due donne giunte nel Biellese alla fine degli anni 50 poco più che ventenni, dal meridione. Hanno lavorato qualche anno come persone di servizio in diverse famiglie, poi Luisa entra in fabbrica ma dopo una decina d’anni, in seguito ad una crisi aziendale, viene licenziata. Riprende ad andare a fare i lavori nelle famiglie, cosa che Lucia non aveva mai smesso di fare. Nessuna delle due si è sposata. Pochi anni di marchette, per tutte e due (molto lavoro fatto non in regola). A 55 anni viene data loro la pensione minima. Vivono insieme in una casa d’affitto, se la cavano grazie anche a qualche lavoretto che continuano a fare. L’età avanza, Lucia si ammala e muore dopo pochi mesi. Per Luisa solo una pensione minima non basta per pagare l’affitto, il riscaldamento, la luce, vestirsi, mangiare e comprare qualche medicina che il Servizio Sanitario Nazionale non passa. Dopo tre anni dalla morte della sorella i risparmi sono finiti e Lucia ora d’inverno deve decidere se scaldarsi o mangiare regolarmente. Ogni tanto deve chiedere al padrone di casa se può dilazionarle il pagamento di un mese di affitto, ora in attesa della tredicesima a dicembre, ora di prendere la quattordicesima a luglio.

Quella di Marco e di Luisa sono due realtà diverse, opposte ma sono storie del nostro territorio (i nomi sono di fantasia).

Una recente indagine di “Italia Oggi” colloca il Biellese come la terza provincia d’Italia per tenore di vita. Le indagini di Findomestic la pongono come la provincia del Piemonte con maggiore disponibilità di reddito e più alto livello di consumi. Eppure nel Biellese si stima che circa 3.500 famiglie siano in condizione di povertà assoluta, quindi debbano scegliere ogni mese se mangiare regolarmente e non pagare l’affitto, correndo il rischio di essere sfrattati, o pagare l’affitto e saltare qualche pasto; se comprare un paio di scarpe nuove alla figlia che ne ha bisogno e lasciare l’auto in garage andando a lavorare a piedi a 5 -6 Km da casa, o andare a lavorare in macchina e accompagnare la figlia ad uno sportello della “Caritas” per cercare un paio di scarpe, perché in alcune famiglie non ci sono i soldi per le scarpe e per la benzina.

Queste situazioni di crescente disuguaglianza sociale non possono essere accettate con indifferenza, da nessuno e tanto meno dai cristiani.

Aiutare la “Mensa di condivisione”, il “Banco alimentare”, dare un contributo a “Emergenza freddo”, consentendo a chi non ha casa di avere un luogo caldo dove andare a dormire d’inverno, è giusto e necessario, ma non basta.

Occorre ripensare a come stiamo organizzando la nostra società, perché la povertà non è un fatto naturale non modificabile, ma è il prodotto delle scelte economiche e sociali che vengono fatte.

Come più volte ci ha richiamato Papa Francesco, vincere l’apatia e l’indifferenza impegnandosi per cambiare queste scelte, è un dovere per ogni credente e per ogni uomo che abbia il senso della giustizia.

Paolo G.

 

Dal gruppo catechisti ed animatori…

Nell’incontro dei catechisti del 14 gennaio si sono dette queste cose:

-Si è valutato molto positivamente la Veglia di Natale con la drammatizzazione fatta dai ragazzi. E’ stata molto partecipata e ha entusiasmato i ragazzi.

-Si è poi parlato della partecipazione all’Eucarestia domenicale, i ragazzi sono davvero pochi! La cosa dipende dalle famiglie, ma anche dal modo di coinvolgere i ragazzi nella celebrazione. Occorre trovare modalità più attive e creative. Si vuole organizzare un gruppo apposta allo scopo di far partecipare i ragazzi attivamente all’Eucarestia.

-Nelle vacanze di Natale si è svolto il campo itinerante ed i ragazzi che hanno partecipato sono stati molto contenti.

-Nel gruppo di 4° elementare si parlerà del Battesimo, alcuni ragazzi devono essere battezzati e sarà tutta la classe che li accompagna a questo importante avvenimento per poi fare insieme la Prima Comunione.

-Per la Quaresima, si animeranno le messe come è ormai tradizione, don Marco propone di porre l’attenzione sul Triduo e sulla notte di Pasqua. Si pensa di organizzare un ritiro per le medie alla Speranza. Silvia propone il venerdì santo una Via Crucis curata dai ragazzi della 3° media.

Anno Giubilare: si vuole partecipare con la Diocesi al Giubileo dei ragazzi adolescenti a Roma con l’incontro con il Papa.

-Alcune classi pensano di portare in pellegrinaggio la porta santa di Oropa.

Riflettere durante il catechismo sulle opere di Misericordia e proporre gesti concreti di carità.

Rossana

 

Carnevale in oratorio

Campo di lavoro in oratorio! Così proporremo di trascorrere le vacanze di carnevale ai ragazzi dai 12 anni in su. Si farà la tradizionale raccolta viveri primaverile a Cossato e in qualche paese confinante. Quest’anno si è pensato di non impegnare i giorni del triduo pasquale, come avveniva ormai da qualche anno, per lasciare ai ragazzi la possibilità di partecipare alle funzioni di quei giorni con calma.   Oltre alla raccolta viveri, si farà qualche lavoretto per reperire dei fondi da destinare ai più bisognosi.                                                                                                                                         L’iniziativa di solidarietà vuole essere un modo per educare i ragazzi all’impegno in prima persona per costruire un mondo migliore e per far sperimentare loro che le fatiche fatte con gli altri e per gli altri, fanno nascere amicizie sincere, gratificano e rendono contenti. Il campo si svolgerà nei giorni 6, 7, 8 febbraio in oratorio. Stiamo invitando anche gli amici di altri oratori… speriamo di essere numerosi! Contiamo sulla generosità di tutti perché la raccolta sia fruttuosa…!

Silvia R.

 

Cerchiamo volontari per la cura della Sacrestia e della Chiesa, chi fosse disponibile a questo

servizio lo comunichi a don Alberto

 

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