Insegnamento Cellule n° 2 Febbario 2016

Oggi si è compiuta questa scrittura (Lc. 4,14-21)

Carissimi/e,

Buona sera e buona preghiera!

Vi propongo di rileggere i brani della Liturgia di domenica scorsa 24/01; Siamo all’inizio dell’anno e mi pare che quei passi biblici possano avere un particolare significato per il nostro cammino di cellule. In modo particolare prendiamo il Vangelo di Luca 4,14-21 e leggiamolo attentamente.

 

Colgo tre spunti:

Gli fu dato il rotolo del Profeta Isaia….” (v. 17) Gesù stesso per spiegare la sua missione usa la Sacra Scrittura. Si inserisce nel solco dei Profeti, li incarna in se, li realizza e i Profeti illuminano la sua vocazione e spiegano le sue scelte. Questo è particolarmente indicativo: la Sacra Scrittura è la Parola che Dio ci rivolge, rivolge a noi oggi, anche se con le parole di ieri.

Nella prima lettura di domenica tratta dal libro di Neemia (8,2-10) il popolo di Israele si trova in una situazione difficile, è ritornato dall’esilio e deve reimpostare tutta la sua organizzazione sociale. Sente allora il bisogno di rileggere la Parola di Dio, la legge.

Ne scaturiscono tre atteggiamenti, le lacrime, segno della conversione e segno del perdono di Dio. La legge fa scoprire il significato del duro periodo dell’esilio ed incoraggia a vivere la ricostruzione come un nuovo tempo di fedeltà al Signore.

C’è poi l’invito ad aprire le labbra al sorriso e alla gioia, a fare festa perché il Signore non ci ha abbandonato, ma anzi è Lui che guida la storia, è un invito quindi ad una gioiosa speranza ed infine la raccomandazione a mandare porzione di cibo a coloro che http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa hanno preparato, cioè ai poveri. Conversione all’amore di Dio, speranza per il presente ed il futuro, amore che non si chiude ma diventa solidarietà, ecco tre conseguenze della lettura della Parola di Dio.

Il nostro metodo che ha come centro l’ascolto della Parola di Dio, vuole farci vivere in quella prospettiva. La Parola di Dio, letta e meditata sia personalmente che comunitariamente ci aiuta a vivere da figli di Dio e ci dona delle indicazioni importanti sia per la nostra vita personale che per la nostra Comunità.

Non si può fare un vero cammino cristiano se non ci lasciamo guidare dalla Parola di Dio, se invece ci orientiamo solo sui nostri sentimenti e da quello che pensiamo essere giusto, corriamo il rischio di non crescere o addirittura di prendere delle strade sbagliate.

La Parola di Dio e soprattutto il Vangelo deve diventare pratica quotidiana.

 

Il secondo spunto lo prendo dalla seconda lettura: Prima Corinti (12, 12-30)

Noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo… (v. 13). Paolo si trova di fronte ad una comunità molto vivace quella di Corinto, ma anche un po’ caotica e litigiosa. Ognuno voleva dominare sugli altri per cui esaltava al massimo quello che faceva ed anche le proprie doti. Ma questo non succedeva solo a Corinto, succede un po’ in tutte le Comunità e quindi anche nella nostra. E’ normale proprio perché segnati dal peccato, la pulsione a dominare sugli altri. San Paolo allora ricorre all’immagine del corpo, dicendo che tutte le membra hanno una funzione in relazione alle altre e solo quando tutte agiscono armoniosamente la persona può vivere bene.

Guai se un membro del nostro corpo non volesse più farvi parte, diventeremmo tutti menomati. Così è importante che ciascuno di noi realizzi nella Comunità quel compito che il Signore gli ha dato, usando al meglio le proprie capacità, ma questo in modo coordinato, offrendo con umiltà il proprio servizio e sapendo cogliere dagli altri il loro dono al fine di creare una comunità che possa annunziare il Vangelo. Alla luce di queste indicazioni abbiamo sempre bisogno di rileggere il nostro gruppo, la nostra comunità parrocchiale, la Chiesa. Umiltà, amore verso gli altri, stima reciproca, volontà di servizio, sono le doti che Paolo suggerisce e sono importanti dovunque si vuole fare Chiesa di Gesù.

 

Terzo spunto:

Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio ….”(v. 18) Gesù usa le parole di Isaia per spiegare il significato della sua missione e in fondo la esprime attraverso una parola chiave che è “liberazione”. Gesù rivolge la “lieta notizia” agli oppressi, agli sfortunati, a tutti quelli che, in altre parole ne hanno bisogno, più sfortunati degli altri. Si potrebbe riformulare la lieta notizia in questi termini: Dio ama ogni uomo , senza differenze, ogni uomo è prezioso, non ci sono di fronte a Dio emarginati, anzi gli ultimi sono per Lui i primi. Questa notizia capovolge i comuni parametri di valutazione che creano le emarginazioni che continuamente costruiamo ed infonde dignità e speranza agli esclusi.

L’attenzione particolare verso i poveri perché possano essere aiutati a vivere uscendo dal bisogno fa parte del messaggio centrale del Vangelo. L’impegno per un mondo giusto per liberare l’uomo da ogni schiavitù fa parte del centro della missione di Gesù e quindi anche della Chiesa.

La buona notizia è che Dio è per l’uomo, che è al centro del Suo cuore. Ireneo diceva che “la gloria di Dio è l’uomo vivente”. Ciò che davvero Dio desidera è che l’uomo, tutti gli uomini vivano la propria umanità nella pienezza ed il Regno di Dio futuro sarà vivere quella pienezza in una relazione di amore con Dio. Il centro della realizzazione dell’uomo è la sua capacità di amare e l’azione di Gesù è quella di liberarci da tutto ciò che ci impedisce di amare.

Chiediamoci se il nostro modo di vivere la fede è in sintonia con queste parole di Gesù. Se sentiamo l’essere cristiani più come impegno a liberarci e liberare da ogni schiavitù o più come consolazione e richiesta da Dio che tutte le cose vadano bene per noi.

Ci avviciniamo alla Quaresima ed il Papa raccomanda che quest’anno sia vissuta con particolare intensità. Il ritiro di Quaresima a cui vi prego di partecipare, sarà una ricerca comunitaria come vivere la Misericordia di Dio e cosa significa oggi essere misericordiosi come il Padre è Misericordioso.

 

Alcune domande:

  • Come viviamo la centralità della Parola di Dio e del Vangelo?
  • Quali sono gli atteggiamenti che aiutano a creare unione e unità e quali invece quelli che creano divisione?
  • Come interpreto nella mia vita il messaggio di liberazione di Gesù?

 

Don Alberto

Cossato, 26 Gennaio 2016

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