Insegnamento Cellule n°15 Novembre 2018

 ”Rallegrati piena di grazia “ (Luca 1,28)    

 

Carissimi/e,

domenica inizia l’Avvento, e questa sera ci prepariamo insieme a viverlo.  Che senso ha questo tempo? Una famosa frase dice: “Il presente non basta a nessuno ”.                                                                                                         Questo tempo allora ci aiuta ad andare oltre e a fissare lo sguardo su un orizzonte più grande del nostro quotidiano, questo tempo vuol ridestare nel nostro cuore le grandi attese, le grandi speranze, le promesse di Dio.                                                                                                               “Accogliere ”: questo tempo ci deve preparare ad accogliere, accogliere Dio che si è fatto piccolo e fragile come un bambino che viene in mezzo noi per essere “Dio con noi ”. Il nostro futuro incomincia proprio da questo bambino che, se lo accogliamo, porta con se una grande promessa. Questa sera mediteremo sulla figura di Maria che è l’icona più alta dell’Avvento: contemplandola scopriremo come accogliere Dio nella nostra vita, cosa significa apertura del cuore.             Leggeremo il brano dell’Annunciazione, lo abbiamo letto davvero tante volte e meditato anche nel santo Rosario e nello stesso tempo è sempre nuovo, perché “sperare ed accogliere” sono due dimensioni fondamentali della fede che crescono e si approfondiscono con lo scorrere della vita. Ci  faremo aiutare da Bruno Maggioni, nel testo “Venne fra la sua gente” Ed. Ancòra pagg. 71-75.

Prendiamo il Vangelo di Luca,  capitolo 1, 26-38

                                             “L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio…”   (v. 26)

Dopo un’annotazione che riguarda il tempo ed il luogo, Luca presenta brevemente i personaggi: Gabriele, l’inviato da Dio, è un nome che significa “Dio si è mostrato forte”, Maria è un nome comune di significato incerto, http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wp’altro si dice. Siamo a Nazareth, un villaggio piccolo e mai citato nella Bibbia. Maria, una fanciulla di condizione sociale comune nel villaggio. “Rallegrati piena di grazia”: Maggioni dice che questa è una traduzione troppo debole, il verbo greco significa “gioisci”, Maria è chiamata ad una missione, ma prima è invitata alla gioia. “Piena di grazia ”,  dal greco sarebbe meglio tradurre “amata gratuitamente”. Il verbo greco è al tempo perfetto, che indica la continuità e la permanenza. Si potrebbe allora tradurre: “amata gratuitamente da Dio e per sempre”. Questo è il nome che l’Angelo dà a Maria, donna che Dio ha scelto per coinvolgerla nel suo piano di salvezza per tutta l’umanità. Questo però è anche il nome di ciascuno di noi, scelti da Dio, per essere coinvolti in una storia di salvezza che ci porta alla felicità.

                                                          “Il Signore è con te…” (v. 26)

Essere per noi ” è anche il nome che Dio ha rivelato a Mosè sul monte Oreb, quando è apparso nel roveto ardente. Gli esegeti concordano che la traduzione di  “Io sono colui che sono” (Esodo 3,14), se si vuole rispettare il senso ebraico della frase, è questo: “Io sono colui che sono per voi”, cioè il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio di Israele. “Amato”  gratuitamente è il nome dell’uomo davanti a Dio, “il Dio con noi e per noi”  è il nome di Dio davanti all’uomo. Notiamo che il nuovo nome dato a Maria “amata gratuitamente e per sempre da Dio” rivela anche contemporaneamente il vero nome di Dio: “essere con te”. Il Dio con noi e per noi cioè  “l’Emmanuele” è il vero nome di Dio.

Questo nuovo nome di Maria dice la gratuità e la fedeltà dell’amore di Dio che è la radice corretta per la comprensione di Lui stesso.

                             ”A queste parole essa fu molto turbata…” (v. 29)

Ma come risponde Maria al saluto dell’Angelo e al compito che gli viene affidato? Certo con pieno assenso, ma l’assenso è preceduto dalla perplessità e dal turbamento e poi da una domanda esplicita: “Come è possibile? Non conosco uomo”.  Può sembrare curioso ma è bellissimo: la prima parola di Maria rivolta a Dio è una domanda. La fermezza e la totalità dell’assenso non escludono, bensì esigono un cammino di discernimento, in cui la persona interroga Dio e se stessa; così ad esempio è stato nella vocazione di Mosè e di Geremia. Anche il “” di Maria fu preceduto dal turbamento e da una domanda di spiegazione, questo ci rivela Maria nella sua dimensione pienamente umana. L’adesione alla volontà di Dio è sempre adesione cosciente e libera e Dio ci tratta con grande rispetto. Quasi sempre ciò che Lui ci chiede sconvolge i nostri piani, accoglierlo implica sempre una conversione, una fatica, un uscire da noi stessi, un atto di fede pieno e libero. Una maternità per Maria prima del matrimonio, poteva significare una condanna sociale e anche la morte.

                                    ”Non conosco uomo  …” (v. 1,34)

E l’Angelo di rimando: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la forza dell’Altissimo ti adombrerà ”. La tradizione cristiana scorge in quel non conosco uomo, la volontà di Maria di rimanere vergine, intenzione che molti ritengono inconcepibile per quei  tempi… in ogni caso si aggiunge che il proposito di verginità è contraddetto da aver accettato il matrimonio con Giuseppe. Ma la questione non sta in questi termini: al tempo di Gesù il celibato come consacrazione a Dio non era sconosciuto, ad esempio nella comunità degli Esseni (una comunità religiosa molto radicale che viveva ai margini della vita d’Israele, nel deserto), e una donna che avesse voluto rimanere vergine non avrebbe potuto vivere isolata: questo rende spiegabile il matrimonio con Giuseppe. Sta di fatto che la proposta di Dio a Maria sconvolge i suoi progetti di vita, sia quella di una vita appartata consacrata a Dio, sia quella di una madre di famiglia. Luca mostra che il rapporto tra Gesù e la madre non si riduce ad una semplice parentela. “Vergine” e “Madre”, la maternità di Maria si inserisce in una scelta di fede, di consacrazione, di discepolato. Non è una madre che si è fatta discepola ma una discepola chiamata ad essere madre.

                             ” Ecco io sono la serva del Signore …” (v. 39)

Nella risposta all’Angelo, Maria chiama se stessa “serva del Signore”. Mettersi al servizio di Dio è la vera risposta dell’uomo, è il nome che l’uomo deve darsi di fronte a Dio. “Grazia e servizio”, in questi due termini è racchiusa tutta la comprensione cristiana, non solo di Maria ma dell’uomo. Il dono ricevuto continua a farsi dono. Serva è un termine che dice l’obbedienza ed anche il discepolato. Madre e serva: come non si può staccare la maternità di Maria dalla sua verginità, così non la si può staccare dal suo essere serva. Maria si definisce serva: sta qui tutta la fede, accettare la grandezza che ci viene da Dio gratuitamente e farne un motivo di obbedienza e di servizio. Grazia e servizio definiscono per intero il progetto cristiano di vita: tutto ciò che hai,  tutto ciò che sei lo devi considerare un dono e lo devi mettere al servizio. Il passo evangelico ci mostra due fedeltà che stanno tra loro, come il dono e la risposta: la fedeltà di Dio che mantiene la promessa fatta a Davide e la fedeltà di Maria che accoglie la parola di Dio con disponibilità totale e definitiva.

Preghiera

Maria, madre tenera e forte, Vergine del mattino, donaci la gioia di intuire, fra le tante foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio. Non farci tremare la voce quando, a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati che invecchiano il mondo, osiamo annunziare che verranno tempi migliori. Non permettere che sulle nostre labbra il lamento prevalga mai sullo stupore, che lo sconforto sovrasti l’operosità, che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo, che la pesantezza del passato ci impedisca di far credito sul futuro.      Tonino Bello

Alcune domande:

  • Le mie attese, le mie speranze per il futuro, in che modo sono in riferimento con le promesse di Dio?
  • Amata gratuitamente da Dio: sento questo come parte essenziale del mio essere, del mio nome?
  • Le mie domande e la mia ricerca sono come quelle di Maria, orientate ad un vero assenso oppure sono per tirarmi indietro e giustificare la mia non disponibilità?
  • Come e in che modo possiamo vivere insieme l’ Avvento?

 

Buona preghiera                                                                                                                                         don Alberto

 

Cossato, 27 novembre  2018