Insegnamento cellule n° 7

  Il comandamento nuovo  (Gv. 13,31-33a.34-35)

Carissimi/e,

questa sera vi invito a riflettere e a commentare il Vangelo di domenica prossima, (5° di Pasqua anno C)  molto breve ma veramente pregnante. Esso  è  una luce importante per scorgere quanto  la nostra comunità cristiana, le nostre cellule e  noi, viviamo il Vangelo. Riportiamo qui il testo perché è molto breve.

 

Dal Vangelo secondo  Giovanni (13,31-33°.34-35)

Quando Giuda fu uscito (dal cenacolo), Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.”

 

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo ….” (v. 31)

Questa annotazione è importante, Gesù ci dona il comandamento nuovo non in  una situazione di gioia o di entusiasmo,  ma alla vigilia della sua passione e quando sapeva che i suoi discepoli lo avrebbero tradito. Il contesto rivela davvero lo spessore  delle sue parole.

                                          “Dio è stato glorificato ….” (v.31)

Proprio nel momento in cui veniva arrestato, processato, torturato e crocifisso… nel momento in cui veniva tradito dai suoi amici, Dio è glorificato e anche lui. Parrebbe un assurdo ed invece no. La gloria di Dio  non è la lode degli uomini ne il successo nelle imprese ma è la rivelazione profonda del suo essere che è amore;  proprio di fronte all’ odio e al tradimento degli uomini,  la fedeltà e l’amore di Dio appaiono nella loro grandezza.  

                                       “Che vi amiate  gli uni gli altri  ….” (v.34)

Questo è il centro del cristianesimo, è lo stile di vita degli autentici cristiani, è ciò che rivela se noi viviamo da figli di Dio. Volere ricercare il bene dell’altro sempre e dovunque è ciò che fa Dio nei nostri confronti. Vivere quest’amore è essere figli di Dio.  Tutto il resto può essere importante ed anche necessario ma non è il centro del cristianesimo. Amare non a parole ma nei fatti (ci dirà San Giovanni nelle sue lettere) è ciò che dobbiamo fare. Prima di essere  un comandamento è un dono,   Dio  entra così  nella nostra vita e la trasforma.

Questo comandamento parrebbe impossibile ed è impossibile senza l’aiuto di Dio. Questo non vuol dire che debba sempre essere ispirato dalla fede, quando l’amore è disinteressato non è mai lontano da Gesù. La condizione dell’amore non è che sia in  nome di Dio ma che sia  autentico. Lui ha dichiarato che tutto ciò che veniva fatto in questo mondo anche al più piccolo lo riteneva fatto a se.

 

                                         “Come io ho amato voi  ….” (v.34)

Come ha amato gli uomini, Gesù? La scrittura elenca almeno tre caratteristiche:  Ci ha amato per primo (1 Gv. 4,10);  ci ha amato mentre “eravamo nemici”; ci ha amato fino “alla fine”(Gv. 13,1);

Ci ha amato. A proposito dell’amare per primi, Gesù ha detto “se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete”?… Dobbiamo sapere iniziare per primi;  soprattutto in certe situazioni, aspettare che qualcuno inizi significa non iniziare mai. Questo vale  anche nella famiglia, a volte certe rotture che poi diventano insanabili iniziano proprio da alcune piccole sgarberie che ricambiate e ricambiate diventano allontanamenti definitivi. Umiliante non è iniziare per primi  ma è lasciarsi prevenire dall’altro.

-Gesù ci ha amato poi mentre eravamo nemici, amare i nemici questo è il punto dove soprattutto il comandamento di Gesù si rivela nuovo. Parrebbe impossibile, ma Gesù con il suo esempio e con la sua grazia ha creato la possibilità di amare anche i nemici e chi ci ha fatto del male… No ci riesci?… Non stupirti, quello che devi fare è chiedere a Gesù di darti il suo amore e di aiutarti a viverlo.

Amare fino alla fine, significa quanto all’intensità fino alla prova suprema di dare la vita; quanto la durata di amare fino all’ultimo respiro.

Molti sono capaci di slanci generosi ma quando si tratta di perseverare nell’amore le cose cambiano!  Questo tipo di amore che ha il coraggio di ricominciare ogni giorno da capo con il sorriso sulle labbra, anche tra difficoltà, brilla nelle persone che lavorano per vocazione al servizio dei poveri e tra i genitori che hanno avuto per anni un figlio disabile o malato.  Amare fino alla fine, senza aspettarsi http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa: verrebbe la tentazione di dire che tutto questo è fuori dalla realtà e che è perfino ingiusto verso se stessi. Cercare il bene degli altri: è possibile? E’ giusto? Quando pensiamo così dimentichiamo, in realtà, tra i due -colui che ama e colui che è amato- chi ci guadagna di più è proprio colui che ama. L’amore arricchisce,  apre  orizzonti nuovi, impensati a chi lo dona e  quello che più conta ci fa somigliare a Dio.

Tuttavia anche se l’amore è “senza etichetta” non è senza conseguenze il fatto di rifarsi a Cristo e poter contare sul suo esempio e sulla sua grazia. Non è facile per noi amare il prossimo, amarlo a lungo, amarlo disinteressatamente, senza un motivo superiore. Madre Teresa diceva che senza il contatto quotidiano con Gesù nell’Eucarestia, non avrebbe avuto la forza di fare ogni giorno quello che faceva. Una volta un giornalista straniero, dopo aver osservato come curava le piaghe di certi malati e si chinava sui moribondi, esclamò inorridito: “io non lo farei per tutto l’oro del mondo!” Alche lei rispose “neppure io!” (si intende per tutto l’oro del mondo, no, ma per Gesù, si). (Padre Raniero Cantalamessa).

                                    Vi do un comandamento nuovo … (v. 34)

Il comandamento dell’amore fraterno è da Gesù definito nuovo, non si tratta di una novità cronologica ma di una novità qualitativa. Nuovo perché dischiude un mondo nuovo e rinnovato , segno dei cieli nuovi e della terra nuova che Dio ci promette. Nuovo perché è il frutto della venuta di Gesù e del suo Vangelo. Nuovo perché l’amore è la novità della vita di Dio che irrompe nel nostro vecchio mondo, anticipo alla vita futura a cui noi aspiriamo.

 

 

Alcune domande:

  • Quali sono gli aspetti della nostra comunità, del nostro gruppo delle cellule che rivelano la presenza dell’amore di Dio (facciamo degli esempi) e quali quelli che denunciano la sua assenza?
  • Quali sono le difficoltà che io incontro nella vita e nella mia situazione a vivere il comandamento nuovo?
  • Come insieme possiamo aiutarci a migliorare e a camminare sulla  strada dell’amore?

 

Don Alberto

 

Cossato,   19 Aprile   2016

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