Inegnamento Cellule n° 9

La Pentecoste (Gv. 15,26-27; 16,12-15)

 Carissimi/e,

anche questa sera prenderemo lo spunto dalla liturgia domenicale, precisamente dalla Pentecoste che conclude quel lungo cammino che dalla Quaresima ci ha portato a celebrare la passione, morte, resurrezione del Signore e si conclude con l’invio dello Spirito Santo e con il mandato rivolto alla Chiesa di annunciare l’amore di Dio che si è manifestato nella persona di Gesù a tutto il mondo. Lo Spirito Santo è quella presenza continua di Gesù e del Padre nel cuore dei credenti che ci fa crescere fino a giungere alla pienezza del Regno di Dio. Lo Spirito Santo è il maestro interiore che guida ciascuno di noi rivelandoci in profondità le parole di Gesù, e ci permette la compagnia della sua persona.

Prendiamo allora il testo e leggiamolo attentamente.

Dice padre Raniero: A tutti è capitato di osservare qualche volta questa scena. L’auto è in panne, dentro l’autista che guida e dietro una o due persone che spingono faticosamente cercando di imprimere all’auto la velocità necessaria per partire, ma niente. Ci si ferma, si asciuga il sudore, ci si rimette a spingere…..poi improvvisamente, un rumore, il motore si mette in moto, l’auto va, e quelli che spingevano si rialzano con uno spirito di sollievo. E’ un immagine di ciò che avviene nella vita cristiana. Si va avanti a forza di spinte, con fatica, senza grandi progressi. E pensare che abbiamo a disposizione un motore potentissimo. -la potenza dall’Alto- che aspetta solo di essere messa in moto. La festa di Pentecoste ci potrebbe aiutare a scoprire questo motore e come si fa a metterlo in azione. (R. Cantalamesa – Gettate le reti – Anno A)

Lo Spirito è chiamato a compiere tre miracoli.

                           “Darà testimonianza di me………” (v. 26)   Il primo è di attualizzare l’evento storico di Gesù, accaduto in un tempo ed in un luogo, rendendolo disponibile per ogni tempo ed ogni luogo. Lo Spirito è il protagonista che mantiene aperta la storia di Gesù, rendendola perennemente attuale e salvifica. Senza lo Spirito la storia di Gesù –compresa la sua resurrezione – sarebbe rimasta una storia chiusa nel passato, non un evento perennemente contemporaneo. Lo Spirito è la continuità tra il tempo di Gesù ed il tempo della Chiesa. Certamente ci sono anche altri fattori di continuità: le scritture, il ricordo delle parole di Gesù, gli Apostoli. Tuttavia il vero fattore della continuità è lo Spirito.

                   “Anche voi darete testimonianza…….” (v. 27) Il secondo miracolo – sul quale il brano evangelico insiste – è di trasformare il discepolo in testimone: “anche voi mi testimonierete, perché siete con me dall’inizio”. Nel grande processo tra Cristo ed il mondo che si svolge entro tutta la storia, lo Spirito depone in favore di Gesù. Non si tratta di una testimonianza direttamente rivolta al mondo, ma rivolta al mondo attraverso il discepolo. Lo Spirito testimonia nel cuore del discepolo. Davanti alle ostilità che incontreranno i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo e allo scoraggiamento: lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, li renderà sicuri nella loro disobbedienza al mondo. I discepoli avranno bisogno di certezza: lo Spirito gliela offrirà.

                     “Vi guiderà a tutta la verità …………..” (V.13) Il terzo miracolo è di suscitare un incontro personale, intimo, pieno, con il Signore e la sua verità: “Lo Spirito Santo…….vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà quanto vi ho detto……Egli vi guiderà alla pienezza della verità”. L’insegnamento dello Spirito è anzitutto memoria: Lo Spirito ripete le parole di Gesù. Non aggiunge ad esso altre sue personali verità. E tuttavia il suo insegnamento non è ripetitivo, non è semplice memoria. Non aggiunge http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa alla rivelazione di Gesù, però la interiorizza e la rende presente in tutta la sua pienezza. E come abbiamo già visto la attualizza. Il Vangelo dice “vi guiderà verso e dentro la pienezza della verità”. Dunque una conoscenza interiore, viva ed attuale e progressiva. Non un progressivo accumulo di conoscenze, ma piuttosto un progressivo viaggio verso il centro: dall’esterno all’interno, dalla periferia al centro, da una conoscenza per sentito dire a una conoscenza personale, attuale e trasformante. (Bruno Maggioni – Al pozzo della parola Anno B ed. Ancora”).

Per comprendere lo Spirito Santo occorre aprire il cuore, essere docili ai suoi impulsi, occorre pregare. Preghiamo allora con le parole di un antico inno allo Spirto:

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa è nell’uomo,
http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

             Alcune domande:

 

  • Abbiamo l’abitudine di invocare lo Spirto Santo nelle nostre preghiere?
  • Qual è la nostra esperienza personale della presenza dello Spirito Santo?

Buona preghiera!

Don Alberto

Cossato, 12 maggio 2015

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