Commento al Vangelo della V° Domenica del tempo ordinario

ESSERE O DIVENTARE?
commento a cura di Wilma Chasseur

 

Credete che il Vangelo di oggi ci chieda di diventare sale della terra e luce del mondo? Ebbene no! Vi sbagliate , come mi sono sempre sbagliata io. State bene attenti: cosa dice Gesù ai discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore ecc. ecc.” Ecco la grande differenza: non dice “voi dovete diventare”, ma “voi siete”. Quindi non dobbiamo diventarlo, ma esserlo.

 

  • Siamo sale o zucchero?

Dio ci ha fatti già salati, siamo noi che possiamo dissalarci o perdere il sapore. E notate bene: ci ha fatti salati, non zuccherati. E’ molto più importante il sale dello zucchero. Io credo che a livello biologico, un organismo possa vivere anche senza zucchero, ma non senza sale. Nei tempi antichi, quando non esistevano i congelatori e i freezer, il sale serviva anche a conservare i cibi, preservandoli dalla corruzione. All’epoca romana, il sale era addirittura la paga dei soldati e dei magistrati: deriva da qui la parola “salario”. Infatti il sale allora era talmente raro da essere un bene prezioso . Ed è anche un elemento, chimicamente parlando, abbastanza misterioso. Avevo letto una volta che i componenti del sale, presi singolarmente, sono entrambi veleno, ma combinati insieme formano quel  composto benefico che è il sale, indispensabile alla vita dell’uomo.

Ma dobbiamo anche essere luce. E per esserlo dobbiamo essere illuminati. Si sente spesso dire a livello individuale: “La mia coscienza non mi rimprovera niente, per me non osservare questo o quel comandamento non è un male”. Oppure, a livello collettivo, si emanano leggi contro la vita, contro la famiglia, e si giustificano dicendo che chi le fa, trova che siano un bene per la società.

 

  • Come fare per essere luce?

Ma la coscienza va illuminata! L’uomo deve saper riconoscere il bene oggettivo dal male oggettivo. Oggettivamente parlando il pesce marcio puzza, se poi a qualcuno piace questo odore, ciò non toglie che è sempre puzzolente. Dobbiamo ritrovare, sia a livello individuale che collettivo, la sanità di giudizio che definisce male ciò che è male e bene ciò che è bene. Chi poi ha il potere e il dovere di legiferare, deve a maggior ragione, avere la coscienza illuminata, se no è come un cieco che guida altri ciechi e tutti cadono nel pozzo. Occorre dunque diffondere la verità, usando tutti i mezzi che sono a nostra disposizione. Il Papa ce ne dà l’esempio usando i mezzi di comunicazione -compreso Internet – come cassa di risonanza della verità. In un mondo dove i mass media diventano spesso casse di risonanza per diffondere l’errore, noi dobbiamo controbilanciare la situazione, usando questi stessi mezzi per diffondere la verità, altrimenti si cade in una forma di oscurantismo a rovescio: si tiene all’oscuro il bene e si lascia diffondere il male.
           E’ più perfetto illuminare o risplendere?

“Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio …”. C’è un tempo per rimanere nascosti e un tempo per risplendere, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Abbiamo visto domenica scorsa, che Gesù per primo, scoccata l’ora stabilita dal Padre, è uscito dal silenzio e ha proclamato la verità. Il silenzio è necessario per percepire questa parola di verità che deve procedere dal Suo Spirito, e non dal nostro, ma una volta percepita, dev’essere annunciata. Se vogliamo essere autentici cristiani, dobbiamo diventare come dei canali che trasmettano l’acqua viva; ma la funzione del canale è appunto quella di lasciar scorrere l’acqua, non di bloccarla. Dobbiamo dare agli altri il meglio di noi stessi, ma il meglio non siamo noi, è Lui, cioè quest’acqua viva che ci abita e che vuole comunicarsi e diffondersi, gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Già san Tommaso diceva che è più perfetto dare agli altri i frutti della propria contemplazione che contemplare soltanto, come è più perfetto illuminare che risplendere soltanto.

VITAMINA SPIRITUALE

Vuoi un nuovo look?

La neve ha ricoperto tutto: qualcuno ha dato il bianco dappertutto.

Una bella mano di bianco pure a te il Signore dia affinché più candido della neve tu sia.

WILMA CHASSEUR