Commento al Vangelo della IV° Domenica di Quaresima

BEATI I MISERICORDIOSI

Commento a cura di Wilma Chasseur

 

Il prodigo di questo brano, si rivela essere il padre più che il figlio: infatti la parabola del figliol prodigo, potrebbe benissimo essere chiamata: parabola del padre prodigo! Prodigo di misericordia verso quel figlio veramente disgraziato.

 

  • Che faccia tosta!

Disgraziato nel senso che prima ha avuto la faccia tosta di chiedere al padre, la parte che gli spettava. E il padre non era tenuto a dargliela, perché in genere l’eredità passa ai figli, dopo che il padre è morto. “Era quasi come augurargli la morte affinché lui potesse godersi l’eredità” come scrive H. Nouwen. E il padre, prodigo al massimo, gliela concede, nonostante non fosse tenuto a farlo. Anche perché, trattandosi del figlio più giovane, probabilmente era ancora minorenne e non aveva né l’età, né la capacità di amministrarla quella eredità, come poi infatti si vedrà.

Il figlio, ricevuta dunque l’eredità, parte in un paese lontano e si dà alla bella vita. Poi, dopo aver dilapidato tutte le sue sostanze, venne la carestia in quel paese. In tempo di carestia, si sa, se la passa male anche chi sta bene, figuriamoci chi è al verde completo! Gli amici se la squagliano e il povero figliolo, pur di sopravvivere, va a pascolare i porci sperando di potersi saziare delle loro carrube. Ed ecco che allora gli ritorna in mente la casa del padre.

 

  • Anche le carrube possono convertire …

Fra gli ebrei c’era un detto “Quando gli israeliti, hanno bisogno di mangiare carrube, è la volta che si convertono!” E così riprende la strada verso casa. Altro che retta intenzione! Se avesse avuto da mangiare e da bere, non si sa se sarebbe ritornato.

Ma il padre, ricco di misericordia, lo accolse a braccia e cuore aperto.

Ciò che colpisce in questo brano, è proprio la misericordia senza limiti del padre. Non si può proprio dire che il figlio tornasse per amore del padre o per il pentimento del suo peccato, e neanche

per la nostalgia di casa. “Io qui muoio di fame mentre i salariati di mio padre, hanno pane in abbondanza” … E il padre chiude non solo un occhio, ma tutti e due e spalanca ancor più le braccia.

Gesù qui e in altri passi del Vangelo, si dimostra un impareggiabile pedagogo: sa sfruttare con estrema maestria le nostre intenzioni storte! Zaccheo era salito sul sicomoro per curiosità e Gesù lo salva quel giorno stesso. Alla samaritana, che va al pozzo per prendere acqua, Gesù suscita la sete dell’acqua viva che la disseterà per l’eternità. Egli è estremamente realista; non pretende da noi il puro amore e la retta intenzione fin da subito: quello è un punto d’arrivo, non di partenza, e ci vuoletutta una vita per conseguirlo! E forse non basta neanche. San Francesco di Sales diceva che l’amor proprio (quindi amore interessato) muore un quarto d’ora dopo di noi…

Ma Gesù sa di che pasta siamo fatti. Era amico dei peccatori e dei pubblicani (“vi precederanno nel Regno dei Cieli”) e si è scagliato contro i farisei, i puri, gli osservanti dei 613 precetti della Torah (altro che i nostri dieci comandamenti), ma erano ipocriti

 

  • Buona volontà e … guard-rail

Gesù in questo Vangelo, ci dice che al Padre basta vedere in noi un po’ di buona volontà e un inizio

di pentimento, per accoglierci a cuore e braccia aperte! Le intenzioni non rette Gli servono a meraviglia come guard-rail per impedirci di andare fuori strada.

Impariamo anche noi da questa parabola, soprattutto in quest’anno giubilare, ad essere misericordiosi e a non pretendere dagli altri, più di quanto Dio pretenda! “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”.

WILMA CHASSEUR

 

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

Sei come terra riarsa e non sai che strada prendere? Allora protendi le mani verso il Signore

 

“A te protendo le mie mani, sono davanti a te come terra riarsa.

Rispondimi presto Signore, viene meno il mio spirito.

Fammi conoscere la strada da percorrere perché a te si innalza l’anima mia.”
                                                                                                                                                                            SALMO 142

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