Commento al Vangelo della IV° domenica di Pasqua

IMMAGINE ANTICA E SEMPRE NUOVA
a cura di Wilma Chasseur

Domenica del Buon Pastore. Continuiamo a riflettere su Gesù risorto e sul fatto che anche dopo morto, si fa sempre vivo. Oggi la liturgia ci presenta un’immagine antica e sempre nuova, quella del buon pastore che conosce le sue pecore (ha “l’odore delle pecore”) e dà loro la vita eterna. Ma prima dà la sua stessa vita per le  pecore. La dà per poi riprenderla di nuovo. Solo Lui ha questo potere: riprendere la sua vita o meglio riprendere a vivere dopo che era già morto.  Incredibile!

 

  • Un caso sovrumano… 

Lui non è uscito da questa terra come ne usciremo tutti noi! Come usciremo noi da questa vita? Morti! Per passare  da questa all’altra vita, bisogna per forza uscirne morti. Gesù invece ne è uscito vivo dopo che era già morto, defunto e sepolto. Di che far saltare tutte le nostre categorie umane. Infatti  Gesù è un “caso” sovrumano: impossibile farlo rientrare nei nostri schemi. Meglio: Gesù è un “caso” divino: è per questo che ha potuto salire  al cielo vivo e  non morto. Bel rompicapo per un ufficiale dell’anagrafe ! Quell’Uomo morto il 7 aprile , il 9 aprile è di nuovo vivo! Infatti, come ci conferma la ricerca storica, Gesù sarebbe morto il 7 aprile dell’anno 30, ma l’ultima data di Gesù sulla terra, non è per niente quella, ce n’è un’altra: c’è il 9 aprile che butta tutto per aria, non solo la pietra del sepolcro, ma anche tutte le nostre concezioni umane.

 

  • … che manda in tilt tutto il sistema

Invece, per ognuno di noi, l’ultima, suprema data, sarà quella della morte. Entrati nel … monolocale del sepolcro, da lì non ne usciremo più: quella sarà, non la prima o la seconda casa, ma l’ultima e definitiva abitazione in cui prenderemo residenza . E nessuno potrà più farci sloggiare da lì. Quindi il “caso” Gesù sarebbe anche un bel  rompicapo non solo per l’anagrafe, ma pure per i vari istituti di previdenza sociale, assicurazioni sulla vita ecc. Se volessimo fare la trasposizione ai giorni nostri, un uomo morto il 7 aprile, non ha più diritto alla pensione; se poi il 9 è di nuovo vivo, che si fa?… Paragone contestualizzato ai tempi moderni,  che mi sembra  efficace per farci afferrare l’enorme mistero di Gesù di Nazareth. Capitasse oggi una cosa simile, manderebbe in tilt tutto il sistema. Su che registro registrare UNO che, morto e sepolto il 7 aprile, il 9 aprile è di nuovo vivo?

 

  • Caro Gesù…

Eccovi una bella  preghiera a Gesù buon pastore che non ragiona per niente come gli altri pastori.

Caro Gesù, sei un pastore strano: strano perché tu offri la vita per le pecore. Dov’è mai scritto tutto questo? Un pastore vale infinitamente di più di tutti i greggi del mondo e tu dici che il buon pastore offre la vita per loro. E’ fuori di ogni buon senso e di ogni calcolo delle probabilità. Se veramente il pastore dà la vita, le pecore che rimangono senza pastore si smarriscono e diventano preda dei lupi.

Allora non è meglio essere prudenti e lasciar sbranare qualche pecora salvando sé stesso? E’ questione di buon senso. Senza voler giudicare, ci pare o Gesù che, non la tua radicalità, ma il sentire comune sia diventato il criterio e il pensiero della vita di molti. Si sente infatti spesso dire “puoi continuare a fare il bene, senza diventare prete” dice il padre al figlio che si sente chiamato a donare tutto sé stesso all’avventura del Vangelo. “Chi me lo fa fare ad andare contro corrente e anche mettermi contro, predicando il Vangelo. Un po’ di buon senso. L’ignoranza è l’ottavo sacramento. Neppure Gesù ha salvato tutti quelli che ha incontrato. Chi me lo fa fare?… Buon senso ci vuole!” Gesù buon pastore, liberaci da questo “buon senso” umano e donaci pastori che prendano te come modello. Concedici pastori di comunità ecclesiali che con te offrano la vita per il loro gregge. Allora le vocazioni non mancheranno perché tutti vedranno che la vita vale se la si dona; che la vocazione è un dono d’amore ricevuto e ricambiato. Amen!”

(Don Giuseppe Sacino).

WILMA CHASSEUR

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

Vuoi che la tua gioia sia piena?

 

O luce somma ed inaccessibile, o verità beata

quanto sei lungi da me che ti sono tanto vicino.

quanto sei remota al mio sguardo

mentre io sono così presente al tuo.

O Dio verace fa che io la riceva

affinché la mia gioia sia piena.

(S. Anselmo d’Aosta)

 

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