Commento al Vangelo della XIV Domenica del tempo ordinario

Commento al Vangelo a cura
di Wilma Chasseur

LUPI O AGNELLI?

“Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Ecco il difficile! Rimanere agnelli vivendo in mezzo ai lupi. Eppure Gesù non dice: visto che vi mando in mezzo ai lupi, cercate di diventare un tantino lupi anche voi ecc. ecc.

  •   Chi è il più forte ?

No, anzi, in un mondo dove sembra che a vincere sia sempre e solo il lupo, cioè il più forte, il più scaltro, il più furbo e il più prepotente, Gesù dice che vincono gli agnelli. Non solo lo dice, ma l’ha dimostrato, Lui l’Agnello per eccellenza, l’Agnello immolato.

Solo l’agnello attira lo sguardo benedicente e compiacente dell’Altissimo. Se il mondo va avanti –      nonostante i rischi di saltare in aria ad ogni nuova guerra – è perché ci sono più agnelli che lupi. Invisibili e nascosti finché si vuole (perché come ben si sa “fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce” o come si dice in francese -le bien ne fait pas de bruit et le bruit ne fait pas de bien- ma ci sono. Per salvare il mondo, basta che rimaniamo agnelli. Infatti cosa volete che tenga in piedi questo povero mondo, se non la presenza dei giusti che -come ai tempi di Abramo- fanno sì che Dio non permetta che sia distrutto! Sul nostro pianeta, ci sono armamenti sufficienti a farlo saltare in aria, cento volte.     

  • Perché la Terra non è ancora saltata in aria?

Un detto dice: ad ogni creatura che viene al mondo, Dio dà i fiori, l’acqua, il cielo, i frutti, i prati verdi, le montagne innevate, i laghetti azzurri ecc., mentre l’uomo le ha preparato 4 tonnellate di tritolo! Pare infatti che ci siano armamenti pari a 4 tonnellate di tritolo a testa. E siamo sette miliardi di teste… Per cui l’unico motivo plausibile che spiega perché non siamo ancora saltati in aria, è che sulla Terra ci sono tanti giusti quanto basta per attirare lo sguardo benedicente di Dio su di essa, e impedire che venga distrutta. Di lievito ne basta poco per far fermentare tutta la pasta: l’importante è che ci sia. E l’importante è che siamo lievito.

  •  I nostri nomi scritti nei cieli

Ma questa è solo l’ouverture del Vangelo di oggi, il finale è stupendo. ”Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei Cieli”, dice Gesù ai 72 discepoli mandati come agnelli in mezzo ai lupi.

Il nome scritto nel cielo è un tema caro all’Apocalisse, riconfermato da Gesù stesso nelle apparizioni del Sacro Cuore a S. Margherita M. Alacoque quando le disse che il nome di chi onora il Suo Cuore sarà scritto nel Suo Cuore stesso e non ne verrà mai più cancellato. E’ il nome nuovo scolpito nel libro della vita -oltre che nel Cuore di Gesù- è la pietruzza bianca, è essere ciò che avremmo sempre voluto essere e non siamo mai riusciti”. E’ il nome nuovo, molto più nuovo di quanto altri ci hanno affibbiato o che noi ci siamo dati (E. Bianchi). Solo DIO sa chi veramente siamo, e solo Lui può farci diventare ciò che vorremmo essere, noi possiamo solo constatare che non siamo stati ciò che avremmo voluto essere. Questa pienezza di bene, di luce e di verità che c’è in noi, solo Dio può portarla a compimento. Quel nome nuovo sarà probabilmente il diritto del tappeto di cui, quaggiù, vediamo solo il rovescio.

Questa vita è il rovescio del tappeto, pieno di nodi, la cui trama inestricabile di prove e sofferenze, ci impedisce di vedere il bellissimo disegno che si va formando sul diritto. Lo vedremo solo dopo, e sarà il nostro nome nuovo, scritto nel libro della vita e nel Cuore di Dio che non verrà mai più cancellato. Sarà il nostro nome vittorioso che ci introdurrà al banchetto celeste (“Al vincitore darò la manna nascosta…” Ap. 2). Sarà il nostro nome glorioso che avremo forgiato quaggiù col nostro cammino doloroso. Sarà il nostro nome eterno che porteremo scritto in fronte, davanti al trono di Dio e dell’Agnello, di cui contempleremo gli splendori per i secoli senza fine.

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

Cosa c’è tra noi e la venuta di Gesù Cristo?

 

“Solo questa vita, che è la cosa più fragile del mondo” (Pascal). Scorrendo all’indietro i salmi, mi ha catturato il salmo 90 che parla di questa fragilità dell’uomo e della sollecitudine di Dio.

 

                                                                                  WILMA CHASSEUR

 

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