INSEGNAMENTO DELLE CELLULE N.2/2020

“Il mio arco pongo sulle nubi
segno dell’alleanza tra me e la terra”  (Genesi 9,13)


Carissimi/e,
questa sera leggeremo un’altra pagina particolarmente significativa del primo testamento. E’ la seconda alleanza che Dio instaura con l’umanità, quella con Noè. Alleanza è un concetto fondamentale che esprime la relazione che Dio vuole instaurare con l’uomo. Alleanza significa patto: Dio dà all’uomo la sua benedizione, la sua amicizia, la sua protezione e l’uomo da parte sua, deve rispettare delle regole che il Signore gli dà. Questa alleanza è tutta a favore dell’uomo, perché le regole che il Signore dona all’uomo sono per il suo bene. Dio ha come ricompensa vedere l’uomo crescere nella pienezza e nella gioia di vita. Questa è la ricompensa di Dio. S. Ireneo dice che la gloria di Dio, cioè la sua gioia, ciò che veramente lo fa contento è l’uomo vivente, cioè quando l’uomo realizza pienamente se stesso.
Tutta la storia della salvezza ha questo movimento: l’uomo si trova nella sofferenza e nella disperazione, Dio interviene liberandolo e dandogli una legge di libertà e di giustizia. Sono diverse le alleanze che Dio ha instaurato, innanzi tutto con Adamo, poi con Noè, poi con Abramo, poi con Mosè ed infine l’alleanza definitiva e ultima con Gesù. Tutte queste alleanza hanno un profondo significato in sé e non sono solo una tappa in funzione a quella successiva, e le alleanze successive non escludono quelle precedenti, ma le inglobano e le specificano in modo sempre più profondo fino ad arrivare a Gesù.
Questa sera leggeremo l’alleanza con Noè, il capitolo 9 della Genesi. (Gn. 9,1-17)
Prendiamo allora il testo e leggiamolo attentamente.
“Ecco io manderò il diluvio … ” (Gn. 6,17)
Dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, gli uomini si diffondono su tutta la terra. Però il loro modo di vita si allontana sempre di più da Dio e la vita diventa davvero dura e brutta. La violenza e l’ingiustizia, dilagano su tutta la terra “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male” (Gn. 6,5) . Dio allora è profondamente deluso dell’uomo e con un linguaggio che pone in Dio i sentimenti dell’uomo si pente di avere creato l’umanità. “E il Signore si pentì di avere fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.” (Gn. 6,6) . Questo antropomorfismo cerca di esprimere le difficoltà che i disegni divini, molto belli per l’uomo, incontrano da parte della libertà dell’uomo stesso. Allora l’autore mette in bocca a Dio queste parole “Ecco, io manderò il diluvio, cioè le acque per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. (v.17). Il ricordo lontano di un grande cataclisma naturale (come ogni tanto avviene sulla terra), viene usato dall’autore per indicare come la depravazione, il cattivo uso della libertà porta la distruzione totale. Non occorre pensare a un fatto naturale specifico e tanto meno alla volontà Divina di annientare l’umanità (ai tempi dell’autore le categorie culturali si esprimevano ponendo in Dio direttamente le conseguenze terribili di fatti naturali o di disastri procurati dall’uomo). Le cattive relazioni tra gli uomini hanno come conseguenza grandi sofferenze e terribili disastri, possono portare anche alla distruzione dell’umanità. Questo forse non solo nel passato, dove gli uomini erano molto pochi, ma anche in futuro, anche se ormai siamo miliardi. Pensiamo per esempio alla bomba atomica e all’aumento delle tecnologie delle armi militari. Notiamo qui anche lo stretto legame tra la natura e l’uomo, il disordine nelle relazioni umani si trasferisce anche nella natura.
“La terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza … ” (Gn. 6,11)
Quali sono le cause di questa corruzione che portano alla morte? Leggendo il testo a me paiono fondamentalmente due. La violenza e la cattiva relazione nel rapporto uomo e donna “I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero” (Gen. 6,2).
“Anche i sovrani erano considerati come figli di Dio e la potenza si manifestava specialmente attraverso l’importanza attribuita ai loro matrimoni e al numero delle mogli.”
Poi la violenza tra l’uomo e l’uomo, tra popolo e popolo. La terra era “Piena di violenza” (v.10).
“Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore …” (Gn. 6,8)
Ma come Dio agisce allora? Agisce attraverso quei pochi uomini che sono rimasti giusti “Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore… Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio” (Gn. 6,9). Una costante della storia della salvezza è che quando pare che tutto sia perso, che non ci sia più nessuna speranza, allora Dio interviene proprio attraverso poche persone che le sono rimaste fedeli, attraverso di loro Dio inizia un nuovo percorso che porterà alla salvezza di tutti. Questo avviene con Noè, avviene con Abramo, avviene con Mosè, avviene con alcuni Giudici, con molti Profeti, con il resto di Israele, cioè con quel piccolo gruppo di fedeli Ebrei che durante la deportazioni di Babilonia e il ritorno successivo in Israele mantengono viva la legge e la speranza Ebraica. In fine è Dio stesso che scende dal cielo in Gesù, si fa uomo e ci porta alla salvezza.
“Io stabilisco la mia alleanza con voi …” (Gn. 9 v.8)
L’alleanza con Noè è una alleanza universale che riguarda tutti gli uomini, riguarda anche tutti gli esseri viventi e tutto il creato: L’uomo è posto al centro del creato, è visto come il rappresentante, cioè la parte del creato cosciente che può dialogare con Dio come persona. La sensibilità che si sta creando nella nostra cultura ci fa leggere sempre più in profondità questa relazione profonda che noi abbiamo con la natura, ci fa cogliere il nostro dovere anche di custodirla e di rispettarla. Due mi paiono essenzialmente i contenuti di questa alleanza, il divieto assoluto di uccidere e quindi la violenza tra uomo e donna, tra uomo e uomo, tra popolo e popolo. “Domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo, dall’uomo il suo sangue sarà sparso perché a immagine di Dio egli ha fatto l’uomo”. (Gn. 9 v.5-6).
C’è qui una condanna radicale della violenza, ampiamente disattesa non solo da tutti gli omicidi ma anche da tutte le guerre che si sono svolte e che si svolgono nella storia dell’uomo. C’è poi un comando del rispetto della vita. La vita per gli Ebrei era espressa dal sangue sia dell’uomo e sia degli animali. Il comando di non mangiare la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue, può essere interpretato come un limite e un compito che l’uomo ha nei confronti degli animali, ma anche delle piane e di ogni essere vivente. Rispettare la vita, la natura, secondo il grande progetto di amore che Dio ha espresso con la creazione.
Bellissimo poi il segno che Dio dona “Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. (Gen. 9.13). L’arcobaleno fenomeno naturale diventa segno di una relazione nuova che Dio ha con l’uomo. Riguarda tutti gli uomini e ci fa comprendere come anche la natura sia “sacramento”, cioè punto d’incontro tra Dio e gli uomini segno del suo amore per noi.
Davvero la contemplazione della natura è anche per i credenti incontro con Dio.


Alcune domande:

  • Abbiamo coscienza che la violenza dell’uomo sull’uomo, l’omicidio ma anche la guerra sia in profonda contraddizione con il progetto di amore di Dio?
  • Quali sono le forme di violenza (tutto ciò che offende gravemente la vita umana) che vediamo attorno a noi e che rendono brutta la vita?
  • Natura e preghiera: la natura mi aiuta a pregare?
    Buona preghiera!
    d. Alberto
    Cossato, 28 Gennaio 2020

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