Insegnamento Cellulle n° 3

Quaresima 2016

(dal messaggio per la Quaresima 2016 di Papa Francesco)

Carissimi/e,

buona preghiera!

Siamo all’inizio della Quaresima e questa sera ci metteremo in ascolto del Papa tramite il messaggio che ha inviato alla Chiesa per la Quaresima. Prima però leggiamo la seconda lettura della Liturgia del mercoledì delle Ceneri dove S. Paolo ci invita alla conversione.

Pendiamo allora il testo e leggiamolo attentamente (2 Cor 5,20-6,2).

 

“Dio ci dona tutto il suo amore”

“La Quaresima di quest’ anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio….. La misericordia di Dio infatti è un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona… Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio ed il suo popolo d’Israele. Dio infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza ed una compassione viscerali, soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere ratificata in modo più stabile nella giustizia e nella verità…. Quest’amore raggiunge il suo apice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio rivela la sua misericordia senza limiti fino al punto di farne la “misericordia incarnata”… Il Figlio di Dio è lo sposo che fa di tutto per guadagnare l’amore della sua Sposa (la Chiesa) alla quale lo lega il suo amore incondizionato…

 

“Le opere di misericordia”

La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. E’ un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama opere della misericordia  corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. Nel povero, infatti, la carne di Cristo “diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, in fuga… per essere da noi riconosciuto toccato e assistito con cura”. Inaudito è scandaloso mistero del prolungarsi nella storia della sofferenza dell’Agnello Innocente, roveto ardente di amore gratuito davanti al quale ci si può come Mosè solo togliere i sandali; ancor più quando il povero è il fratello o la sorella in Cristo che soffrono a causa della loro fede….

 

Esortazioni…”

Per tutti la Quaresima di quest’Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale (il nostro egoismo), grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate e infatti proprio toccando nel misero la carne di Cristo Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante… Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione!

Lo chiediamo per intercessione materna dalla Vergine Maria, che per prima di fronte alla grandezza della misericordia divina a Lei donata gratuitamente, ha riconosciuto la propria piccolezza riconoscendosi come l’umile serva del Signore”.

(Dal messaggio per la Quaresima di Papa Francesco 2016 -Libreria editrice vaticana).

 

 

Proprio come quando si cammina in montagna abbiamo bisogno di stabilire tappe e tempi precisi per raggiungere la meta, specie se è di alta quota. Così anche per noi è bene fissare impegni precisi sia a livello personale che comunitario se vogliamo essere sicuri di procedere. L’indicazione tradizionale della Chiesa ci invita a lavorare su tre ambiti:

La nostra relazione con Dio : La Quaresima è tempo di preghiera più intensa e prolungata. Non è questione di formule, anche se queste ci aiutano, ma è problema del cuore: la preghiera è orientata a creare in noi una vera disponibilità alla volontà di Dio e a offrire quegli spazi nella nostra vita, per cui Egli possa intervenire e orientarci.

La nostra relazione con noi stessi : ciò che una volta si diceva digiuno e penitenza. L’impegno a ricercare stili di vita sobri ed equilibrati per avere pieno controllo di noi stessi per fare la volontà di Dio e per potere avere le risorse da donare agli altri.

La relazione con gli altri: Il Papa ha insistito soprattutto su questo aspetto. Vuole che il Cristiano allarghi il proprio cuore nei fatti, se no illude se stesso e non rende più credibile nella sua vita il messaggio evangelico. L’impegno di solidarietà è un po’ la prova del nove dell’ autenticità della nostra fede; esso non è solo un problema di donare cose, ma di farsi carico, di accogliere proprio come una madre od un fratello nei confronti dei figli o delle sorelle, riguarda sia aspetti materiali e sia aspetti spirituali o relazionali.

La Quaresima poi è un cammino sia personale che comunitario ed è bello sia dirci come viviamo personalmente la Quaresima, sia progettare insieme un cammino di comunità perché sia sempre più significativa nel nostro territorio.

Buona Quaresima !

 

Alcune domande:

  • Comunichiamoci i nostri impegni personali per la Quaresima.
  • Prendendo spunto anche dal ritiro di domenica scorsa, formuliamo un cammino insieme per la nostra cellula e per la nostra Comunità. (Prendiamo non troppi impegni ma precisi e possibili e che ci spingano ad uscire da noi stessi.)

 

don Alberto

Cossato, 16 Febbraio 2016

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