Insegnamento cellule nr° 5 Marzo 2017

Questi è il Figlio mio…ascoltatelo  …” (Mt. 17,5)

Carissime/i,

grazie per la collaborazione alla predicazione di domenica scorsa, è andata bene e rifaremo l’esperienza fra non molto. Il brano del Vangelo di questa sera, quello della seconda domenica di Quaresima, ci presenta l’episodio della trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor. La sua altezza è significativa solo rispetto l’ambiente pianeggiante circostante (mt. 582 s.l.m.) ed è  la tradizione cristiana che fin dal secondo secolo  identifica  il Tabor come il monte della trasfigurazione, perché è l’unica altura che incombe sulla vasta pianura della Galilea.

Il monte è quella parte della terra che più è vicino al cielo, sul monte si posa il primo raggio di sole e vi indugia l’ultimo. Il monte è il luogo della luce, è dove si colgono anche le vere proporzioni della terra sottostante contemplandone il paesaggio.

Questo testo evangelico si colloca bene nel cammino quaresimale verso la Pasqua e contiene elementi che  possono aiutarci nell’impegnativo cammino dietro a Gesù, donandoci forza e speranza, anche quando quel cammino diventa più ripido ed anche oscuro.

Leggiamo allora il testo Mt. 17, 1-9                                  

 

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni… (v.1)

Ci chiediamo come mai Gesù non porta sul Monte Tabor tutti i discepoli. E’ indubbiamente particolare e piena di interrogativi questa decisione,  ma questo rivela anche  una realtà sempre presente nella comunità cristiana. Ci sono persone che fanno esperienze più forti e più vive della fede, della relazione con Gesù. Come mai queste e non altre? Non lo sappiamo, ma è molto chiaro il significato di questo: non è un privilegio ma è un compito, una missione che viene affidata a qualcuno per tutti gli altri. Compito di  tenere la barra del timone fissa nella direzione giusta,  soprattutto quando le acque sono molto agitate ed il vento soffia forte in direzione contraria. Sono esperienze personali ma nello stesso tempo contengono una missione verso tutti.

 

Gesù fu trasfigurato davanti a loro…” (v.2)

La luce luminosa del volto di Gesù rivela la sua realtà,  la sua profonda comunione con Dio Padre, manifesta che la sua vita, la sua passione e morte non sono momenti oscuri di un percorso tracciato da Dio,  ma sono la manifestazione di un amore infinito, fino al dono pieno della vita,  fino a raggiungere gli stessi suoi carnefici.

Cogliere la luce dello splendore di Dio in Gesù è esperienza particolarissima e fondamentale che ci aiuta a seguirlo proprio verso Gerusalemme ed il Calvario.

 

Apparvero loro Mosè ed Elia …” (v. 3)

Mosè ed Elia rappresentano la Legge ed i Profeti, rappresentano quindi l’intero cammino del popolo d’Israele che era iniziato con Abramo, l’intera Sacra Scrittura. Ecco con Gesù tutto ha il suo compimento ed è da Gesù che la storia d’Israele rivela  il suo vero senso.

Non solo la storia d’Israele ma anche la mia riceve da Gesù senso e orientamento e mi indica la strada che devo percorrere.

 

Pietro disse a Gesù…”  (v. 4)

“ E’ bello per noi essere qui ”  sul Tabor, nella luce dove la Parola ha preso la sua tenda! E’ bello essere sul monte,  dentro questa terra, dentro questa umanità, dove ci sono semi di trasfigurazione. E’ bello essere uomini e donne dietro Gesù, e  anch’io se Gesù  è in me partecipo della sua luce, della sua bellezza. Occorre  camminare dietro a Lui, perché tutto in me diventi luce nella sua luce. Si tratta di un anticipo frugale e provvisorio della resurrezione nel  percorrere la strada della croce. La trasfigurazione non è solo rivelazione dell’identità profonda di Gesù ma nel contempo è rivelazione dell’identità del discepolo.

I momenti chiari e gioiosi della fede all’interno della fatica, nella  coerenza cristiana, rappresentano i momenti di sosta quando saliamo in montagna, dove ci abbeveriamo all’acqua fresca e contempliamo la bellezza della natura ed il  cammino fatto e quello che ci rimane da fare.

 

Questi è il Figlio mio, l’amato…”  (v. 5)

Ascoltare è l’atteggiamento fondamentale del discepolo, davvero la nostra relazione con Dio diventa perfetta e luminosa nella misura in cui Gesù diventa il centro della nostra vita e il Vangelo diventa la Parola che la orienta.  Solo in questo modo la luce di Gesù diventa anche la luce che fa risplendere la nostra vita.

Davvero Gesù fa risplendere la nostra esistenza, il nostro futuro, i nostri desideri più profondi. La luce di Gesù è l’amore. “Se di questa domenica potessimo portare con noi una parola, sia questa: Il Signore ha fatto risplendere la vita. Ripeterla con un eco di speranza e di bontà: la Trasfigurazione è già iniziata, nelle vene del mondo corrono frantumi di stelle. E seminare i semi della bontà e della luce, seminare occhi nuovi che sappiano vedere e ringraziare e imitare le creature che sono buone e luminose che hanno passione di giustizia ed hanno la vita.”  (E. Ronchi)


Alcune domande:

 

  • Quali sono i momenti belli e luminosi che abbiamo vissuto nel nostro cammino di fede? E come ci hanno aiutato?
  • Quale è nella nostra vita il posto che diamo al Vangelo ? Com’è la nostra relazione con Gesù ?
  • Confrontiamoci come portiamo avanti i nostri impegni quaresimali.

 Buona preghiera

Don Alberto

Cossato, 7 Marzo  2017