Insegnamento Cellule n°15 Ottobre 2017

 ”I cieli narrano la gloria di Dio…”   (Sl. 19,2)

Carissimi/e,

questa sera iniziamo il commento ai  salmi, secondo l’intercalare (come è stato deciso)  tra Vangelo della Domenica, Lettere di S. Paolo e i salmi.               I salmi sono una preghiera a Dio fatta da uomini diversi, in situazione storiche precise e differenti, in tempi antichi  e culturalmente lontani. Per questo sono certamente indispensabili alcune conoscenze storiche  per aiutare coloro che li leggono e li pregano a ritrovarsi nell’esperienza fatta dall’autore del salmo. Allora il salmo spiega il suo significato e la sua attualità. Il compito del commento è quello di aprire la strada a quest’ incontro, http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa di più.                                                                                                                    La forza dei salmi sta nella  concretezza dell’esperienza che l’uomo fa di fronte a Dio e alla sua vita, l’uomo con le sue attese e le sue delusioni. L’uomo che crede a un Dio che libera  e salva e nel contempo inserito in  una storia che non raramente pare smentirlo. I salmi sono preghiera di  uomini concreti, situati in condizioni a volte molto difficili, uomini che sono nel mondo  credenti sinceri, che sentono il bisogno della lode del Signore e  conoscono i molti motivi che inducono al ringraziamento ma nello stesso tempo pongono delle domande forti. Sono preghiere di credenti che di fronte all’ingiustizia si ribellano e di fronte al silenzio di Dio si lamentano, non giungono subito al perdono senza passare attraverso un forte desiderio di giustizia. Spesso i salmisti si domandano : dov’è la sua giustizia se qui non la vedo? Dov’è la sua predilezione per i poveri se questi continuano ad essere trascurati?  Sono credenti ma non soltanto chiedono a Dio ciò di cui hanno bisogno ma anche gli chiedono spiegazioni sulle tante cose che non comprendono.                                            Nello stesso tempo i salmi sono parola di Dio:  come potere parlare con Dio, Lui così alto e noi così piccoli, come potere pronunciare delle parole che non siano inadeguate, come la creatura può rivolgersi al suo creatore? E’ Dio stesso che ci viene incontro e ci mette in bocca parole autentiche e vere,  che  nel rivolgersi a Lui cambiano anche il nostro cuore, i nostri atteggiamenti,  la nostra vita. Potremmo definire i salmi scuola di preghiera,  è  Dio che come un padre insegna all’uomo a parlare con lui.  I Salmi sono anche la risposta di Dio all’uomo che si rivela nella preghiera, Dio  rivela il suo volto, i suoi pensieri sull’uomo, la sua tenerezza, la sua provvidenza, la sua volontà di bene.    Questa sera iniziamo con un salmo di lode, il salmo 19.

Prendiamo il salmo  e leggiamolo.  Salmo 19

                              “I cieli narrano la gloria di Dio ….” (v. 2 seg.)

Due grandi motivi a prima vista autonomi compongono questo salmo, da un lato abbiamo un inno al creatore e dall’altro un inno sapienziale alla legge divina e alla parola rivelata. In realtà il canto è unitario e compatto, Dio illumina l’universo con il fulgore del sole e illumina l’uomo con la sua parola contenuta nella legge rivelata, è significativo infatti che la legge nella seconda parte del salmo sia tratteggiata con attributi solari.

I cieli e le stelle,  il giorno e la notte, cantano le opere fatte dalla mano di Dio: racconto silenzioso e tuttavia forte e chiaro, universale, comprensibile a tutti . Non sono parole eppure su tutta la terra si diffonde il messaggio e la notizia corre fino al confine del mondo. I cieli e le stelle parlano un linguaggio accessibile a tutti grandi e piccoli, di una cultura o di un’altra, di una religione o di un’altra. Spesso i nostri ritmi di vita, le cose che concretamente determinano il nostro affannarsi, la superficialità dei nostri ragionamenti e dei nostri sentimenti corrono il rischio di non farci più sentire la voce della bellezza dei fiori che chiedono di essere guardati, della foresta che chiede di non essere saccheggiata, del cielo e del mare che chiedono di non essere inquinati. Occorre silenzio, contemplazione, ritrovare la capacità di stupirsi, occorre fare silenzio dentro e fuori di noi per sentire questa voce di Dio che parla attraverso l’immensità e la bellezza del creato.

                                “La legge del Signore è perfetta ….” (v. 8 seg.)

Ma non ci sono soltanto le parole delle cose, c’è anche la parola diretta del Signore. Dio ha parlato ad Israele rivelandogli i suoi disegni, i suoi pensieri, le sue leggi. La seconda parte del salmo è un inno alla parola di Dio che è perfetta, vivifica, è limpida e rischiara, giusta e desiderabile, dolce. Questo elogio della rivelazione  trova riscontro nella nostra esperienza?

                              “Anche dall’orgoglio salva il tuo servo  …” (v.14 seg.)

Si tratta del pericolo dell’orgoglio dell’uomo che può mettere a tacere nel suo cuore la parola di Dio per sovrapporre la propria volontà; orgoglio   che muta   l’atteggiamento di ascolto e di lode in  una visione  gretta ed egoistica dove tutto è  in funzione del proprio tornaconto. Il salmista infine chiede con molta umiltà la purezza del cuore e che i pensieri e le parole siano in sintonia con la bontà di Dio.  Davvero per scoprire Dio presente nel Creato e nella storia dipende dalla purezza del nostro cuore.

Alcune domande:

 

  • Preghiera e contemplazione della natura: se Dio ha fatto cosi bello il creato è perché ci vuole parlare attraverso la bellezza, abbiamo l’abitudine di ringraziare il Signore per la creazione ?                                                                           Abbiamo l’atteggiamento di contemplazione e di preghiera di fronte alla bellezza del cielo, dei verdi paesaggi, ecc…?

Lasciamo parlare in noi questa voce silenziosa  di Dio presente nel creato?

  • L’ elogio della legge che per noi cristiani è la parola di Dio che si è rivelata pienamente in Gesù trova riscontro nella nostra esperienza?

Ciò che il salmista dice della legge corrisponde alla nostra esperienza di incontro con il Vangelo?

  • Abbiamo celebrato la festa di S. Francesco, in lui vediamo un magnifico esempio di come l’uomo può contemplare la natura e dialogare con Dio attraverso il creato. Quali sono gli atteggiamenti francescani che ci fanno entrare nella preghiera espressa dal salmista.

Come ci stiamo organizzando per vivere con Maria il mese di ottobre ? Parliamo di quale forma ciascuno ha scelto per pregare la corona.

                                            Buona preghiera

                                                                         Don Alberto

Cossato,  10 Ottobre    2017