Insegnamento Cellule n° 1 Gennaio

Epifania del Signore (Mt. 2,1-12)

Carissimi/e,

Buona sera e buona preghiera!

Iniziamo questo nuovo anno rileggendo il Vangelo dell’Epifania. E’ un Vangelo missionario perché parla della manifestazione del Signore a tutte le genti e ci può aiutare come cellule nel nostro compito di evangelizzazione. L’anno indetto dal Santo Padre, della Misericordia, ci indica una strada maestra sulla quale incontrare chi non ha o non ha più il dono della fede e ci aiuta ad essere attenti alla ricerca della verità che molti uomini e donne fanno nelle più svariate modalità. Attraverso l’amicizia, la solidarietà, lo stare insieme nelle difficoltà, dimostrare amore e speranza, questo apre il cuore e aiuta la ricerca di Dio.

Prendiamo allora il testo e leggiamolo attentamente.

 

Nato Gesù a Betlemme…” (v. 2) Matteo vuole rispondere alla domanda perché Gesù è chiamato Nazareno visto che doveva venire da Betlemme. Domanda che per gli Ebrei era molto importante perché così parlavano le Scritture. Matteo spiegando come mai Gesù era finito a Nazareth in realtà dice molto di più di quello che la domanda richiede. Matteo legge nelle vicende della famiglia di Gesù non solo il compimento delle antiche Scritture   ma anche preannuncia i temi fondamentali dell’Evangelo già presenti nelle vicende del bambino di Betlemme.

Chi sono i Magi? Il termine greco Magoi ha una gamma molto ampia di significati: sacerdoti persiani, maghi, appartenenti ad una nuova religione, astrologi e scienziati; nel nostro caso sembra giusto pensare a degli astrologi, sono in viaggio proprio perché hanno visto una stella (v. 2). Essi vengono da lontano per cercare il re dei Giudei. Accanto al Re Messia però c’è il Re Erode che ha paura e si oppone con tutte le sue possibilità fino a fare strage di bambini. Erode è il re di Israele e tutta Gerusalemme si turba con lui.

Ma in che modo Gesù può dirsi Re? Certo la sua nascita a Betlemme testimonia la discendenza davidica, che però dopo la deportazione aveva perso ogni prestigio politico. Gesù è Re senza corona ed il resto del Vangelo spiegherà fino in fondo in che modo Egli è Re.

Questo titolo comparirà solo nel contesto della Passione e sarà il motivo giuridico della sua condanna. E’ la Passione il luogo dove si coglie il vero significato della regalità di Gesù, una regalità totalmente diversa dal pensiero degli uomini e da quella a cui gli Ebrei si aspettavano.

 

Siamo venuti per rendergli omaggio …” (v. 2). Il racconto dei Magi illustra il tema del Cristo cercato e rifiutato; il Messia è segno di contraddizione, la sua presenza è già un giudizio, alcuni lo accettano, molti lo rifiutano. Ma c’è anche una contraddizione profonda sorprendente ed inaspettata: non sono i pagani a rifiutare il Messia bensì Gerusalemme, il popolo di Israele. I testi dell’ Antico Testamento parlano della lotta contro il Messia   (a cui questo brano si riferisce implicitamente)  non prevedevano questo capovolgimento. La vicenda del rifiuto di Gesù da parte degli Ebrei è un dato storico e sconvolgente. Esso non interroga solo le generazioni di allora ma interroga anche noi e noi cristiani che in qualche modo siamo il nuovo Israele. Il fatto di avere ricevuto il Vangelo all’interno dello scorrere della nostra tradizione religiosa non ci mette automaticamente dalla parte di Gesù. Si può addirittura essere religiosi ed essere lontani da Dio nel cuore. L’adesione a Gesù mette sempre in discussione e non è mai scontata; oggi stiamo assistendo ad un lento e progressivo abbandono della fede da parte delle popolazioni cristiane, l’ostilità di Erode si può esprimere oggi nell’indifferenza di fronte alla proposta evangelica.

 

Abbiamo veduto la sua stella ad oriente ….”(v. 2) I Magi rappresentano i popoli non Ebrei. Tradotti in termini odierni i Magi rappresentano coloro che vengono da lontano: quelli di altre religioni, di altre culture, oppure coloro che si dichiarano non credenti.

Oggi questo tema sta diventando di grande importanza perché delle popolazioni del sud del mondo stanno raggiungendo i nostri ricchi paesi. Noi siamo a loro debitori del Vangelo ed il primo atto di evangelizzazione è l’accoglienza positiva ed il venire incontro alle necessità a chi ha lasciato e perso tutto. Anche nei confronti di chi si dichiara non credente dobbiamo sapere che il sentirsi amati e accolti gratuitamente è la prima esperienza di Dio che possiamo offrire.

 

Come è stato scritto dal Profeta ….”(v. 5). Notiamo come l’indicazione che arriva dagli Scribi è un indicazione esatta anche se appartengono alla corte di Erode e fanno parte della Gerusalemme turbata ed ostile. Qui appare l’importanza della “Parola di Dio” ed in modo particolare del Vangelo, nel nostro cammino verso il Signore. Certo l’intuizione del cuore, la nostra coscienza   mettono in cammino, ma se vogliamo davvero incontrare Gesù abbiamo bisogno della Parola di Dio, del Vangelo, altrimenti si corre il rischio di farsi un cristianesimo che è a modo nostro che però non è quello di Gesù. La lettura meditata del Vangelo, il confrontare la nostra vita a quella Luce, davvero ci porta a Gesù.

                         “La stella… ”(v. 9-10). La stella è un simbolo aperto , può davvero indicare tutto quello che può far camminare verso la verità:   una retta coscienza, la gioia interiore, persone significative, avvenimenti particolari, il Papa…

La stella può essere anche le nostre Comunità quando sanno vivere in semplicità di spirito i valori del Vangelo.


Alcune domande:

  • Ci sentiamo in ricerca di Dio e come essa si esprime nella nostra vita?
  • Che atteggiamento abbiamo nei confronti di chi viene da lontano, appartiene ad altre religioni?
  • Cosa può essere oggi la stella ?

 

 

Buona preghiera!

 

Don Alberto

Cossato, 12 Gennaio 2016

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