Commento alla XXII domenica Ordinaria

ASCOLTATORI NON PRATICANTI?

Commento di Wilma Chasseur

 

“Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non ascoltatori soltanto”. La seconda lettura ci toglie ogni illusione di essere a posto con Dio se ci limitiamo ad ascoltare il Vangelo e a non praticarlo. Non ci sono solo i credenti non praticanti, ma anche gli ascoltatori non praticanti, come erano quei farisei che il Maestro boccia in pieno anche questa volta. Osservavano solo pratiche rituali ed andavano ad ascoltare Gesù, ma non facevano quello che diceva.

Siamo dunque di nuovo alle prese con scribi e farisei che dominano la scena anche in questo brano di Vangelo. Erano proprio sempre attenti e intenti a osservare Gesù con la lente di ingrandimento nel tentativo di coglierlo in fallo.

 

  • Quale culto?

“Si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate, lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli prendono cibo con mani immonde ?”. Ecco che, dopo aver dato segni strabilianti, Gesù viene rimproverato dalle autorità religiose per il fatto che i suoi discepoli non osservano certe regole di purità rituali. Queste regole erano state stabilite dai rabbini che avevano aggiunto alla legge scritta tantissimi precetti (613 addirittura!) e sostenevano di averli ricevuti dal grande legislatore Mosè. Gesù disapprova a più riprese questa precettistica così minuziosa, estesa e dettagliata. “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.

Quello era un modo di interpretare la legge in maniera molto superficiale “invano essi mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Era solo un ritualismo esterno che lasciava intatta solo la durezza di cuore … mentre Gesù ribadisce che ciò che conta invece è il cuore, non la purità rituale; ciò che rende immondo e impuro viene dal di dentro: “Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c’è http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa fuori dell’uomo che possa contaminarlo, sono invece le cose che escono dall’uomo a contaminarlo: è dal cuore che escono le intenzioni cattive …” e aggiunge un elenco di nefandezze da far rabbrividire! Come siamo conciati!

Gesù pone dunque l’accento sull’interiorità. Il suo insegnamento mira a debellare la pratica superficiale di un ritualismo puramente esteriore. Occorre vigilare sul cuore per non cadere in una pericolosa forma di illusione religiosa, cioè quella di sentirsi a posto perché si sono osservate determinate pie pratiche. Eccovi un esempio molto efficace per illustrare questa verità.

 

  • Come fare per rinnovare il mondo

C’era una volta un bramino indiano che apparteneva alla casta sacerdotale. In India ci sono infatti le varie caste: i bramini appartengono a una casta elevata, mentre i paria (i poveri) appartengono al rango inferiore: sono anche definiti gli intoccabili, appunto perché non bisogna abbassarsi al loro rango, per non contaminarsi.

Questo bramino buono e pio, viveva di elemosine che gli davano i suoi fedeli. Un giorno decise di vestirsi da intoccabile paria per fare il solito giro. Quel giorno nessuno lo salutò, né al mercato, né al tempio e nessuno gli diede niente, né per lui, né per il tempio. Il giorno dopo si vestì di nuovo da bramino: si mise un bel vestito bianco, un turbante di seta, una giacchetta ricamata. Allora, tutti lo salutavano, gli facevano inchini, gli davano denaro per lui e per il tempio. Arrivato a casa, il bramino si tolse gli abiti, li pose su una sedia e si inchinò profondamente davanti a loro dicendo: “Oh fortunati voi vestiti, fortunati voi! Sulla terra ciò che è certamente più onorato è il vestito, non l’essere umano che vi sta sotto …”

Il Signore ci invita dunque a rinnovare l’interno. Non limitiamoci a cambiare il vestito, ma cambiamo anche e soprattutto ciò che sta sotto, cioè il nostro cuore duro e, rinnovando quello, inizieremo a rinnovare il mondo …

 

Pensiero della settimana

CHI E’ CHE NON PERDE MAI LA VIA

“L’anima tende a Dio come il calore tende verso l’alto e l’acqua verso il basso. Ma l’anima non perde mai la via, perché il suo desiderio è eterno” (Kahlil Gibran)

                                                                                                               WILMA CHASSEUR

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