Commento al Vangelo della XXVIII Domenica del tempo ordinario

I immagine XXVIII domenica

Vangelo  Mt 22,1-14 (Forma breve Mt 22,1-10)
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.

Dal vangelo secondo Matteo
[ In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. ]
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

2- XXVIII Domenica

IL SOGNO DI DIO

Commento a cura di
Wilma Chasseur

Il Vangelo di oggi è un riassunto di tutta la storia della salvezza, a partire dall’elezione del popolo d’Israele e il tema centrale dei testi di questa domenica è il banchetto. Ma ci parla anche del sogno di Dio. Già nella prima lettura, il Profeta Isaia ci informa che il Signore ha intenzione di offrire un banchetto: “Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande per tutti i popoli; un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati (…) Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”.

Dio sognava dunque di asciugare le lacrime su ogni volto e far scomparire da tutto il paese la condizione disonorevole del suo popolo.

Ma cosa vediamo nel Vangelo di oggi? Vediamo che il sogno è solo di Dio e non dell’uomo perché  la festa è pronta, ma gli invitati no! Quella festa non interessa a nessuno, o perlomeno non ai distinti signori che erano invitati perché loro avevano tutt’altro per la testa. Cose terra-terra e cuore chiuso ai sogni del Padre. E così il Signore va a cercare i clochards…

  • Un grande banchetto

Quindi il regno dei cieli viene paragonato a un banchetto, a una festa di nozze che il re prepara per suo figlio.  E il sogno diventa realtà: Dio crea l’universo ricolmandolo di ogni … ben di Dio (è il caso di dirlo!): stelle a miriadi, spazi intergalattici infiniti che nessuna intelligenza umana riuscirà mai a esplorare,  oceani abissali,  montagne innevate, nubi vaporose, acque azzurre e abbondanza di bestie e bestioline varie, oltre che fiori e frutti di ogni genere e specie. E a coronamento di questa fantasmagorica profusione di esseri creati, Dio crea l’uomo che arriva per ultimo, al termine della complessità, dotato di tutte le capacità per apprezzare e godere di  queste meraviglie  governarle quale amministratore del re.

E il sogno diventa uno splendido giardino: il giardino dell’Eden. E lì vi pose l’uomo e un bel giorno lo invitò a nozze dicendogli pressappoco. “Io ti ho creato per amore, senza poterti chiedere prima se lo volevi o no, per il semplice fatto ché non esistevi, ma ora voglio sapere se anche tu condividi il mio amore: per dimostrarmelo basterà che tu osservi un piccolo comando che ti do, dopodiché tu entrerai immediatamente nel mio regno a vivere per sempre in quella circolazione  di amore divino che è la santissima Trinità”. L’essere umano, unico essere intelligente e razionale in mezzo a creature senza ragione, avrebbe dovuto dire “Sì eccomi”. Tanti profeti l’hanno detto: “Eccomi manda me”. La Madonna l’ha detto: “Eccomi sono la serva del Signore”. Ma nella storia dell’umanità manca un “eccomi”- il primo – quello più decisivo e determinante per il destino umano; quello che avrebbero dovuto dire il primo uomo e la prima donna, e non l’hanno detto.

Il primo rifiuto all’invito a nozze fu fatto subito, agli albori dell’umanità, non c’è stato bisogno di aspettare molto…

  • Chi è l’invitato?

Chiediamo al Signore la grazia di saper riconoscere i suoi inviti  e di saperli accogliere, come dice questa toccante poesia di George Herbert:

“Il Signore mi accolse, ma l’anima mia indietreggiò colpevole di cenere e peccato.

Ma Egli chiaroveggente, vedendomi esitare fin dal mio primo passo, mi si accostò con dolcezza domandandomi se qualcosa mi mancasse. Risposi:

  • Un invitato degno di essere qui.
  • Tu sarai quello!
  • Io? Il malvagio, l’ingrato? Ah mio diletto, non posso guardarti.
  • Chi fece questi occhi se non io?
  • E’ vero Signore, ma li insozzai; vada la mia vergogna dove merita!
  • E non sai tu chi ne prese il biasimo su di sé?
  • Mio diletto, allora servirò!
  • Bisogna che tu sieda e che tu gusti il mio cibo: allora sedetti e mangiai.”

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

 

Cos’è la felicità?

“La felicità è quel profumo che non puoi versare sugli altri senza che te ne cada qualche goccia addosso pure a te” (Thomas Mann)

                                                                                                   WILMA CHASSEUR

3- XXVIII Domenica