Commento al Vangelo della XVI Domenica del tempo ordinario

CHI COMMENTO’ QUESTO VANGELO PRIMA CHE FOSSE SCRITTO?
a cura di Wilma Chasseur

foto apertura

 

Anche oggi ci servono le orecchie per intendere. E anche nel Vangelo di oggi si parla di seminagione. Ma purtroppo non c’è solo il buon seme che viene seminato, ma anche la zizzania. E non c’è solo il seminatore che semina ma anche il maligno: quello semina di notte perché è il tenebroso che agisce sempre nelle tenebre.

Oltre a questa il Signore racconta altre due parabole quella del granello di senape e quella del lievito nella pasta, ma gli apostoli gli chiedono di spiegare loro solo quella della zizzania. E Gesù la spiega. Così vediamo anche oggi  che l’omelia la fa Gesù stesso. Primo commento al Vangelo ancor prima che il Vangelo fosse scritto … (come mi faceva notare un amico).

 

  • A cosa assomiglia il Regno dei Cieli?

Il discorso che fa Gesù, verte in generale sul regno dei Cieli che può essere paragonato a un  seme gettato nel terreno, a un granellino di senapa e al lievito che si mette nella farina per farla fermentare. Tutte cose che per produrre l’effetto che si desidera, devono scendere dentro – il seme nella terra e il lievito nella pasta – altrimenti non servono a niente. E non solo scendere dentro, ma devono trovare l’ambiente adatto per poter germinare e lievitare: la buona terra per il seme e  la pasta ben lavorata per il lievito.

Quindi il regno dei cieli è anzitutto una realtà che è dentro, nelle profondità nascoste del cuore umano. E per potersi sviluppare, deve trovare un cuore fertile e ben lavorato.

Sappiamo che la grazia è il germe della gloria, ma come ogni germe, se si vuole che si trasformi in pianta rigogliosa, non basta seminarlo, ma occorre ogni giorno strappare le erbacce che sono i vizi e le cattive inclinazioni che rischiano di soffocarlo; bisogna lavorare il terreno affinché sia morbido e soffice, cioè lavorare su sé stessi cercando di eliminare l’egoismo e la durezza di cuore, affinché questo germe della grazia possa espandersi e diventare un albero carico di frutti, cioè di opere buone.

 

  • I chiodi e la staccionata

Vi racconto una storiella molto efficace sul sistema scovato da un padre per correggere il figlioletto.

Questo ragazzino aveva un carattere pestifero, ne combinava di tutti i colori. Un giorno il padre lo mise davanti a una staccionata e gli disse: “Ogni volta che farai una cattiva azione, pianterai un chiodo in questa staccionata”. Il primo giorno piantò ben 37 chiodi, poi man mano che i giorni passavano ne piantava sempre meno finché giunse a non piantarne più neppure uno. Allora il padre gli disse: “Ora  ogni volta che farai una buona azione toglierai un chiodo”. Arrivò il giorno che il ragazzo riuscì a togliere tutti i chiodi. Il Padre lo portò davanti alla staccionata e gli disse: “Bravo, hai tolto tutti i chiodi, ma guarda bene: dove c’era il chiodo è rimasto un buco: ogni volta che tu offendi qualcuno, rimane una ferita anche dopo che è stato tolto il chiodo, quindi pensaci bene prima di offendere qualcuno”.

Questa sì che è pedagogia e illustra benissimo la parabola della zizzania e ci fa capire come dobbiamo sempre vigilare su noi stessi e strappare subito sul nascere i vizi che sono le erbacce del nostro cuore, seminate dal maligno.

PENSIERO DELLA SETTIMANA

 

Chi sei?  Vieni dall’alto o vieni dal nemico?

“Cerca di essere il portinaio del tuo cuore: non lasciare entrare nessun pensiero senza interrogarlo”. (Evagrio Pontico)

                                                                                   WILMA CHASSEUR

 

finale