Commento al Vangelo della III° Domenica del tempo ordinario

LA PAROLA CHE RIASSUME TUTTO IL VANGELO
a cura di Wilma Chasseur


Oggi vediamo Gesù che passa e dice una  parola che, secondo Monsignor Lari, potrebbe riassumere tutto il Vangelo: la parola più determinante per la vita della Chiesa, ma anche per la vita di ognuno di noi. Qual è questa parola? “Seguimi”. Qui vediamo Gesù che chiama i primi discepoli. Che erano già discepoli del Battista, ma appena questi lo indica loro, essi abbandonano il Battista per seguire Gesù.

 

  • Temo Colui che passa…

Fermiamoci un po’ su questo fatto di Gesù che passa. Già sant’Agostino diceva “temo il Signore che passa”. Per quale motivo temeva? Ma per il semplice motivo che uno che passa non è uno che è fermo: se non cogli al volo il suo passaggio, poi sarà passato. Questo brano della chiamata ce l’abbiamo anche in Giovanni che racconta nei particolari l’avvenimento che aveva vissuto in prima persona. Vedendo Gesù che passava, Giovanni e Andrea lo seguirono, ma quando Egli domandò loro “Chi cercate?” sembra che rispondessero ciocca per brocca e chiesero: “Dove abiti?” Facciamoci anche noi questa domanda: chi cerchiamo? Si cerca tutto, anzi la stessa nostra vita è una continua ricerca. Si cercano abiti nuovi, monete vecchie, perle rare, pezzi d’antiquariato ecc. ecc. Quindi, tutta la vita è una ricerca. Ma quando abbiamo trovato le monete vecchie e gli abiti nuovi all’ultima moda, la ricerca finisce lì.

 

  • Qual è la ricerca che non finisce mai?

Mentre c’è una ricerca che non finisce mai, anzi appena si è trovato l’oggetto di questa ricerca, lo si ricerca sempre di più. Sapete qual è questa ricerca? E’ la ricerca di Dio. Più lo si trova e più aumenta il desiderio di cercarlo. Ma occorre sentire il bisogno di Lui. Com’è la nostra ricerca al riguardo? E’ una ricerca a intermittenza, che si accende e si spegne come le lucine del presepio? O è una ricerca stabile, continua e perseverante? Come si a fa cercare Dio?  Guardiamo gli apostoli: ad Andrea e Giovanni l’ha indicato un altro, il Battista. Ma spesso è Gesù stesso che chiama direttamente al suo seguito. Tu che leggi in chi ti riconosci? Quando Dio è passato nella tua vita? Quando l’hai incontrato? Chi te l’ha indicato? Dove l’hai incontrato? E’ molto importante fare memoria di questi avvenimenti. Giovanni ricorda addirittura l’ora: erano le quattro del pomeriggio. In che giorno scoccarono le quattro del pomeriggio per te? Ti riconosci in Giovanni?

 

  • “Ho solo questo sguardo…

Ti riconosci in Andrea? Questi dopo aver visto Gesù va a comunicarlo al fratello Simone che poi divenne Pietro. E volete sapere qual è l’ambiente più difficile da evangelizzare? E’ proprio la famiglia. E’ molto difficile parlare della propria esperienza di fede coi familiari, a parte rare eccezioni. Ma l’importante non è parlarne, è viverla la fede, perché è vivendola che la si incarna e la si trasmette.

Allora chiediamoci: quando abbiamo sentito lo sguardo del Signore posarsi su di noi? Gesù ci guarda e per chi lo accoglie il suo sguardo sarà una beatitudine, ma per chi lo rifiuta, alla fine della vita, sarà quello stesso sguardo che diventerà insostenibile, all’ora suprema del trapasso. Allora chi lo ha sempre rifiutato  Gli dirà: “Ma non guardarmi con quello sguardo” e l’unica risposta che Gesù gli darà – come diceva Padre Serafino Tognetti – sapete qual è? “Ma io ho solo questo sguardo, non ne ho un altro”. Attenti dunque ad accogliere lo sguardo di Gesù, perché nessuno vi potrà sfuggire all’ultima ora, ma allora quello sguardo sarà insostenibile per l’anima che l’ha sempre rifiutato. Mentre sarà di una dolcezza inesprimibile per chi lo ha amato fin da quaggiù

PENSIERO DELLA SETTIMANA

 

“La cosa più strabiliante non è che l’uomo sia arrivato a camminare sulla luna, ma che Dio sia sceso a camminare sulla terra”.

(Neil Armstrong, l’astronauta che camminò sulla luna).

 

                                                                                  WILMA CHASSEUR

 

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