Insegnamento Cellule n°8 Maggio 2018

 ”La sua legge  medita giorno e notte ”   (Sl. 1,2)

Carissimi/e,

questa sera commenteremo il Salmo 1 che fa da portale d’ingresso a tutto il salterio. Ravasi osserva  che il salmo inizia con la prima lettera (alef) dell’alfabeto ebraico mentre l’ultima parole chiude con l’ultima lettera (tau) quasi per sintetizzare in se il modo simbolico l’arco intero delle parole, cioè della vita.  La sua tonalità è di tipo sapienziale. La preghiera biblica non è soltanto  domanda o lode  o ringraziamento, è  anche riflessione, non però con se stessi ma davanti a Dio. E quando si ragiona davanti a Dio anche le riflessioni sulla vita diventano preghiera.

Seguiremo il commento di Bruno Maggioni *.

                                         “Beato l’uomo  . .. (v. 1)

Il salmista contrappone due figure, il saggio e lo stolto. La differenza non sta nell’intelligenza o nella cultura o in qualche abilità particolare, ma nel modo concreto di vivere. Sapienza e stupidità sono per la bibbia due modi contrapposti di interpretare la vita. Davanti all’uomo si aprono due strade che conducono a due esiti opposti. Non esiste una terza via. Per descrivere la figura del giusto il salmista descrive atteggiamenti concreti. La sapienza è un modo di comportarsi, anzitutto, in negativo, tre comportamenti che il saggio evita con cura: non cammina secondo il consiglio degli empi, non indugia sulla loro strada, non siede nelle loro assemblee, http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa di comune, fra il saggio e lo stolto i confini sono netti. In positivo il saggio ama e medita giorno e notte la Parola del Signore. La Parola di Dio è innanzi tutto un dono per te è una parola che bisogna personalmente interiorizzare, dunque la prima caratteristica del saggio è meditare e ascoltare. Le azioni saggie scaturiscono da un cuore saggio.

                                     “Sarà come albero …” (v. 3)

La vita del giusto è paragonata ad un albero piantato lungo un corso d’acqua. In un panorama desertico come quello palestinese un albero verdeggiante carico di frutti, posto lungo una corrente viva d’ acqua, diventa un simbolo parlante di gioia, di prosperità e di giustizia premiata. Fruttifica in ogni stagione e le sue foglie sono sempre verdi, cioè raggiunge in pienezza lo scopo della sua vita.

                                     “Non così gli empi ….” (v. 4)

Per descrivere chi è lontano da Dio e il suo modo di vivere il salmista ricorre a tre aggettivi: empio, peccatore, stolto. Empietà è un termine che nella Bibbia abbraccia una vasta gamma di azione dilettose: ingiustizie, violenze, frodi, oppressione dei deboli e degli stranieri. Peccato significa primariamente una azione sbagliata, come quando si tira una freccia senza colpire il bersaglio o come quando si vuole raggiungere una meta sbagliando strada. In senso religioso il peccato è un comportamento sbagliato verso Dio, ma sbagliato anche nei confronti del peccatore stesso, che si illude sottraendosi alla Legge del Signore di trovare successo e libertà e invece non trova che il vuoto. Stolto può anche tradursi con beffardo, è l’uomo che dall’alto della sua presunta furbizia sorride compiacendosi di fronte  alle regole morali che gli onesti cercano  di osservare. Il beffardo disprezza e deride. In realtà è invidioso del giusto, per questo mette in ridicolo la sua onestà.

                                              “Perciò non reggeranno …” (v. 5)

Il senso del termine è carico di allusioni processuali e militari, gli empi non potranno ergersi sicuri nella storia umana. Emerge da queste righe l’ottimismo caratteristico della sapienza biblica convinta che già ora e qui Dio interviene raddrizzando e giudicando questa sghemba storia umana. L’immagine si apre anche a  un futuro, gli empi non potranno alzarsi a parlare e a difendersi nel giudizio finale, non reggeranno di fronte alle accuse di Dio.   Il salmista  evidenzia la  stupidità e l’inconsistenza dei progetti dei malvagi, la stupidità di una vita mal vissuta. La speranza della vita futura non toglie spazio alla vita presente. La legge del Signore è data all’uomo perché viva bene nel mondo,  non soltanto perché possa entrare nella vita eterna. Una esistenza vissuta nella stoltezza è già una vita morta e persa.             

                        

                                      “Il Signore veglia …” (v. 6)

Questo salmo è una riflessione tranquilla sul destino dell’uomo. Manca la drammaticità di altri salmi, a qualcuno potrà apparire come una sorta di riflessione edificante troppo semplificata della vita. A dispetto di quanto il salmo dice, troppe volte vediamo il giusto sconfitto e il malvagio fortunato.  Proprio per questo motivo incontreremo molti salmi che riflettono sullo scandalo dell’ingiustizia apparentemente premiata, tuttavia ha fatto bene chi ha posto questo salmo all’inizio. E’ giusto entrare nel cammino partendo dalla certezza serena, solida, che la promessa di Dio non viene meno. Sarà compito della fede conservare intatta questa certezza anche dentro le  molte contraddizioni che la vita non risparmia a nessuno. Ma è importante capire che la Parola di Dio ci è data per vivere pienamente, che la legge di Dio come dice il salmo 19 è perfetta, ristora l’anima, rende saggia la mente, rallegrano il cuore, illuminano gli occhi, La legge di Dio è da osservare non solo perché arriva da Dio, non solo perché ci è promessa una grande ricompensa, ma perché rende già oggi bella la nostra vita.

Nel  mese di maggio siamo invitati a vivere più intensamente la devozione mariana e a comprendere l’importanza di Maria nel cammino della fede. Partecipiamo nella misura del possibile alla preghiera del rosario che verrà pregato nelle vie o nelle piazzette della parrocchia. Anche questo è un modo per richiamare le persone a vivere la preghiera e a attraverso di essa elevare la qualità delle nostre relazioni.  Consiglio nel mese di maggio (e sempre)  di pregare attraverso la corona tutti i giorni.

 

Alcune domande:

  • Fa parte del nostro modo di pregare anche la riflessione e la meditazione, magari stimolata da letture significative fatta di fronte al Signore?
  • Siamo convinti che la vita spesa nella legge del Signore è in se stessa qualitativamente migliore di altre anche se esse appaiono avere più successo?
  • Parliamo della nostra devozione a Maria.

Come ormai è quasi abitudine concludiamo con la lettura della traduzione del salmo fatta da S. Carrarini

Buona preghiera

                                                                                                                                                    don Alberto

Cossato, 2  Maggio  2018

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* Bruno Maggioni  “Davanti a Dio” Volume I  – Ed.  Vita e pensiero

Gianfranco Ravasi    “I Salmi”   –  Ed. Paoline

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