Yobel – Marzo 2015

Carissimi, sabato 7 marzo gli “Amici del canto” organizzano il concerto “Ricordando don Eugenio”. Siamo a vent’anni dalla sua morte e la nostra comunità deve molto a lui. “L’amore che portiamo a Gesù deve essere accompagnato dalla contemplazione e da una immensa tenerezza per gli uomini”, così scriveva in un suo appunto: contemplare il volto di Gesù ed amare gli uomini sono il messaggio di questo prete che dobbiamo sapere conservare nel cuore. L’ultimo dono che don Eugenio ha voluto lasciare alla nostra parrocchia e che lo ha impegnato con tanto entusiasmo nei suoi ultimi anni di ministero, sono le cellule parrocchiali di evangelizzazione: modo concreto e semplice di portare Gesù in mezzo alle case e di fare piccole comunità autentiche senza essere elitarie. Questo dono è vivo ancora oggi ed anzi deve crescere!

Siamo nel pieno del periodo quaresimale, cammino per ritornare alla fonte della nostra vita e della nostra agioia: Gesù. Viviamo allora con intensità i vari momenti che la comunità ci offre (cene povere, Eucarestie, Via Crucis….) ed anche una più intensa preghiera personale!

In questo periodo si ristruttura la casa parrocchiale per renderla capace di accogliere gruppi di giovani per periodi intensi di vita comunitaria.

In fondo alla chiesa c’è un cesto, dove raccogliamo generi alimentari da offrire a chi è in difficoltà economica ed anche materiale per l’igiene personale, che verrà dato al cappellano delle carceri di Biella per i carcerati che non hanno famiglia in grado di sostenerli in queste esigenze.

Segno di una vera conversione a Dio è la solidarietà generosa verso i fratelli. Buona Quaresima!

Vita comunitaria in Parrocchia per adolescenti e giovani

Sentiamo l’esigenza di esprimere a tutta la comunità mettendo nero su bianco quello che significa ciò che i ragazzi della Parrocchia chiamano ormai comunemente “la Convivenza”

CHE COS’E’ LA CONVIVENZA?

Per “convivenza” si intende la possibilità, offerta ai ragazzi del gruppo adolescenti e giovani dell’oratorio, di vivere un periodo di una o più settimane di vita comunitaria in Parrocchia.

COME E’ NATA L’IDEA?

Negli ultimi mesi e soprattutto nel corso delle vacanze natalizie, durante l’esperienza fatta ad Assisi e le attività con altri oratori, è risuonata nei ragazzi questa domanda: Signore, cosa vuoi da me?, che significa: che cosa devo fare della mia vita?

Per approfondire e concretizzare questa ricerca, è nata da loro la proposta-richiesta di vivere dei periodi più o meno lunghi di vita comunitaria in casa parrocchiale. Riportiamo ciò che loro hanno scritto:

OBIETTIVI CHE I RAGAZZI SI PONGONO

  • Fare comunità: condividere un’esperienza di vita forte con persone che potrebbero avere idee e punti di vista differenti. Vivere la quotidianità con persone diverse dai familiari, in modo da poter lasciare le proprie sicurezze e acquisire maggiore indipendenza. Imparare a condividere le proprie cose, a rinunciare, a perdere, a mettere davanti i bisogni degli altri.
  • Fare bene oratorio: vivere pienamente in allegria, carità e preghiera, secondo gli insegnamenti di Don Bosco. Mettersi in gioco, senza perdere tempo, a servizio dei bambini, dei poveri, della comunità. Non vedere l’oratorio come un hobby, ma come una scelta e uno stile di vita.
  • Aiutare in prima persona: non scaricare la responsabilità e il peso di quello che si fa sugli altri. Essere a disposizione per le necessità della parrocchia.
  • Maturare una scelta: vivere un periodo intenso durante il quale interrogarsi a fondo e concretamente su quali siano per ognuno gli obiettivi da raggiungere nella vita.

PERCHÉ DESIDERIAMO ACCOGLIERE LA LORO PROPOSTA?

I coniugi Morgani che vivono in casa parrocchiale ed il Consiglio Pastorale Parrocchiale hanno accolto positivamente la richiesta dei ragazzi. Il desiderio di vivere dei periodi di vita comunitaria dei ragazzi nasce dal bisogno di fare esperienze forti, che permettano di far crescere in loro la passione per il Vangelo e l’amore per il Signore e per i fratelli.

La società contemporanea spesso grida nelle loro orecchie ideali come: tu sei una persona che vale, se hai successo, se sei bello, ben vestito, se sai apparire, se sai venderti bene, se possiedi, se sei comodo, se vai di fretta… La comunità invece aiuterebbe a fare questa esperienza: tu sei un uomo nuovo e una persona vera, se sai amare, se sai perdere tempo per i fratelli, se sai soffrire con loro e per loro, se sai condividere, confrontarti, se sai perdere e accettare, se sai pregare…

Ci sembra che i ragazzi vadano accompagnati nella ricerca della loro vocazione attraverso proposte serie, impegnative e non banali.

Ci sembra di dover dare loro fiducia e di dover accogliere la loro proposta di vivere dei periodi più o meno lunghi di vita comunitaria in casa parrocchiale.

A CHI É RIVOLTA L’INIZIATIVA?

La proposta di periodi di vita comunitaria è aperta ai ragazzi e giovani che frequentano la parrocchia, dalla seconda superiore in poi.

Attualmente, dei 35 ragazzi che abitualmente frequentano il gruppo adolescenti e giovani, sette sono promotori dell’iniziativa e altri cinque si dicono concretamente interessati. Per quanto riguarda la restante parte, si pensa di caldeggiare la proposta, concentrandosi sul periodo estivo.

Dati gli spazi e affinchè la convivenza sia un reale momento di crescita e di approfondimento della fede, si ipotizza che i ragazzi si turnino a gruppi di due, tre o quattro.

QUANTO DURA IL PERIODO DI CONVIVENZA?

Si pensa di calibrare la durata dell’esperienza sul singolo ragazzo, tenendo conto dell’età, della maturità personale e in accordo con i loro genitori. La durata minima per i più giovani potrebbe essere una settimanai, fino ad arrivare ad un mese per i più grandi.

L’esperienza poi può essere ripetuta nel corso dell’anno.

Potrebbe essere dato ampio spazio a questa esperienza durante il periodo estivo.

COME SI SPENDERÁ IL TEMPO?

Ogni ragazzo dedicherà le ore necessarie alla frequentazione della scuola e allo studio a casa.

Nel tempo libero ci si dedicherà agli impegni di servizio che ognuno ha assunto all’inizio dell’anno, come l’animazione dei bambini dell’oratorio, il doposcuola, il lavoro per i poveri ecc. o alle esigenze della parrocchia, collaborando con le iniziative della caritas parrocchiale o attraverso la visita agli anziani.

Parte del tempo sarà dedicato a collaborare per il buon andamento della vita domestica.

Si vorrebbe iniziare e concludere la giornata con un momento di preghiera.

QUALI SPAZI VERRANNO UTILIZZATI PER LA VITA COMUNE?

Si ipotizza di utilizzare tre stanze e un bagno della casa parrocchiale situati a pian terreno, che attualmente sono inutilizzati e i tre locali del piano superiore, attualmente in uso alla famiglia Morgani ospitata in parrocchia (famiglia che ad oggi si occupa, con don Marco, di accompagnare il gruppo adolescenti e giovani). Si potrebbe così avere a disposizione un’area giorno con cucina e una camera per le ragazze a pian terreno, e due camere per le famiglia più una camera per i ragazzi al piano superiore.

MOMENTI DI VERIFICA

Poichè la vita quotidiana verrà fondamentalmente condivisa tra famiglia e ragazzi, si rendono necessari momenti di verifica formali con i “ don”. Qualsiasi problema o preoccupoazione dovesse insorgere, verrà tempestivamente condivisa con don Alberto e don Marco e non mancheranno occasioni informali di scambio, vissute attraverso la condivisione di qualche pasto o i momenti di preghiera comune. Si ipotizza di riunirsi settimanalmente per un incontro di verifica e programmazione.

Ci pare inoltre importante, data l’età dei ragazzi, mantenere un rapporto continuativo con la famiglia di ciascuno, rapporto che peraltro ci si adopera a costruire già durante il normale anno di vita in parrocchia.

La festa di un santo sempre più importante per la nostra parrocchia

Sabato 7 febbraio presso l’oratorio di Gesù Nostra Speranza si è svolta la festa in memoria di Don Bosco. Gli animatori hanno dedicato un’intera settimana alla creazione di cartelloni, all’organizzazione di nuovi e divertenti giochi, alla preparazione di scenette e canti. Tre animatori dall’inizio dell’anno si sono impegnati nell’aiutare dei ragazzi a gestire e animare l’oratorio di Masserano che è stato invitato a festeggiare con noi. La giornata è iniziata verso le 10.00 e con sorpresa i bambini sono accorsi numerosi superando il centinaio compresi catechisti e animatori. La mattinata è cominciata con un’accoglienza in cui tutti si sono presentati e intrattenuti con balli e canti mimati proseguendo con la divisione in squadre: ogni gruppo ha dovuto inventare un nome che lo rappresentasse, un inno e decorare con creatività uno stendardo per poi sottoporlo ai voti dei giudici. Successivamente ci siamo spostati nei locali del sottochiesa per assistere alla storia di Don Bosco recitata dai ragazzi delle superiori e seguita da una breve spiegazione fatta da Don Marco; i ragazzi delle medie, invece, hanno divertito gli spettatori con una scenetta comica. Dopo il pranzo e un momento di svago, i bambini sono stati divisi nelle loro squadre per sfidarsi in una serie di giochi che avrebbero decretato i vincitori. Il pomeriggio insieme si è concluso con uno spettacolo di giocoleria preparato dai ragazzi delle medie durante i sabati di oratorio, tanti canti coinvolgenti e una golosa merenda. Infine sono state consegnate le medaglie e i premi alle squadre con i punteggi migliori. A festa terminata noi animatori eravamo stanchi, ma contenti per la bella giornata passata in allegria e speranzosi che in futuro i sabati in oratorio siano sempre così soddisfacenti, ripagando il nostro impegno.                                                                                          Martina e Denise

La tavola della solidarietà

Nella nostra parrocchia da molti anni viene effettuato un servizio distribuzione di generi alimentari a persone e famiglie che si trovano in difficoltà economiche.

Molti alimenti arrivano dal Banco Alimentare, che ha sede a Pollone; veniamo avvisati telefonicamente quando dobbiamo andare a ritirarli. Per quest’operazione di solito sono impegnati tre volontari, che avvisati (alcune volte solo il giorno prima) si recano alla sede a Pollone con un consistente mezzo di trasporto (furgoncino o camion).

Ciò che ci offre il Banco Alimentare, però non è sufficiente, i pacchi che distribuiamo sono più di 70 ed inoltre facciamo questo servizio anche per le Parrocchie di Ronco di Cossato e dell’Unità Pastorale di Mottalciata. La parrocchia allora si fa carico di integrare comprando ai supermercati i generi mancanti.

C’è poi il momento della preparazione dei pacchi da distribuire, questo compito richiede tempo e vede la presenza di tre o quattro volontari per un’ intera mattinata.

Infine il primo mercoledì di ogni mese, viene effettuata la distribuzione da sei volontari che si dividono la giornata in due turni: dalle ore 9 alle ore 11,30 e dalle ore 15 alle ore 18.

Durante la distribuzione dei pacchi si cerca di instaurare un dialogo amichevole con le persone, per sviluppare un rapporto sempre più positivo di conoscenza e di amicizia. Per questo motivo si è pensato di modificare anche l’organizzazione del pranzo dell’amicizia, quest’anno si è deciso di invitare singoli e famiglie a piccoli gruppi a pranzo in casa parrocchiale una domenica al mese, per vivere un momento di convivialità fraterna.
Invitiamo nel periodo quaresimale a portare in chiesa durante le messe domenicali generi alimentari (non deperibili): pasta, olio, scatolame, zucchero…..…                               Mario

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