JOBEL n°11 Novembre 2017

l  suono della Speranza
Foglio di informazione della Parrocchia di Gesù Nostra Speranza

Carissimi,  il mese di novembre richiama alla mente  e al cuore i nostri cari che ci hanno lasciato. Il sentire comune della nostra società è quello che con la morte davvero tutto si estingue, siamo sensibili  a tutti gli aspetti materiali e quasi istintivamente portati  a negare ciò che non può essere provato in modo scientifico. Al di fuori del tempo e dello  spazio – e la morte  ci porta proprio fuori da queste due dimensioni fondamentali –  è difficile immaginare qualche cosa . La Fede nella sopravvivenza oltre la morte per noi cristiani  è conseguenza di ciò che Dio ci ha detto e soprattutto dell’esperienza che gli Apostoli hanno fatto della morte e resurrezione di Gesù.  Nella sua morte constatiamo l’infinito amore di Dio per noi (fino a morire e morire in croce) e nella sua resurrezione prendiamo coscienza della forza di Dio che dona la vita, e noi partecipiamo alla vita di Gesù risorto.  La tradizione della Chiesa  ha sempre raccomandato  la preghiera per i  defunti, essa è dialogo con il Signore perché li accolga nel suo Regno. Come pure ha indicato  le opere di carità fatte in loro ricordo. Aiutare  chi è in difficoltà,   donare ai poveri,  perdonare chi ci ha offeso , aiuta i nostri cari a entrare nella sfera di Dio. Da queste indicazioni  si intuisce una realtà non constatabile scientificamente ma solo attraverso il cuore:  i nostri cari sono vivi, l’amore non termina con la morte, siamo in relazione con loro attraverso il Signore, il fare del bene aiuta noi a vivere meglio e aiuta loro a entrare nel regno di Dio. Questo vuol dire che lo sviluppo della  nostra società non è indifferente per il  mondo futuro ma è in riferimento ad esso. Il bene e l’amore  presenti   nella nostra   storia   non vanno persi  ma anzi ci saranno ridonati in pienezza  da parte di Dio:  l’unica realtà del presente che ha significato di futuro e di futuro illimitato è l’amore autentico che noi viviamo nelle nostre relazioni.  Questo fa  parte di ciò  che la  Chiesa chiama comunione dei santi.

Il mese di novembre vede la ripresa piena di tutte le attività e c’è una  novità che vorrei sottolineare:  l’inizio di un cammino di un gruppo di genitori che in parrocchia vuole unirsi  perché la comunità diventi sempre di più una comunità che vive valori e iniziative in grado di essere proposta significativa per i ragazzi ed adolescenti che si aprono alla vita.

Buon mese di novembre!                                                                                                     don Alberto

Aiutateci!

Senz’altro ci sono  delle esperienze che è bene che i nostri figli facciano  da soli , senza l’apporto della nostra mediazione. Imparano  così  in modo autonomo ad elaborare strategie per risolvere i loro problemi;   ad esempio, gli inevitabili conflitti con i propri coetanei , rimanere esclusi da un gruppo di gioco, come pure l’esperienza di ottenere un successo personale senza l’aiuto del genitore che sarà più gratificante per il bimbo /ragazzo…  magari sarà semplicemente la sufficienza oppure un mediocre uno a zero con grossolani errori , ma il risultato positivo è sicuramente  un aumento dell’auto stima e la fiducia nelle proprie potenzialità.

Alla domanda cosa un genitore, oltre osservare, soffrire e gioire possa fare e quale sia il modo più corretto per indirizzare i nostri ragazzi sulla strada giusta , la risposta io non ce l’ho.   Cari genitori , mai come in questi tempi prendiamo consapevolezza noi catechisti , i don,  gli animatori,  che senza il vostro coinvolgimento l’esperienza del catechismo varrà molto poco.  Aiutateci!  Aiutateci  e  lasciatevi coinvolgere , condividendo  un po’ del vostro tempo, mettiamo insieme le idee,  come  pure le perplessità;  insieme è solo insieme,  potremo essere efficaci per i nostri ragazzi.          

                                                                                                                          Paolo B.

Quasi in risposta all’appello del catechista Paolo, un gruppo di genitori si è trovato per proporre un cammino a tutti i papà e le mamme dei bambini-ragazzi del catechismo. Un cammino  che non invade la sfera dell’oratorio dei ragazzi ma in profonda sintonia con esso ad indicare che certi valori della Fede animano davvero tutta la vita. 

 

Incontro di Lunedì 16 Ottobre 2017

Accogliendo l’invito di Don Alberto ci siamo incontrati per verificare la possibilità di realizzare nell’anno 2017/2018 alcune iniziative rivolte ai genitori di bambini e ragazzi che frequentano il catechismo. Tali iniziative hanno molti obiettivi: – stare più uniti ai ragazzi nel percorso catechistico – creare comunità – sentirsi parte di qualcosa – divertirsi – imparare ed insegnare ognuno secondo la propria esperienza.

Di seguito alcune idee utili per  conoscersi e crescere insieme nell’amicizia,  nella fede e nel fare del  bene. Vogliamo creare occasioni di diversa natura e con obiettivi diversi  ad  esempio: – preparare torte o pane, il cui ricavato della vendita sarebbe devoluto a fin di bene (scegliendo insieme gli enti a cui dare una mano) – organizzare cene  – organizzare gite – organizzare incontri su temi mirati: spirituali (es: testo di vangelo, rapporto educativo con i figli, ecc) – testimonianze di vita significative.

Occorre per questo fare un  calendario per tutto l’anno e  comunicare con anticipo le date delle varie iniziative

Vogliamo coinvolgere tutti i genitori accogliendo ognuno nelle occasione dove è disponibile senza la pretesa di avere un gruppo omogeneo  Il prossimo incontro si terrà il 30 Ottobre

L’impegno dei presenti è quello di ampliare l’invito ad altri genitori che insieme a noi si farebbero promotori  di questa attività e di arrivare al prossimo incontro con proposte concrete da discutere e realizzare.

                                                                                                                    Caterina G.

 

Doposcuola

Si è aperto il servizio doposcuola 2017-2018 che fa parte del progetto dell’oratorio “Costruiamo insieme la Speranza”  con voglia di fare bene ed entusiasmo. Si è fatto il programma e si sono stabiliti i giorni e gli appuntamenti,  dal lunedì al giovedì  ore 15 > 17 e dalle ore 17 > 19,  il venerdì è ancora da decidere secondo le nostre possibilità. E’ aperto ai ragazzi dalla  3°  elementare alla 3° media, ogni ragazzo è seguito da un volontario e si può accedere al servizio un pomeriggio alla settimana . Ad oggi abbiamo 11  volontari,  ragazzi delle scuole medie superiori e  2  insegnanti. I ragazzi che si sono iscritti sono 25 (20 delle scuole medie e 5 delle elementari).        Chi fosse interessato a prestare questo servizio oppure iscriversi al doposcuola telefonare a

                                                                                     Serena  cell.345/9957114. 

                                                                                                                                

C’è la possibilità di organizzare un corso per imparare a suonare la chitarra, chi fosse interessato lo faccia sapere agli animatori o ai catechisti

 

S.O.S. Alimenti

A partire da novembre nelle Eucarestie dei primi sabati e domeniche di ogni mese verrà proposto alla comunità di portare alimenti: olio, pasta, zucchero, tonno ecc… (generi  non deperibili). Questi alimenti serviranno ad integrare ciò che si riceve dal banco alimentare regionale (che purtroppo non è più sufficiente) per i pacchi viveri che distribuiamo mensilmente a famiglie che si trovano in difficoltà economiche.  Nel tempo di Avvento e di  Quaresima come ormai è tradizione si raccoglierà ogni settimana.  Ringraziamo fin da ora tutte le persone che aderiscono a questa nostra richiesta.                                                                                                                                                                                                     Mario N.

 

Quando si rivolgono a te con un sorriso…!

Sono Emma, ho 15 anni e frequento il liceo delle scienze umane a Cossato.

L’oratorio estivo è stata la mia prima attività da animatrice ed è stata un’esperienza davvero intensa.

Frequento la Parrocchia della Speranza da quando sono piccola e sono crescita con gli ideali che i miei accompagnatori mi hanno sempre trasmesso: i valori di Gesù, di pace, di collaborazione e di fraternità.

Durante il corso dell’anno sarò aiutocatechista e darò una mano all’oratorio del sabato pomeriggio. Essere aiutocatechista significa affiancare il catechista più grande, aiutandolo a preparare attività per l’ora di catechismo.  Penso che sia proprio una bella opportunità per noi ragazzi delle superiori perché ognuno di noi mette a disposizione le sue capacità e collabora per un obbiettivo comune.

Ancora oggi è forte il legame che si è creato con i miei animatori, è bello riuscire a prendersi a cuore ragazzi più piccoli ed è una grande gioia quando si rivolgono a te con un sorriso e un saluto allegro. Credo che ciò che mi abbia portato a intraprendere questo cammino sia la voglia di creare una relazione con i bimbi e il legame con gli altri animatori .

                                                                                                             Emma B.

   

Scout – Cossato 4

inserto jobel 11Il gruppo scout di Cossato 4 anche quest’anno ha in programma diverse attività e la casa per queste sarà la Parrocchia di Gesù Nostra Speranza che continua ad essere non sono un luogo di ritrovo, ma di comunità in cui crescere e condividere idee e sogni. Spesso i nostri sentieri ci portano in diversi luoghi del Biellese, ma la nostra sede rimane sempre la nostra  Parrocchia e cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare  i ragazzi e gli animatori  dell’oratorio per l’amicizia e il senso di fratellanza che ci legano.

I lupetti sono il gruppo di bambini d’età che va dagli 8 agli 11 anni che anima le attività all’insegna del gioco, dell’educazione e della fede. I capi educatori che seguiranno il branco sono Letizia Gallana e Maddalena Comune, due giovani ragazze che hanno alle spalle già diversi anni di scoutismo ed educazione dei giovani e di cui tutto il gruppo ha grande fiducia.

Il gioco è il principale strumento dell’educazione dei bambini di quest’età ed è una cosa molto seria.

Il reparto è il gruppo di ragazzi che già inizia a muovere i primi passi nel periodo dell’adolescenza tra il termine delle Scuole Medie e il principio delle Superiori, un periodo pieno di sfide e a volte tensioni che nello scoutismo si è deciso di affrontare con l’avventura, la competenza e la responsabilità. Quello che ci proponiamo è essere noi capi possibili alleati per la crescita e l’educazione dei figli per le famiglie. Compito non facile, ma pieno di soddisfazioni che abbiamo affidato a Niccolò Bocca e Francesca Paschetto, e siamo sicuri sapranno portare avanti tutto ciò con gioia e amore. Le attività tipiche sono dormire in tenda e vivere nella natura conoscendola e rispettandola.

I ragazzi più grandicelli sono chiamati a dedicarsi al servizio e alla comunità, cosa non sempre semplice nel nostro mondo e sono stati educati a questo nell’essenzialità e nell’amicizia sperimentato negli anni di branco e reparto.

Il clan è passione e tempo di scelte che abbiamo deciso di vivere assieme al vicino gruppo di Trivero ponendo Valeria Pellerey come capo e guida dei nostri ragazzi.

Se anche voi voleste far provare il gioco, l’avventura e il servizio a un ragazzo che vuole mettersi in

gioco in un ambiente gioviale e positivo saremo ben contenti ad accoglierlo con il nostro entusiasmo per poter crescere insieme nella consapevolezza di sé e delle proprie scelte.                   Per info potete contattarci al numero 3204293829 o al contatto mail scoutcossato4@gmail.com

Come siamo soliti augurare tra di noi qui faccio a voi. BUONA STRADA!

                                                                                                                 Gregorio A.

La mia ultima esperienza di maternità…      

                                                                                       

(Bellissimo! Decisamente contro corrente da leggere)

Ogni figlio che Dio ci dona è segno che Egli ha ancora fiducia in noi”.

E’ in questa dimensione di dono e di fiducia che oggi rileggo la mia ultima esperienza di maternità.

Quando una donna è in attesa si sente rivolgere moltissime frasi: di buon auspicio, di incoraggiamento, di consiglio, persino di consolazione o biasimo. Molte parole seguono il mondo e rimangono nei confini angusti di un pensiero che poco ha a che vedere con Dio, con il Dono, la Grazia, la Bellezza di una nuova vita.

Se poi non si tratta della prima gravidanza ma, come nel mio caso, della quarta, allora arrivano gratuite quelle battute riferite al numero della prole…”Sicuramente cercavate la femmina!”, “Che coraggio!”. “Ma ne farete ancora o vi fermate qui?”.  Al di là di opinioni personali e consigli profusi in riferimento alla programmazione delle nascite, ciò che maggiormente mi colpisce è che difficilmente chi ti circonda ti aiuterà a leggere la tua esperienza di maternità come dono.

Ho sempre pensato che i figli non “si fanno”: si ricevono in dono. Anche volendo partire da presupposti biologici, la realtà della procreazione rimane un evento che ci sovrasta, mettendo in evidenza da una parte i nostri limiti e fragilità, dall’altra la potenza dell’atto creativo del Padre.

In un tempo in cui paternità e maternità vengono sbandierate come diritto all’autoaffermazione  – autorealizzazione – credo sia fondamentale come cristiani tornare a parlare di dono, di fiducia e di accoglienza.

Maternità è aver fiducia in un Dio che, per primo, ha fiducia in noi. E’ accogliere in sé un mistero grande; lasciare che il Padre riempia di Sé i nostri limiti e, con la nostra adesione, che è accoglienza del corpo e del cuore, generi vita nuova.

Una nuova vita che ci è data ma che non ci appartiene fino in fondo; vita che siamo chiamati a custodire, curare, far crescere e trattare come si conviene alle “cose Sante” anche quando i parametri medici (del mondo) ci dicono che quella vita è un po’ meno che perfetta, troppo faticosa da portare avanti (se non addirittura indegna), oppure semplicemente arrivata in un momento ritenuto sbagliato.

Ma un dono non lo si ragiona, non lo si programma, si accoglie e basta. Naturalmente si deve riconoscere la bontà del donatore per poterlo ritenere qualcosa di buono.

Non resta che l’accoglienza: vera, sincera, profonda, di quella vita – disegno di Dio- che viene a stravolgere la nostra esistenza di prima. Paradossalmente non dovrebbe neanche importare per quanto tempo avremo con noi quella creatura o il suo stato di salute. La volontà di Dio genera vita in chi l’accoglie. Sempre. Anche quando la Sua volontà più si allontana dai nostri calcoli. Penso a coloro che hanno vissuto la perdita di un figlio, anche nei primi mesi di gestazione, o a coloro che faticano a generare ma che, per grazia di Dio, rimangono nella dimensione di quel “Sì” generoso, e forse un po’ incosciente, di chi si fida e si abbandona, certo che il Padre, datore di ogni vita, mai abbandona i suoi figli lungo il cammino dell’esistenza.

Prego affinché Dio ci doni la capacità di accogliere i Suoi figli e, prima ancora, la Sua volontà nelle nostre vite. Perché, più che il coraggio, noi possiamo testimoniare l’abbandono fiducioso ad un Padre buono che ha cura di noi…come la creatura a noi donata che ora si abbandona serena tra le mie braccia, nutrendosi del latte materno.

                                                                                                                   Manuela S.

Verso Gesù con Maria

“Dove  sono due o tre  riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”: con questo significativo pensiero tratto dal vangelo di Matteo, abbiamo vissuto una bellissima esperienza di preghiera insieme a tanta gente davanti ad una copia dell’Immagine della Madonna di Oropa. L’effige mariana è stata inserita in una  teca in legno con all’interno un prezioso tessuto  e  una lampadina elaborati dagli alunni della Scuola Salesiana di Vigliano. Quasi ogni sera del mese di ottobre   abbiamo incontrato molte famiglie le quali ci avevano chiesto di ritrovarci davanti  a Maria per pregare nelle proprie case. E così è stato. In tanti ed insieme abbiamo fatto un’esperienza forte di preghiera comunitaria recitando il rosario e meditando alcuni passi biblici che illustravano la vita di Gesù. Gli aspetti positivi sono  stati tantissimi, ad esempio: -invitare nella propria casa il prossimo , – trovarsi insieme a pregare, – condividere momenti di vita quotidiana, -“rinfrescare” le relazioni con i vicini , – condurre gli altri a Cristo. In ciascuna famiglia abbiamo respirato non solo il profumo dei fiori che abbellivano e decoravano l’Immagine di Maria,  ma abbiamo toccato  e letto il vangelo di ogni persona, di ogni famiglia dove Gesù è presente e opera meraviglie nella storia di ciascuno. Vorremmo ringraziare non solo la nostra Diocesi per questa iniziativa, ma tutta la gente che ci ha invitato, anzi che ha invitato la Madre del Signore, la Quale, nel suo silenzio, ha compiuto il vero miracolo: Unirsi per camminare verso Suo Figlio ascoltando ciò che ci dirà.

A conclusione dell’esperienza di ottobre ci troviamo  la sera del 31  alle ore 17 per recitare il Rosario e portare in processione l’effige mariana e subito dopo   l’Eucarestia  prefestiva. Preghiamo perché il Signore possa darci  ancora tante altre possibilità per incontrarlo in mezzo a noi.

                                                                                                   Stefano e Rossana

Segni di Speranza!

La Lingua dei Segni (LIS) è arrivata alla Parrocchia “Gesù Nostra Speranza” nell’autunno 2014.

“Portata” da quattro bambini sordi le cui famiglie avevano chiesto il Sacramento della Prima Comunione, questa lingua visiva e gestuale ha reso possibile il percorso del catechismo divenendo, al contempo, esperienza condivisa dalla Comunità.

Domenica dopo domenica ci siamo abituati alla presenza dell’interprete lis che, in tempo reale, traduceva in segni la voce di don Alberto e don Marco, trasmetteva le Scritture, le preghiere dei fedeli, i canti…La presenza dei bambini sordi e la loro partecipazione attiva si è trasformata in una bella consuetudine che li ha visti protagonisti al fianco dei loro coetanei in tante occasioni della vita dell’oratorio.

Molte volte la LIS ha saputo avvicinare le persone alla comunità sorda presente in Cossato e legata (dal 1994) al Progetto di Bilinguismo ita/lis della scuola del Centro. Non sono mancati raccolte fondi, gesti di solidarietà e amicizia, corsi di avvicinamento alla Lingua dei Segni Italiana.

Oggi alcuni di quei bambini hanno proseguito il percorso catechistico e la loro presenza continua ad essere di stimolo per altri bambini, genitori ed animatori.

Un gesto di accoglienza e generosità che ha dato molti frutti e, ne siamo certi, ne darà ancora, insieme alla consapevolezza che nessuno è escluso ed ognuno è portatore di un’originalità che diventa dono allorché condivisa.

                                                                                                                   Manuela  S.

“Il pane è vita”: corso di panificazione con lievito madre.

Tradizione e innovazione,  gli ingredienti del PANE  che con la sapiente direzione di Marco D’Herin , una dozzina di “aspiranti panificatori”  hanno potuto impastare assieme a condivisione, consapevolezza, incontro, in un sabato qualunque alla Parrocchia di Gesù nostra  Speranza.        Il procedimento ha preso vita con entusiasmo e tecnica ponendo l’accento sulla spiegazione accurata di ogni passaggio, dalla preparazione ai tempi di attesa. Questi ultimi si sono trasformati in momenti condivisi che hanno portato i partecipanti a conoscere anche la realtà da cui Marco, con la moglie Marinella e la volontaria di servizio civile Alice, provengono. Il progetto dei corsi di panificazione, voluto qui nel biellese dai componenti dell’organizzazione COE,  ha preso spunto  dal lavoro fatto in Guatemala dove Marco ha formato l’equipe locale che ora gestisce il laboratorio di panificazione,  in cui sono impiegate persone con disabilità della comunità indigena maya dell’altopiano guatemalteco (www.almadecolores.org). Felicità e soddisfazione si è colta nei volti e nei racconti dei ragazzi del progetto Alma de colores di San Juan; gioia ed entusiasmo hanno animato il momento della sfornata dal forno della Speranza.

I saluti si son trasformati in un arrivederci. La sfida proposta per continuare l’avventura sarà riprendere insieme il progetto delle “torte della speranza” che per lunghi anni ha contribuito alla raccolta fondi per la solidarietà verso i paesi in via di sviluppo in Africa e in America Latina e che non vediamo l’ora di riattivare.

                                                                                                                            Pino F.

Giuseppe Ferro Cuamm Piemonte    http://www.mediciconlafrica.org/gruppo-piemonte