JOBEL n° 4 Aprile 2018

Il suono della Speranza
Foglio di informazione della Parrocchia di Gesù Nostra Speranza

Carissimi, Cristo è Risorto ed è vivo!

Cristo è presente nella comunità cristiana e nella storia degli uomini! Questa è l’esperienza che da duemila anni, cioè dal mattino di quella Pasqua, la Chiesa vive.   Perché questa esperienza diventi anche mia esperienza è importante aprire il cuore all’azione dello Spirito e aprire gli occhi alla testimonianza viva e bella che molti credenti, in modo particolare i santi e i martiri, offrono con il loro stile di vita. La disponibilità alla verità e all’amore è il luogo in cui  Cristo si fa riconoscere e diventa presenza amica che ci conduce.  Ci sono poi dei segni  dove nella fede siamo certi di incontrare il Signore Gesù;  il principale di questi è l’Eucarestia domenicale  “Lo riconobbero nello spezzare il pane” (Lc. 24,35).   Spezzare il pane   ricordando  la  passione-morte-resurrezione di Gesù è  incontro con Lui ed invito alla fraternità ed alla condivisione.  l’Eucarestia ci invita a riconoscerci fratelli e sorelle  e metterci al servizio gli uni degli altri e  a vivere con  amore ogni aspetto della nostra vita in  ogni luogo con spirito di responsabilità, di dono  e di solidarietà. Sia  allora l’Eucarestia domenicale l’impegno per questo mese di aprile (e di sempre).
Buon mese di aprile!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             don Alberto

Dalla Caritas parrocchiale Associazione “La Speranza”

L’Associazione “La Speranza “ si è riunita il 9  marzo.

-Viene letto il bilancio del 2017 che, dopo vari chiarimenti e spiegazioni, è approvato all’unanimità. Questo bilancio è esposto in fondo alla Chiesa con quello della parrocchia.
Viene chiesto perché l’Associazione si occupa ancora degli orti solidali e non lo fa l’APS (Associazione di promozione sociale) che è stata costituita l’anno scorso proprio per rendere autonoma l’iniziativa degli  “orti solidali”.  Dina spiega che l’APS non può ancora operare visti gli alti costi di gestione  ed che non  dispone di un capitale proprio  per far fronte alle spese di gestione  (visto che il Comune le rimborsa dopo un anno). Pertanto l’associazione “La Speranza” anticipa le spese,   redige i rendiconti a fine anno ma essa non è più responsabile civilmente per i volontari che lavorano agli orti.
– Le volontarie dell’armadio propongono di rifare l’intonaco delle autorimesse della casa di via Giardini. Esse  sono state danneggiate dalla pioggia perché le tegole del tetto erano rotte. Ora riparato il tetto occorre rifare l’intonaco per rendere il locale adeguato ad essere magazzino dei vestiti.
– Le volontarie dello  “sportello di ascolto”  propongono di spostare il servizio  nella casa di via Giardini,  si decide allora di iniziare nella nuova sede il 10 aprile 2018, una settimana al martedì pomeriggio e un’altra settimana  al giovedì  pomeriggio, dalle ore 14,30 alle ore 17,30. In seguito si vedrà come è meglio procedere.                                                                                                                           – Don Alberto ci comunica che vorrebbe destinare un terreno ai ragazzi africani affinché lo possano coltivare e Dina propone di farli iniziare agli orti solidali per imparare e quando saranno in grado di fare da soli allora si potrà lasciarli liberi di coltivarsi il terreno.  Comunica inoltre che è stata ultimata la preparazione  di un nuovo alloggio in casa Giuseppina a Lessona.
– Dina propone di organizzare una gita a Perugia in occasione della marcia Perugia-Assisi  che si svolgerà il 7 ottobre 2018. C’è il problema che la data coincide con la Festa della Comunità. Occorre vedere come conciliare le cose.

                                                                                                                       Elena B.

Preghiera                                                                                                                                                                       dal Vangelo della V° domenica di quaresima:  …c’erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo e gli domandarono “Signore vogliamo vedere Gesù”  (Gv. 12, 20-21)                                                                                                                                  Signore anche noi vogliamo vedere Gesù.
La vita frenetica ed egoista di oggi fa sì  che ti guardiamo troppo spesso da lontano,  lasciando che l’oscurità ci faccia prigionieri.

E’  difficile riconoscerti nella sofferenza,  nella malattia e nella morte quando ci toccano da vicino. Sappiamo che tu sei lì,  negli occhi supplichevoli di amore di un bambino.

Sappiamo che tu sei lì,  negli occhi di un giovane che si è perso sulla strada della vita.

Sappiamo che tu sei lì, negli occhi di un genitore che non riconosce più il proprio figlio.

Sappiamo che tu sei lì,  negli occhi ormai chiusi una persona cara che ci ha lasciato.

Facci  muovere,  lottare  e mettere in discussione perché riusciamo a trovarti.

Rendici coraggiosi per accettare la nostra vita piena di spine, rendici  forti per prendere la croce che ci inviti a portare e rendici consapevoli che i nostri cuori possono diventare il terreno fertile per far germogliare il seme del tuo amore.

Grazie Signore perché non siamo soli a portare la nostra croce, ma ci sono sempre tante mani,  oltre le tue,  che la sollevano rendendola più leggera ogni giorno.

Mariarosa C.

Abbracci speciali…gioie…tante risate.

Mi è stato chiesto di raccontare la nostra esperienza di accoglienza e  proverò a condividere questo nostro pezzetto di storia. Ad aprile 2015 era affondato un barcone con la morte di 700 persone. Quel giorno stavo riordinando una stanza in casa e ho deciso che avrei fatto un  letto in più. Ho pensato che su quella barca, in viaggio per cercare una vita migliore, ci sono stati miei antenati o, in futuro, poteva esserci un mio figlio. Proprio in quei giorni si parlava a Cossato dell’arrivo di migranti. La storia continua con incontri con Caritas, volontariato per insegnare l’italiano e a novembre dello stesso anno il “nostro” posto letto era stato occupato da Nouhoum, arrivato dal Mali.

Oggi il racconto prosegue  così: tanti incontri, nuove amicizie, una nonna che prepara piatti speciali per quel nipote colorato, io che faccio la spesa scegliendo i gusti di yougurt preferiti per 3 figli e non più solo per 2, battibecchi tra i “fratelli”, abbracci speciali quando è da qualche giorno che non si vedono, confronti sulla vita e la fede,… E poi preoccupazioni come per un figlio, permesso di soggiorno da attendere, ma anche gioie nel saperlo all’università nella ripresa degli studi interrotti  e tante risate fatte attorno al nostro tavolo della mensa quotidiana.

Anna Z.

 

I bambini mi vengono incontro sorridendo

Da qualche anno il mio appartamento era vuoto,  arredato di tutto punto, aperto di tanto in tanto, pronto per essere riabitato. Un paio di mesi fa, don Mario Marchiori  mi presenta questa opportunità : “Una famiglia di profughi eritrei raggiungerà il Biellese, perciò si sta cercando una sistemazione. Il tuo appartamento è ancora libero? “Non esito a dirgli di sì. Non ho bisogno di pensare molto, c’è una necessità a cui far fronte. Perché lasciare una casa vuota quando c’è qualcuno che ha vissuto in un campo profughi sotto a ripari di lamiera e che ora ha bisogno di una casa? Nel giro di qualche giorno l’alloggio viene visionato dai responsabili Caritas, ha solo due camere da letto ma con alcuni piccoli accorgimenti è idoneo per ospitare una mamma con cinque figli maschi.

Il 27 Febbraio la famiglia arriva… Per loro tutto è nuovo e…sconosciuto. Provengono da un paese dove fa caldo. Qui occorre imparare ad accendere la stufa a pellet.

In Eritrea i bambini erano liberi di scorrazzare tutto il giorno fuori giocando con il primo oggetto che capitava loro sottomano. Qui, per il momento, ci sono pochi giochi da condividere con i fratelli, bisogna stare in casa e rispettare alcune regole di convivenza. Per non parlare del problema della lingua….Sono passati alcuni giorni, ci sono ancora molte difficoltà da superare ma, quando apro la porta ed i bambini mi vengono incontro sorridendo,  mi prendono la mano e mi mostrano ciò che hanno ricevuto in dono, il mio cuore si riempie di gioia.

La mamma mi propone il caffè eritreo; tira fuori il suo fornelletto: è l’unica suppellettile che è riuscita a portare in Italia dal suo paese. Quando ci salutiamo mi abbraccia….non sa dirmi altro….

Ecco, questo abbraccio va oltre ogni confine, supera le diversità, è segno di condivisione.

Elena C.

 Dal consiglio pastorale del 11 marzo

Riportiamo alcune tra le cose dette:

-Occorre  trovare delle  occupazione per gli africani che attualmente stanno facendo niente e che ospitiamo, occupazioni che possono poi essere un aiuto a trovare lavoro, come ad esempio ad invitarli a coltivare degli orti.

-C’è esigenza di trovare delle volontarie disponibili a trascorrere delle ore in Casa Speranza con le ospiti (soprattutto al mattino),  questo per assicurare ogni giorno una nostra presenza e  aiutarle  a vivere insieme. Stiamo ospitando anche delle donne ammalate e sono ben tre in attesa di operazione.

-E’ nato un gruppo giovani per la  “Carità”. Questi ragazzi cercano lavori ed i soldi che guadagnano sono dati ai  poveri ed in modo particolare per sostenere iniziative che l’operazione O.M.G. ha nei confronti dei ragazzi dell’America Latina.  In primavera si costruirà un fragoleto in un terreno vicino alla parrocchia dato generosamente in comodato gratuito.

-E’ stata molto bella l’esperienza di preghiera  vissuta nel monastero di clausura del Cottolengo organizzata dal gruppo famiglie. Ogni mese questo gruppo  vive una domenica con alcuni  ospiti del Cottolengo portandoli  nella nostra parrocchia. Si è pregato con le suore e si pensa  di farla diventare esperienza mensile e di invitare  altre famiglie della parrocchia.

-Marco Ducco dell’Associazione “Rive rosse” ha spiegato la proposta che a Vercelli  l’Associazione “Don Luigi” sta facendo:  quella di  prendere un anziano solo, nella propria famiglia. A seguito si  è parlato del progetto  “Adottare come amico”  una persona che ha bisogno che qualcuno si prenda cura di lui.

-Lavori in parrocchia: si vuole  sistemare l’area davanti all’oratorio e  dare via ai lavori per costruire la base di una grande tettoia nell’attuale campo da bocce.  Occorre poi  mettere in ordine la casa di Trausella,  facendo alcuni  lavori  per renderla maggiormente più agibile in vista dei prossimi campeggi.

Rossana

Notizie dal doposcuola: cerchiamo volontari

Da cinque mesi è in corso il servizio doposcuola presso l’oratorio “Gesù nostra Speranza”. I giorni e gli orari sono dal lunedì al giovedì con orario 15,00 > 17,00 oppure 17,00> 19,00.

Ad oggi, ad iscritti  e partecipanti, siamo  20 ragazzi  tra 1ª, 2ª e 3ª  media e 10 bambini tra la 4ª e  5ª  elementare, per un totale di 30. Sono seguiti da 12 volontari che provengono dalle scuole superiori o sono ex insegnati; mettono a disposizione uno o più pomeriggi della loro settimana.

La richiesta di usufruire del servizio da parte delle famiglie è sempre crescente, tuttavia il numero e la disponibilità dei volontari non riesce a coprire la domanda.

Pertanto, siamo aperti ad accogliere chiunque desideri dedicare qualche ora per la formazione e la crescita dei ragazzi. (per info: cell. 3459957114)