Jobel marzo 2020

Carissimi, san Francesco nel medioevo ha dato vita ad un importante movimento di “penitenti”, cioè di cristiani che volevano vivere in stato di permanente conversione (il francescanesimo). Lutero nel cinquecento con il movimento della “Riforma”, diceva che la “Chiesa è sempre da riformare”. Le istanze di entrambi evidenziano il significato della Quaresima: un tempo particolare che la Chiesa ci offre, dove noi siamo aiutati a metterci in stato di conversione, di riforma di vita , sia personale che comunitario. L’atteggiamento di conversione deve diventare costante in ogni fedele e in ogni comunità e la Quaresima sottolinea proprio questo. Sempre in stato di conversione perché l’ideale di vita evangelico si supera sempre e perché viviamo in una società che ci spinge costantemente ad allontanarci da Dio. Convertirci a Gesù e seguire il suo cammino di vita, ci porta anche a convertirci ai poveri, scoprendo che i beni della terra oltre ad essere necessari per vivere in modo ordinata la propria vita, sono una gioiosa possibilità per aiutare chi è in sofferenza ; ci porta a convertirci alla vita comunitaria, cioè scoprire che la parrocchia ( la comunità cristiana), non è come un distributore di benzina a cui vado e mi servo quando e come voglio, ma è una famiglia di fratelli e sorelle dentro la quale vivo la mia relazione con Gesù e che mi aiuta ad essere fedele al Vangelo. Buona Quaresima. Don Alberto

Che periodo bello intenso! I primi giorni di febbraio siamo andati a Bormio a fare lo spettacolo di sbandieratori e tamburini! È stata proprio un’avventura! Ci siamo trasformati da quasi incapaci a quasi professionisti nel giro di un mese… Abbiamo sbandierato alla cerimonia di apertura dei mondiali Juniores di short track e all’inaugurazione di un importante dipinto nella piazza principale del paese. Per il nostro spettacolo abbiamo ricevuto una generosissima offerta, che devolveremo ai poveri. L’esperienza è stata anche l’occasione per incontrare delle belle persone e per vivere insieme dei momenti arricchenti.
Il 7 febbraio abbiamo festeggiato don Bosco con tutti i bambini e i ragazzi dell’oratorio. Con noi c’erano anche gli oratori di Trino e Brusnengo. Che dire? Bello essere in tanti, in allegria, pronti a cantare, giocare, danzare e pregare… proprio come piaceva a don Bosco. È stato commovente il momento finale del gioco in cui tutti, con l’animatore vestito da don Bosco davanti, correvano verso la tettoia, allestita da Paradiso!
Nelle vacanze di carnevale ci sarà il consueto campo raccolta viveri, aperto ai ragazzi dalla seconda media in su. C’è molto entusiasmo e fervono i preparativi… Di come sarà andato, vi racconteremo nel prossimo Jobel!
E marzo? Inizierà la Quaresima… ci sarà la preghiera per i ragazzi delle medie una volta la settimana prima dell’entrata a scuola e, in un’altra mattina, per gli animatori. Poi, come sempre, tanti giochi per i più piccoli e un po’ più di impegno e formazione man mano che si cresce… Buon mese a tutti! Silvia

“Se suo figlio fosse nato, nel posto in cui sono nato io, a quest’ora ci sarebbe suo figlio al posto mio” Cambiare è possibile! Rieducare e non vendetta…
Gli animatori dell’oratorio di Mottalciata si sono uniti all’oratorio si S. Stefano di Biella e sono andati ad incontrare l’ex magistrato Elvio Fassone che ha parlato della sua esperienza di magistrato impegnato contro la mafia e della relazione che è nata con Salvatore , condannato da lui all’ergastolo. Esperienza che testimonia come da situazioni opposte possono nascere relazioni umanizzanti e significative e come nel cuore dell’uomo possono nascere sentieri di vita e di speranza la dove mai si avrebbe detto… è davvero un bel messaggio quaresimale.
Ogni tanto anche gli animatori hanno bisogno di prendere aria. Una buona e sana aria si può prendere facendo una passeggiata in montagna, al lago.. Lontano dai rumori della città e anche lontano dalla freneticità della routine quotidiana. E poi c’è anche un altro modo per prendere aria, per respirare aria sana… ed è fermarsi. Fermarsi e ascoltare qualcuno che ha fatto della sua vita qualcosa di incredibilmente bello, senza averlo programmato. Che ha seguito il cuore, ha seguito l’istinto, ha seguito l’amore per il suo lavoro e per la giustizia. Quella vera, quella che trova la pena giusta a chi commette un reato, ma sa sempre che, in primo luogo, quella pena è stata data ad una persona. Sabato 18 Gennaio abbiamo ascoltato Elvio Fassone. Chi è? Un magistrato che ha partecipato al maxiprocesso della Mafia e tra le tante sentenze, c’è ne una che sicuramente ha messo in discussione la vita di questo magistrato, quella per Salvatore, che ai tempi della sentenza aveva solo 28 anni. Tra loro nasce una storia. Una storia fatta di carta e penna. Fatta di buste gialle che per arrivare da un destinatario all’ altro vedono aprire e chiudere tante porte. Ma non si stancano mai. Continuano per giorni, continuano per mesi, continuano per anni. Eh si, la storia nata tra il magistrato e Salvatore è una storia di corrispondenza che va avanti da più di trentun anni. Tutto comincia così… “Se suo figlio fosse nato nel posto dove sono nato io, forse ora ci sarebbe lui al mio posto.” Ciò che spetta a Salvatore è immenso. Nessuno resiste ad una quantità di giorni come quelli che si prevedono per lui. Un deserto immenso, una quantità di giorni, di ore, di minuti, una quantità di tempo indescrivibile. Allora Elvio, fa una proposta a Salvatore: “Facciamo un patto, tu resisti e io ti aiuto a resistere.” E così inizia.
Il giorno in cui Salvatore non resiste più e tenta il suicidio è per entrambi una sconfitta, un fallimento. Non solo per lui. “Mi scusi, l’altra settimana ne ho combinata una delle mie e mi sono impiccato.” Una frase che trovate nel libro di Elvio Fassone “FINE PENA:MAI.” (Un libro fatto di speranza, di forza, di fiducia, di semplicità, di amicizia, di verità). Una frase che lascia senza fiato e che per fortuna si conclude in un tentativo non riuscito. Esiste solo l’Italia che crede di dover buttare via la chiave? No, c’è l’Italia che crede nella rieducazione. Nel ri- scommettere proprio su quel colpevole, perché nessun essere umano è un errore ma tutti siamo in grado e capaci di sbagliare. Dopo la sentenza inizia una responsabilità bilaterale e sono le
comunità che devono aiutare il detenuto a ricredere nella vita. La rieducazione non nasce dall’ oggi al domani e nemmeno la capacità di provare a pensare di noi stessi che possiamo essere diversi da come siamo sempre stati, ma avviene dopo una lenta macerazione nel quale si riscopre la vita. Il nostro compito è quello di farsi partecipe del processo rieducativo. C’è la necessità di un atteggiamento diverso. C’è la necessità di un atteggiamento nuovo, più accogliente, che serve alla rieducazione. Elvio, continua facendoci riflettere sul fatto che la vita è una lotteria, dove io ho tirato fuori il biglietto giusto e Salvatore quello sbagliato. Ma ora lui vuole cambiare. Vuole recuperare il tempo perso e vuole farlo imparando, studiando, parlando, leggendo. Salvatore era veramente un “poveraccio” ma con costanza impara a conoscere un nuovo Salvatore. Prende la licenza elementare, la licenza media, e si iscrive alla scuola di Geometra. “Non farò ma il geometra, ma almeno quando esco saprò qualche cosa in più” cosi spiega da dove nasce il desiderio di provarci. Ricordiamoci che Salvatore è stato condannato all’ ergastolo, formalmente non uscirà mai di prigione ma quella speranza di essere migliore lo tiene vivo.” Quando esco almeno so qualcosa” gli tiene accesa la voglia di non fermarsi a quello che era ma a guardare ciò che potrà diventare. Ansel

Il doposcuola è ormai iniziato da qualche mese e sono molto contenta di come sta procedendo. Dall’inizio delle attività le richieste da parte dei genitori di poter aiutare i loro figli sono continuate ad esserci. Al momento sono iscritti 10 bambini delle elementari e 27 ragazzi delle scuole medie. Di conseguenza, si sono aggiunti nuovi volontari per poter accogliere più ragazzi; ad ora siamo in una ventina. Purtroppo a causa delle numerose richieste si è venuta a creare una lista d’attesa e siamo ancora alla ricerca di volontari che possano dedicare un paio d’ore del loro tempo per aiutare chi ancora ha bisogno di un supporto nei compiti. I pomeriggi quindi sono vivaci grazie ai tanti ragazzi presenti, ci si impegna nel momento nello studio, ma si chiacchiera e si scherza nel momento della merenda tutti insieme. Il contributo delle volontarie è molto prezioso: si impegnano, prestano attenzione, curano l’amicizia con il bambino che seguono. Prima delle vacanze di Natale abbiamo organizzato una merenda con giochi per le elementari e una cena per le medie che ha riscosso successo. Anche gli incontri di formazione per i volontari continuano con cadenza mensile. La novità dell’anno nuovo sarà una collaborazione con il Consorzio “Il Filo da Tessere” di Biella riguardo un progetto chiamato “Skilland” promosso nel territorio. Professionisti organizzeranno 3 incontri per i volontari sul tema “la scoperta del talento” per promuovere la riflessione dei giovani sulle proprie potenzialità, attitudini e su quelle dei ragazzi con cui si rapportano nelle ore di doposcuola. Denise P.

Cascina Aurora… progetti


Abbiamo chiesto ai nuovi proprietari della “Cascina Aurora” quali sono i loro progetti di vita: Davvero il termine Aurora è appropriato ai loro intendimenti…
La struttura “Cascina Aurora” è stata acquistata come abitazione delle due famiglie Cazzadore e Giordani, per condurre uno stile di vita di reciproco aiuto nella vita quotidiana ma anche di apertura verso la comunità.
La struttura vuole essere oltre che abitazione anche centro di aggregazione e servizio per il territorio.
Abbiamo condiviso alcuni progetti che nel corso del tempo vorremmo riuscire ad attivare:

  • La struttura è a disposizione di gruppi giovanili per attività culturali, spirituali e ricreative e più in generale di interesse sociale (attività di oratorio, riunioni, ritiri spirituali, campi scout, campi OMG, etc…)
  • Formazione extra-scolastica finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica, alla prevenzione al bullismo e al contrasto della povertà educativa.
  • Possibile accoglienza temporanea e non definitiva a soggetti in difficoltà economica o sociale, reinserimento sociale di soggetti svantaggiati.
  • Reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati sia tramite l’utilizzo delle risorse agricole presenti e la creazione di un’azienda agricola con vendita dei prodotti, sia con progetti di altra natura.
  • Gestione di alcune camere come B&B. – Attività didattico-formative aperte a scolaresche, famiglie e gruppi che intendono approfondire la propria conoscenza del mondo rurale (fattoria didattica).
  • Disponibilità degli spazi per feste e ricevimenti.
    Per l’avvio di queste attività potrà essere costituita apposita associazione di volontariato o potrà essere prevista l’adesione ad associazioni di volontariato già presenti sul territorio. Alcuni progetti avranno un fine totalmente gratuito, altri serviranno a sostenere le spese della struttura e delle famiglie. Mariella e Francesco & Anna e Agostino

Lettera a una figlia che ha scelto di farsi “matita nelle mani di DIO”.
Ecco un esempio di conversione anche quando si è già buoni e belli, un esempio di conversione familiare…
Caro direttore, sino all’età di 30 anni Desirée, nostra figlia, è stata una ragazza come tante: bella, fidanzatissima e con il dono della conoscenza di 4 lingue, che le ha permesso di relazionarsi con una moltitudine di persone , dato che faceva parte degli staff di animazione in villaggi turistici e navi da crociera. Per ultimo era passata a fare la hostess di compagnie aeree, a essere, quindi, un’assistente di volo. Era sempre allegra e spensierata, ma solo apparentemente. In realtà era spesso inquieta e, forse, il suo continuo viaggiare non è stato altro che una ripetuta ricerca del senso dell’esistenza. Così, dopo i 30 anni, folgorante è stata per lei la Giornata mondiale della gioventù di Madrid, dove era stata invitata da un sacerdote missionario, suo amico, che sarebbe poi diventato la sua guida spirituale. Lì ha scoperto ciò che già si trovava nel suo cuore: percepisce la presenza di Dio nella sua vita e, soprattutto che questa va cambiata. Desirée, quindi, decide di ritirarsi dal suo lavoro, da una frenetica esistenza fatta di apparenza. Abbandona il lusso, si spoglia delle cose superflue, lascia il fidanzato e si dedica agli ultimi, ai bisognosi, prendendosene cura. Diventa una “annunciatrice di Dio” e intraprende una vita umile e fatta di semplicità.
Oggi vive a Roma ed è molto vicina alle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta, della quale è follemente innamorata cercando di seguirne l’esempio.
Svolge umili lavoretti, che le consentono di vivere modestamente. Alla soglia dei suoi 40 anni, prosegue ostinata e inflessibile, salda nel portare agli altri la gioia dell’incontro con Gesù e continua a mettere alla prova questa sua vocazione.
Noi genitori, all’inizio, scossi da un così radicale cambiamento, abbiamo fatto fatica ad accettare e condividere questa scelta. Poi, pian pianino –ecco perché condividiamo questi pensieri anche con lei, direttore, e con i lettori di “Avvenire”- abbiamo compreso che ciò poteva essere, invece, un dono per tutti, e un faro che avrebbe potuto guidare e illuminare tutta la nostra famiglia. Ieri Desirée faceva la hostess, contribuendo a rendere più confortevole il volo dei passeggeri. Oggi, invece, aiuta le anime a essere migliori. Per questo, per i suoi 40 anni, le auguriamo di continuare a rimanere così: una “piccola matita nelle mani di Dio”. Mamma Lina e papà Sergio

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