Riprendiamo la pubblicazione del Jobel, il giornalino della nostra Parrocchia
Carissimi, a volte quando dialogo con le persone su aspetti importanti della vita, mi viene spontaneo fare questa domanda: lei è credente? La risposta quasi di tutti è questa: si, ma a modo mio. Con questa espressione si intende generalmente: sono credente ma non praticante, sono credente ma non mi identifico pienamente con la Chiesa. Secondo me questa risposta ha due valenze, una positiva e l’altra più problematica. L’aspetto positivo è questo: la nostra relazione con Dio è una relazione personale, diretta. Ognuno ha la sua relazione con Dio, e questa relazione coinvolge il profondo della nostra persona. L’aspetto più problematico invece è che questo modo di vivere la fede e troppo chiuso in se, si corre il rischio di farci un immagine di Dio secondo la nostra mentalità, i nostri bisogni; si è credenti cristiani non secondo noi ma secondo Cristo. “Dio nessuno l’ha mai visto, il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che lo ha rivelato “ dice San Giovanni. Siamo tutti alla ricerca e la Chiesa è proprio questo ambito di ricerca e di approfondimento del messaggio del Vangelo di Gesù. Il Vangelo e la vita di Gesù sono fondamentali per comprendere il vero volto di Dio. La relazione con Dio è senz’altro personale ma è anche comunitaria. Seguire Gesù comporta camminare insieme nella ricerca della Verità, insieme per vivere il comandamento fondamentale del Vangelo quello dell’amore del prossimo. Quest’anno si offriranno le conclusioni del Sinodo che ha coinvolto tutta la Chiesa a tutti i livelli, ed anche le nostre comunità parrocchiali. Usciamo dal modo di pensare “si è sempre fatto così”, disponiamoci a migliorare, la fedeltà al Vangelo è sempre da ricercare nella fedeltà e nella novità. Buon mese di gennaio! d. Alberto
Non hanno perso tempo e si sono dati da fare… !
Durante le vacanze di Natale l’oratorio con i bambini e il catechismo sono stati in pausa, ma i ragazzi delle medie e gli animatori non hanno perso tempo e si sono dati da fare! Nella settimana tra Santo Stefano e Capodanno i ragazzi di seconda e terza media insieme ai ragazzi dell’oratorio di Brusnengo e di Valdengo hanno fatto un campeggio invernale con sede a Lozzolo. Tra giochi, attività formative e ricreative e gita sulla neve, c’è stato il tempo per dedicarsi alla solidarietà: si è svolta una raccolta casa per casa di generi alimentari destinati all’Ucraina, di cancelleria dedicata al doposcuola che l’Associazione Hope Club porta avanti al campo Sinti di Biella e di prodotti per l’igiene personale per il carcere di Biella. I ragazzi di prima superiore nella stessa settimana hanno partecipato ha una raccolta viveri in Trentino insieme ad alcuni oratori di Brescia, Casale Monferrato, Verona e Pisa. La settimana successiva è stato il turno degli animatori più grandi, dalla seconda superiore in poi. Alcuni sono andati in Trentino ad un campo di lavoro insieme agli animatori di altri oratori, altri invece sono andati fino in Calabria a raccogliere le arance che poi verranno vendute anche fuori dalla nostra chiesa. Tutte le attività svolte dai ragazzi più grandi sono per reperire i fondi necessari a mantenere le missioni dell’operazione Mato Grosso in America Latina. Silvia
Regalare un po’ di tempo alla settimana aiutando bambini e ragazzi
Finalmente dopo due anni di restrizioni dovute al Covid il doposcuola è tornato alla normalità. Quest’anno partecipano come volontari una quindicina di ragazzi delle scuole superiori che hanno deciso di regalare un paio d’ore alla settimana aiutando bambini e ragazzi a svolgere i compiti. Il doposcuola è pensato non solo come supporto concreto allo studio per i bambini, ma vorrebbe insegnare anche ai giovani il valore del volontariato: in un mondo sempre più egoista, ogni piccolo gesto di altruismo può fare la differenza. Sono presenti anche alcune insegnanti in pensione la cui esperienza e dedizione davvero qualifica il nostro doposcuola. In questi ultimi anni e dopo la pandemia sempre più bambini hanno problemi a scuola, sia relazionali e sia legati all’apprendimento, per cui oltre alle ore dedicate ai bambini vengono proposti ai volontari incontri mensili di formazione e di approfondimento su vari temi sociali e didattici. Il doposcuola riapre da lunedì 9 gennaio. Bea
Da martedì 27 al primo giorno dell’anno la nostra parrocchia ha ospitato un campo di lavoro per i poveri organizzato dai gruppi dell’Operazione Mato Grosso del Piemonte. Più di cento giovani dai 18 a 30 anni hanno lavorato insieme in vari posti ed il ricavato del loro lavoro va a sostenere le Missioni che l’O.M.G. in America Latina (parrocchie, oratori, scuole professionali). Al mattino alle 6.15 erano presenti nella nostra chiesa cento giovani a pregare, poi colazione e si partiva per i lavori divisi in vari gruppi. Alla sera si trovavano sia per approfondire le motivazioni che reggono il loro impegno sia per presentare le varie esperienze che alcuni di questi giovani avevano fatto di servizio in Missione. Un clima di amicizia, di gioiosa allegria e di impegno serio, tutto questo sino al mattino di Capodanno. Davvero bravi, quasi da non crederci!!
Non è vero che non si può fare nulla!
Il 6 gennaio è la festa della manifestazione di Gesù ai popoli della terra, festa che nasce da un racconto dei Vangeli. L’arrivo dei Magi a Betlemme è la dichiarazione dell’universalismo e della missionarietà della venuta di Cristo. Nell’Epifania sono i popoli della terra che vanno a Betlemme e portano doni a Gesù, al termine del Vangelo Gesù manda la Chiesa nel mondo “Andate e fate mie discepole tutte le genti…” (Mt. 28,18). Se il tema centrale della Chiesa è come andare tra le genti la risposta, come ha richiamato Papa Francesco, la troviamo di nuovo nel Vangelo: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i migranti, …E’ certamente difficile per ogni cristiano, quando agisce singolarmente, rispondere ai bisogni di accoglienza e di aiuto che provengono da persone vicine e lontane, l’impegno di una comunità rende possibile moltiplicare le forze e muoversi in più direzioni. E’ questo modo di agire che muove la comunità della Parrocchia della Speranza di Cossato. I gruppi che animano la vita parrocchiale cercano di rispondere a bisogni diversi in uno sforzo comune e solidale. L’Associazione “La Speranza” è impegnata nell ’accoglienza, nel sostegno e nell’aiuto materiale alle persone in stato di bisogno. Il gruppo giovani dell’oratorio svolge un prezioso lavoro educativo nei confronti delle ragazze e dei ragazzi della parrocchia e offre il suo sostegno anche ad altre realtà oratoriali. Il gruppo dell’ ”Operazione Mato Grosso” è fortemente impegnato in ambito missionario e fonde il suo impegno con le iniziative educative parrocchiali. Oltre a raccogliere fondi attraverso a una serie di attività, alcuni giovani fanno esperienze di missione in Sud America portando le loro competenze e la loro umanità, arricchendo la propria personalità di donne e uomini. Anche alcune famiglie realizzano attività di aiuto alle missioni in particolar modo in rapporto con il “CUAMM medici con l’Africa”. Dal gruppo Scout è nata l’esperienza di una ragazza che ha portato il suo impegno con “Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo” l’ONG fondata da “Don Vittorione”, al secolo Vittorio Pastore, e da Monsignor Enrico Manfredini di Piacenza. Il gruppo missionario della Parrocchia e alcuni parrocchiani già negli anni ’80 e ’90 avevano collaborato con “Africa Mission” ed ora la collaborazione è stata rinnovata. In questi mesi ricorrono i 50 anni di “Africa Mission”, in questa occasione è stata portata nel Biellese una mostra che non è rivolta tanto a ripercorre la storia dell’organizzazione, quanto a presentare come oggi è possibile aiutare lo sviluppo delle zone più povere del mondo, quali la regione della Karamoja in Uganda, con una serie di progetti che spaziano dall’educazione giovanile, alla formazione professionale, all’aiuto allo sviluppo agricolo, fino alla perforazione dei pozzi per dare acqua potabile ai villaggi rurali e alle scuole. Tutto questo senza scordare l’aiuto alimentare che in questi mesi è diventato particolarmente importante in Karamoja e in diverse altre zone dell’Africa, dove si sta soffrendo la fame e crescono le morti per denutrizione di adulti e bambini. L’Africa ha bisogno di aiuto, perché l’Africa sta tornando indietro e soffre di nuove forme di sfruttamento e colonizzazione che la impoveriscono. Papa Francesco, nel recente incontro con i volontari del CUAMM ha sollecitato a dare voce all’Africa perché “La pandemia del Covid, la guerra e la grave crisi internazionale stanno mettendo tutti a dura prova. Così anche le condizioni di siccità … E se la situazione è difficile per il mondo sviluppato, lo è ancora di più per l’Africa, dove le conseguenze sono drammatiche, perché le popolazioni sono già molto povere e mancano sistemi di protezione sociale. L’Africa sta tornando indietro e la povertà si sta aggravando. I prezzi delle derrate alimentari stanno salendo ovunque portando fame e malnutrizione; i trasporti sanitari sono bloccati per il costo eccessivo del carburante; i farmaci e il materiale sanitario scarseggiano ovunque. È una “guerra” nascosta, che nessuno racconta e sembra non esistere e impatta invece in modo durissimo, specie sui più poveri” (Papa Francesco in udienza il 19 novembre 2022).
In questo contesto, rispondendo seppur indirettamente all’invito del Papa, presso la Chiesa parrocchiale della Speranza sarà possibile visitare la mostra di “Africa Mission” dal 5 al 8 gennaio. Serve per riflettere e cercare di capire cosa si può fare agendo insieme per affrontare i problemi che assillano questo mondo, perché non è vero che non si può fare nulla, è vero che agendo insieme come comunità i problemi possono essere affrontati e molte persone possono essere aiutate a vivere in modo dignitoso in un mondo più giusto e solidale. Paolo
Per amare ed essere amati
“La società in cui viviamo appare spesso sbilanciata sull’emozione, sul sentimentalismo; pulsioni che devono trovare sfogo, che divampano e si consumano in un batter di ciglia, orientate dalla logica del piacere. Nelle nostre comunità educanti si è molto attenti all’aspetto cognitivo e culturale dei giovani – certamente importante – ma non si ritiene che il mondo degli affetti sia “educabile”, né degno di particolari cure. Così ci ritroviamo menti brillanti che, però, sono incapaci di vivere l’affettività: in balìa dei propri impulsi, spesso confuse e poco inclini a realizzare relazioni stabili e durevoli nel tempo… Occorre trovare una via sicura, che conduca a una mèta alta ed abbia a cuore il mostrare la bellezza di una natura umana fatta di relazione e animata dal profondo desiderio di “amare ed essere amati”. Questa è la premessa dalla quale si vuole partire per promuovere una serie di incontri di educazione affettiva e sessuale in parrocchia.
In questo ultimo periodo ci hanno lasciato:
Angelini Mario di anni 83. Abitava in via Paruzza 65. Lascia la mogie Giuseppina Demargherita. Il funerale è stato celebrato nella nostra Parrocchia martedì 20 dicembre.