Insegnamento cellule nr° 6 Marzo 2017

“La donna intanto lasciò la sua anfora e andò in città   …” (Gv. 4,28)

Carissime/i,

questa sera riprendiamo il Vangelo di domenica scorsa, il dialogo di Gesù con la Samaritana. Questa pagina di  Vangelo è ricca di suggestioni e di simboli  che ci aiutano  comprendere sempre più profondamente il mistero della nostra relazione con  Gesù. Relazione di una ricchezza infinita dove siamo coinvolti  personalmente, essa  è  l’aspetto più profondo della nostra fede.

Prendiamo allora il testo e leggiamolo attentamente Gv. 4,5-29

Gesù stanco del viaggio si sedette sull’orlo del pozzo … (v.6)

Già questa semplice annotazione è ricca di suggestioni, il pozzo è il dono che Dio ha fatto al suo popolo nel cammino del  deserto (Nm. 21,16-18), e in generale nella tradizione più ampia giudaica il pozzo e l’acqua diventano la legge, la sapienza, la liberazione di Dio. Tutti questi significati si affacciano al dialogo di Gesù con la Samaritana. Per Gesù l’acqua è la rivelazione di Dio che si fa dono nello Spirito, è il dono dello Spirito che scorre come fiume di acqua viva. Gesù che siede stanco vicino al pozzo nella tradizione cristiana è  l’immagine di Dio che è alla ricerca dell’uomo, l’immagine di Dio che attende l’uomo perché venga a lui. Un antico inno medioevale ha questa espressione “nel cercarli ti sei seduto stanco…” e si riferisce proprio a questo brano evangelico. (Cf. dies irae)

Arriva una donna Samaritana…” (v.7)

E’ il momento dell’incontro. Inusuale che una donna venga attingere acqua proprio nel momento più caldo della giornata, normalmente si andava al mattino presto o alla sera al calar del sole. Dal seguito del racconto, sapremo che questa donna era una donna “chiacchierata”,  guardata male per la sua posizione irregolare, per questo forse si reca da sola a mezzogiorno al pozzo. Dal racconto sembra un incontro occasionale, non  previsto, i discepoli sono andati a cercare qualcosa da mangiare nel villaggio…  Ad uno sguardo più profondo si intuisce che non è così:  è Gesù che vuole incontrare proprio lei. Gesù rompe gli schemi e dialoga con la donna come fosse una discepola, non importa se donna, Samaritana e convivente, non si lascia condizionare dai giudizi degli uomini e la sua accoglienza è totale.  Non accoglie la donna alla fine, quando ella ha compreso, la sua accoglienza è già totale in partenza.

Nella Samaritana siamo chiamati ad identificarci tutti noi personalmente; è una figura simbolo che va oltre se stessa. E’ l’immagine di Israele  popolo infedele  e anche di una Chiesa incoerente e superficiale. E’ l’immagine di ciascuno di noi dalla vita distratta e presa dalle molte preoccupazione e contraddizioni.

Gesù le dice: dammi da bere …” (v. 7)

E’ il paradosso del Salvatore del mondo che si fa bisognoso e mendicante per avere la possibilità di incontrare gli uomini nei loro stessi bisogni e dare loro l’acqua che disseta. E’  la meraviglia di un Dio che chiede per dare.   Dio si fa piccolo, bisognoso, mendicante per invitarci ad aprire il nostro cuore e poterci colmare di infiniti doni.  Dio entra nella nostra vita chiedendoci qualcosa, chiedendoci di aprire il cuore, di venire incontro ai bisogni di chi ci è vicino o che incontriamo, chiede atti di generosità, di solidarietà e questo per entrare nella nostra vita e fare crescere la capacità di amare.

Se tu conoscessi il dono di Dio  …” (v. 10)

La donna è ferma all’acqua del pozzo che è venuta attingere . Non sospetta che possano esserci un’altra acqua, un’ altra sete. Purtroppo non sempre l’uomo avverte che anche nei suoi bisogni più immediati e terreni possono nascondersi bisogni più alti e solo la Parola di Gesù che riesce rendere l’uomo avvertito, liberando la verità nascosta nel suo cuore. La Parola di Gesù  svela all’uomo la profondità dei suoi bisogni… Gesù è venuto per chiarire l’uomo a se stesso. L’acqua che Gesù dona  è una fonte zampillante generatrice di vita eterna. Certamente l’acqua di Gesù non  sottrae l’uomo ai suoi bisogni e alle fatiche di ogni giorno però gli permette di viverli con un altro  respiro e un altro orizzonte. L’acqua di Gesù non cambia le cose ma fa molto di più, rinnova  e fa crescere l’uomo nell’orizzonte di Dio.

Signore dammi di quest’acqua …”  (v. 14)

La donna chiede l’acqua per non venire più al pozzo, tuttavia nella sua incomprensione comincia farsi strada il desiderio, avviene una inversione di ruoli: all’inizio era Gesù che chiedeva da bere, ora è la donna che lo chiede. Anche se ancora ferma nel suo fraintendimento compie un passo importante, quello della richiesta, del desiderio. Chiedere è il modo  corretto di stare davanti al Signore;  i doni di Dio sono gratuiti ma vanno anche domandati e desiderati. Dio li distribuisce a piene mani ma non li svende…

Va a chiamare tuo marito e ritorna…”  (v. 16)

Gesù decide allora di tentare un percorso che più direttamente entri nella vita personale della donna. La nostra relazione con Dio ed  il dialogo con Lui  non si ferma al generale,  alla società, alle  modalità comuni ma entri in profondità nella nostra persona, nel più profondo di noi stessi per guarirci e salvarci…  con estrema delicatezza, illuminando la verità del nostro cuore. E’ luce che salva e che guarisce entrando  sempre più in profondità.

Non riesco a commentare tutto il testo che lascio però alla vostra riflessione, è davvero una pagina molto bella del Vangelo e lo Spirito Santo susciterà nei vostri cuori moltissime altre risonanze.  

 

Alcune domande:

  • Ci sentiamo amati e attesi dal Signore?
  • Come interpretiamo le parole di Gesù sull’acqua viva e sull’ adorare “il Padre in  Spirito e Verità”?
  • Confrontiamoci come portiamo avanti i nostri impegni quaresimali.

 

Buona preghiera

 

Don Alberto

Cossato, 21 Marzo  2017

 

Riflessioni liberamente tratte dal libro di Bruno Maggioni “La brocca dimenticata” i dialoghi di Gesù nel Vangelo di Giovanni – ed. Vita e pensiero –  libro che consiglio caldamente di leggere .