Insegnamento Cellule n° 9 Giugno 2018

 ”Io sono con voi tutti i giorni! ”   (Mt. 28,20)

 

Carissimi/e,

leggiamo il Vangelo di domenica 27 maggio  festa della SS. Trinità. Questa festa è posta a conclusione dei due grandi cicli, quello di Avvento e di  Natale e quello della Quaresima e Tempo di Pasqua, che celebrano  i misteri fondamentali della nostra fede. Giustamente la Chiesa  vuole così sottolineare il punto di partenza e il punto di arrivo di tutta la storia della salvezza e di tutta la storia dell’umanità, che è Dio. Siamo in una società dove pare che  Dio sia superfluo, non più significativo per la vita degli uomini. Questo è il pensiero laico che però sta venendo contraddetto dagli attuali sviluppi della storia. Vediamo infatti oggi che il nome che gli uomini danno a Dio influisce molto  nella  vita sociale, politica ed economica delle nazioni.  Pensiamo ad esempio al modo di vivere di alcuni paesi islamici, oppure induisti, oppure  buddisti, oppure atei, ecc… vediamo come la  religione – o la non religione –  determina a volte  il sistema legale e politico dei vari paesi. Io penso che il nome che diamo a  Dio sarà determinante per il futuro della società.  Per noi cristiani Dio si è rivelato nella storia proprio per fare si che la storia degli uomini diventi storia di salvezza, cioè raggiunga il suo vero fine, raggiunga la sua pienezza. Dio non  è solo il punto di partenza ma è anche il punto di attrazione di tutto lo sviluppo umano. Riflettere su di Lui  significa allora riflettere sul senso della nostra vita, su dove stiamo andando , sul significato delle cose che ci succedono, e non sono riflessioni astratte ma molto concrete.

Leggiamo il Vangelo di domenica scorsa della SS. Trinità Mt. 28, 16-20

                                       “Andarono in Galilea . .. (v. 16)

E’ significativo questo luogo. Per gli ebrei la Galilea  era il luogo dove convivevano insieme diverse popolazioni e gli ebrei si trovavano mescolati con i pagani. “Galilea delle genti”, infatti viene definita.  Ed è proprio lì che Gesù dona le sue ultime consegne. In realtà   abitiamo tutti in Galilea, cioè viviamo inseriti in un contesto sociale dove si incontrano modi di pensare diversi, culture diverse e anche popolazioni diverse. E’ proprio qui che Dio ci chiama per inviarci…

                                        “Essi però dubitavano…” (v. 17)

E’ significativa questa osservazione di Matteo, proprio nel momento culminante dell’ultimo incontro visibile di Gesù con gli Apostoli.  Questo ci dice che il gruppo apostolico non era un gruppo di “fans” entusiasti ed esaltati ma erano persone molto normali che si sono trovate di fronte ad avvenimenti straordinari, impensabili e la loro difficoltà a consegnarsi a questa realtà “impossibile” è comprensibile. Dio è davvero “altro” rispetto al nostro modo di pensare e il suo modo di agire ci sorprende sempre.  Dio non può essere compreso pienamente dall’uomo, proprio per questo è fondamentale la fede, che non è  irrazionalità  ma è accettare di andare oltre alla nostra capacità di comprendere. Come dice la Sacra Scrittura, i pensieri di Dio “ non sono i nostri pensieri e le Sue vie non sono le nostre vie”. La fede in Dio non è la risoluzione di tutti i problemi ma è abbandonarsi fiduciosi alla sua volontà  nella certezza che lui vuole il nostro vero bene e ci indica la strada giusta.

           ”Battezzando nel nome del Padre del Figlio dello Spirito Santo ….” (v. 19)

La fede in Dio Padre Figlio e Spirito Santo è  frutto della rivelazione di Gesù. Essa rivela che Dio è in se stesso nel suo essere più profondo comunione di amore, dono reciproco totale, unità  assoluta nell’amore, tanto da formare un’unica realtà,  appunto quella del Dio unico. Se Gesù non ci avesse rivelato questo, l’uomo non avrebbe potuto raggiungere questa conoscenza,  che spiega il punto di partenza e il punto di arrivo di tutta la realtà, ne rivela il significato più profondo. Battezzare nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo significa annunziare ed inserire tutta la realtà umana in questa infinita dimensione di amore. I cristiani sono chiamati proprio a questo, annunciare  questa realtà che orienta tutta la storia. Dio si è rivelato e se noi conosciamo qualche cosa di Lui è perché Lui è intervenuto direttamente nella storia degli uomini per salvarci:   cioè fare si che il cammino degli uomini raggiunga il suo scopo,  fare entrare  tutti gli uomini nell’amore di   Dio.  Questo è il fine della storia, ogni uomo è chiamato a diventare  figlio di Dio  e Dio lo chiama a partecipare alla sua stessa realtà divina. Essa  si godrà pienamente nel mondo futuro, quando vedremo Dio come egli è. Il segno della croce esprime in modo semplice, breve e pieno questa realtà. Nel nome del Padre del “Figlio e dello Spirito Santo” dice che Dio è comunione di amore, il segno della croce dice che Dio ci ama fino a donare tutto se stesso, fino alla morte in croce  e nel sangue di Cristo noi siamo resi suoi figli. Il fatto che prenda simbolicamente tutto il nostro corpo dalla testa al petto, da una spalla all’altra, dice  che tutta la nostra realtà umana è immersa in questa realtà di amore.

                       ”Io sono con voi tutti i giorni ….” (v. 20)

Non solo arriviamo da Dio e a Dio ritorneremo, non solo Lui si è reso presente nella nostra storia ma Lui stesso in Gesù e nello Spirito Santo ci accompagna ogni giorno. L’espressione di Gesù indica non solo vicinanza, intimità di amicizia che giunge fino alla reciproca inabitazione, ma anche un rapporto dinamico dove noi siamo corresponsabili e partecipiamo attivamente alla volontà di Dio,  quella  di avere come figli tutti gli uomini. Il mandato del cristiano non è qualche cosa che si aggiunge alla realtà umana ma qualche cosa che ci rende attivi e protagonisti del fare si che tutta la realtà stessa giunga alla pienezza del suo fine,  per cui è stata creata,  che è amore. Per questo il concilio dice: “Le gioie e le speranza, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranza le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa vi è di genuamente umano che non trovi eco nei loro cuori. La loro comunità,  infatti, è composta di uomini , i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti, perciò essa (la Chiesa) si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.” (Gaudium et spes proemio)

                        

Alcune domande:

  • La nostra conoscenza di Dio arriva da Gesù, quanto è importante il Vangelo per l mia vita spirituale e nella mia relazione con Dio? Qual è la tua esperienza di fede nel Cristo Risorto?
  • Come faccio il Segno della Croce e come lo insegno a fare ai bambini?
  • Quali sono le vicende della mia vita che mi hanno aiutato ad aprirmi alla fede in Dio?

Buona preghiera

                                                                                                                                                                                                                                                                 don Alberto

Cossato, 29 Maggio  2018