Insegnamento cellule n° 17 Dicembre 2016

Eccomi sono la serva del Signore…” (Lc. 1,38)Carissime/i,

Carissime/i

                     siamo vicini al Natale,  questa sera leggeremo il brano  del Vangelo di Luca: l’ Annunciazione. Questa pagina ci parla di Maria e con lei davvero ci prepariamo  bene a vivere il mistero del Natale.  Maria è l’immagine perfetta della Chiesa e della nuova umanità, e la festa che abbiamo vissuto dell’Immacolata concezione ha proprio questo significato:  in Maria siamo chiamati a contemplare il progetto di Dio su di noi e la risposta che noi dobbiamo al Signore.

Il primo atteggiamento di fronte al brano dell’Annunciazione è quello del silenzio e della contemplazione. Faccio mia una preghiera di Martini: “Maria parlaci tu perché noi non sappiamo parlare di te: parla dunque tu a noi, noi intuiamo che il mistero dell’ Annunciazione è legato a quello della croce: uno spiega l’altro, uno è radice dell’altro. Tu, che sotto la croce vivi la morte del Figlio tuo e l’amore infinito del Padre per l’uomo, donaci di comprendere le radici misteriose di quest’amore, di penetrare nel tuo “si” al volere del Padre da cui tutto è nato, in cui tutto ritorna, al quale tutto si riconduce “.

Prendiamo allora  Luca 1,26-38

     

 

Ti saluto o piena di grazia … (v.28)

Riprendo quasi per intero  il commento di Bruno Maggioni.  “Ti saluto” è  una traduzione troppo debole. Il verbo greco significa: gioisci, rallegrati. Maria è chiamata per una missione  ma prima è invitata alla gioia. E’ meglio tradurre cosi: “Rallegrati prediletta da Dio, il Signore è con te”. Piena di grazia, la traduzione riprende alla lettera la traduzione latina fatta da San Girolamo. Ma sarebbe meglio tradurre  “amata gratuitamente” ed il verbo greco dice anche la continuità e la permanenza di quest’amore, quindi “amata gratuitamente da Dio e per sempre”. Questa è la traduzione esatta ed è anche il  nome che Dio dà a Maria. Quando Dio chiama gli eletti per farli strumento di salvezza,  non soltanto li chiama per nome ma dà loro un nome nuovo capace veramente di esprimere la loro entità e la loro vocazione. Il nome di Maria ”amata gratuitamente e per sempre da Dio” dice la gratuità e la fedeltà dell’amore di Dio che è la radice di ogni corretta comprensione di  Dio, dell’uomo e del mondo, di questa radice Maria è l’icona luminosa  e trasparente.

Il Signore è con te” essere con noi è il nome che Dio ha rivelato a Mosè sul Sinai, è il nome che Dio si dà davanti all’uomo, è il nome con cui vuole essere invocato.

 

Com’ è possibile …” (v.34)

Ma come risponde Maria al saluto dell’angelo e al compito che le viene affidato? Certo con pieno assenso ma l’assenso è preceduto dalla perplessità e dal turbamento e poi da una domanda esplicita “Com’è possibile? Non conosco uomo”. Può sembrare curioso, ma è bellissimo, la prima parola di Maria rivolta a Dio è una domanda. La fermezza e la totalità dell’assenso non escludono ma bensì esigono un cammino di discernimento, in cui la persona interroga Dio e se stessa. A volte la perplessità ed il turbamento accompagnano un lungo periodo di discernimento dove si interroga la volontà di Dio attraverso il Vangelo, le intuizioni interiori, gli avvenimenti che ci succedono, periodo in cui siamo chiamati ad abbandonare i nostri progetti per accogliere quello di Dio su di noi. Ma poi alla fine c’è la gioia. Queste cose ci dice il Vangelo, le ha vissute anche Maria e fanno parte della fede e del vero consegnarsi al Signore che non è mai una decisione acritica, superficiale, dove la nostra personalità è soffocata.

 

Lo Spirito Santo scenderà su di te …” (v.35)  Luca ci introduce attraverso Maria al  mistero del concepimento di Gesù. La tradizione cristiana scorge in quel “non conosco uomo” la volontà di Maria di rimanere vergine. Ricordando la scelta verginale di Maria,  Luca mostra che il rapporto tra Gesù e la madre non si riduce ad una semplice parentela. La maternità di Maria si inserisce in una scelta di fede, di consacrazione e di discepolato. Maria non è una madre che poi si fa discepola, ma una discepola chiamata ad essere madre. La sua maternità è discepolato già nella sua radice come continuerà esserlo per tutta la vita.   La maternità verginale dice anche chiaramente che Gesù non è un frutto  dell’umanità ma un dono assoluto che viene da Dio.

Anche noi siamo chiamati a generare Cristo ed essere segni della sua presenza avendo in noi come dice San Paolo gli stessi sentimenti di Cristo. Il  mistero dell’incarnazione di Dio non si racchiude nell’avvenimento dell’Annunciazione, lì davvero ha il suo punto fondamentale  ma si prolunga per tutta la storia della Chiesa e dell’umanità attraverso coloro che come Maria si fanno servi del Signore.

 

Sono la serva del Signore …” (v.38)  L’Angelo l’ha chiamata amata gratuitamente, rispondendo Maria chiama se stessa “serva”. “Grazia e servizio”: in questi due termini è racchiusa tutta la comprensione cristiana non solo di Maria ma dell’uomo. La chiamata di Dio è stata da Maria compresa, accolta e vissuta dentro questo schema semplicissimo: il dono ricevuto continua farsi dono. Sta qui tutta la fede, accettare la grandezza che viene da Dio gratuitamente e farne un motivo di obbedienza e servizio. Grazia e servizio definiscono per intero il progetto cristiano di vita: tutto ciò che hai, tutto ciò che sei lo devi considerare un dono e lo devi mettere al servizio. Il passo evangelico ci mostra due fedeltà che stanno tra loro come il dono e la risposta: la fedeltà di Dio che mantiene la promessa fatta ad Israele (il dono) e la fedeltà di Maria che accoglie la Parola di Dio con una disponibilità totale e definitiva (la risposta).

 

In Maria siamo chiamati a vedere prima di tutto il modello del discepolo e del credente. Maria è colei che ha camminato nel pellegrinaggio della fede. Maria è davvero un esempio di relazione con Gesù.

In Maria vediamo poi colei che è potente intercessore perché madre del Redentore e mediatrice di intercessione presso Gesù.

Maria poi è madre in modo particolare dall’affidamento che Gesù sulla croce le ha fatto di Giovanni. Ella è madre della Chiesa, è mia madre, madre di tutti gli uomini, con lei allora si instaura un rapporto di preghiera, di ascolto e contemplazione, di ricorso confidenziale, di rifugio. Davvero Maria ci aiuta ad andare a Gesù e ad amarlo.

 

Alcune domande:

 

  • Come vivo la mia devozione a Maria? Maria per me è più modello e discepola o madre di intercessione…
  • Come mi sto preparando al Natale? Mi ritaglio spazi di ascolto, di preghiera…?

 

Don Alberto

Cossato, 13 Dicembre  2016