Insegnamento Cellule n° 16 Ottobre 2017

”Un povero grida, il Signore lo ascolta …”   (Sl. 34.33)

Carissimi/e,

questa sera commenteremo il  salmo 34. Siamo nel mese di ottobre e molte delle cellule sono impegnate con la preghiera del  rosario nelle famiglie  accogliendo la Madonna nelle case, la cui presenza è simbolicamente rappresentata dalla statua della Vergine di Oropa.  Dato che almeno due volte su quattro la preghiera di corona sostituisce l’incontro di cellula, il salmo ed il suo commento possono svolgersi in una singola sera.

Volgiamo lo sguardo ora sul salmo 34 (nella numerazione ebraica 33). Il  salmista  parla della sua esperienza  di Dio, egli  fa parte dei “poveri di Javhe”, espressione che indica un numero grande di Israeliti di condizione sociale molto semplice,  osservanti della legge e con un atteggiamento interiore di umiltà e di totale confidenza in Dio.  Essi rappresentano il cuore del popolo d’Israele, sono coloro che hanno saputo mantenere vive lungo il corso dei secoli le promesse di Dio e l’attesa del Messia. Simeone ed Anna e soprattutto Maria sono i rappresentanti più grandi di questo popolo.

Prendiamo allora il salmo e leggiamolo attentamente

                              “Benedirò il Signore in ogni tempo ….” (v. 2 seg.)

Con queste parole  gioiose inizia il Salmo 34, un salmo alfabetico. (Ogni verso comincia con una lettera dell’alfabeto che nella traduzione corrente non viene citata). E’ innanzi tutto un salmo di lode e di fiducia. Vi si trova il vocabolario della lode quasi per intero: benedire, lodare, glorificare, magnificare, esaltare. Questi sono i motivi per cui è giusto lodare il Signore, li possiamo elencare brevemente: io cerco il Signore ed Egli mi risponde, un povero grida ed il Signore lo ascolta, chi cerca il Signore non manca di http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa, il Signore è vicino al cuore spezzato,  solleva lo spirito abbattuto. E’ giusto lodare Dio perché Egli è attento, ascolta, risponde, partecipa, in una parola è vicino. Si sente nel salmo una religiosità molto viva, serena, semplice.   Ripensando alla sua esperienza, il salmista, gli viene spontaneo ringraziare Dio perché constata che lo ha sempre ascoltato premurosamente, e invita allora le altre persone come lui, gente povera  e semplice a lodare il Signore e a conservare  sempre la fiducia in Lui.   Il salmista esprime bene la fede tradizionale di molte persone, (dei nostri genitori, delle nostre nonne… ) essa è  la via  maestra  della semplicità (infanzia spirituale direbbe S. Teresina del bambin Gesù), in questa semplicità Dio diventa familiare all’uomo ed  esperienza personale. Questo salmo ci invita ad affidarci a Dio che è amore.

                               “Vi  insegnerò il timore del Signore  ….” (v. 12 seg.)

Nella seconda parte il salmo assume una coloritura nettamente sapienziale e come un padre, un maestro, che  indirizza il figlio-discepolo per proporgli una lezione di vita dal valore universale. Il salmo si rivolge ai credenti poveri, essi sono i giusti, i non violenti, poveri certo di beni e di peso sociale ma proprio per questo tenuti in gran conto da Dio. Il Signore  li guarda, li ascolta,  è attento al loro grido. Ecco alcune caratteristiche di questi poveri:  desiderare la vita, preservare la lingua dal male e da parole bugiarde, fare il bene, cercare con coerenza la pace. Suggestivo è questo appello a cercare la pace che in fondo è il desiderio di Dio,  (Beati gli operatori di pace,  dirà Gesù nelle beatitudini  Mt 5,9).

Questa indicazione esprime una caratteristica fondamentale dell’uomo di fede; è un uomo che cerca di unire, di sanare le divisioni, di perdonare ed invitare al perdono, di non fermarsi alle difficoltà del presente ma di puntare con fermezza ed umiltà a prospettive di dialogo e di amicizia.

                                “Molte sono le sventure del giusto ….” (v. 20)

Ma è proprio vero che Dio ascolta sempre? Ci sono altri salmi che invece sottolineano drammaticamente il “silenzio”  di Dio. Per la verità il salmista sa che può capitare che anche il giusto venga duramente colpito, tuttavia anche di fronte a questo caso la sua fiducia nel Signore non sembra incrinarsi “da tutte le (sventure) lo liberi il Signore”. Preserva tutte le sue ossa (v.21) Quest’ultima immagine che secondo alcuni studiosi è evocata anche da Giovanni ai piedi della croce del Cristo trafitto (Giov 19,33.36) raffigura la protezione di Dio che si stende sulla struttura portante dell’essere umano, raffigurata dalle  ossa.

Anche se la tempesta delle persecuzioni incombe sul suo servo, Dio impedisce che le sue ossa siano toccate, cioè che la sua identità interiore venga compromessa.

Davvero questo salmo parla con il cuore e al cuore, esprime una esperienza profonda e personale di Dio che nasce da una vita semplice, vissuta con giustizia, generosità e preghiera, alla ricerca della pace. Facciamolo diventare anche nostra esperienza personale…

Leggiamo la traduzione di questo salmo fatta da Carrarini che ci aiuta proprio  a ripensare questo salmo in termini attuali e personali.

Alcune domande:

 

  • L’ esperienza personale di Dio che descrive il  del salmista  corrisponde alla nostra esperienza?
  • Povertà, semplicità di vita ed esperienza di Dio: siamo convinti che Dio è vicino ai poveri e ai semplici più che ai ricchi e ai sapienti? Ci ritroviamo nelle parole di Gesù “Ti benedico Padre, Signore del cielo e della terra perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli ” (Mt 11,25).
  • Lodiamo Dio perché  è vicino ai poveri ed è presente nella  nostra vita?
  • Che parte hanno i salmi nella mia preghiera?

(Consiglio: non buttare via il foglio del salmo -le due traduzioni- ma usiamolo anche per la nostra preghiera personale durante questa settimana.

                                            Buona preghiera

                                                                         Don Alberto

Cossato,  24  Ottobre    2017