Insegnamento Cellule n° 14 Ottobre2016

 Tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio  (1Cor 3,23)

 

 

Carissimi/e,

 

nella lettera ai Corinti,  appare chiaramente che il problema principale di quella Comunità è la  divisione. Già questo tema è stato  trattato nei primi due capitoli  letti la volta precedente, ora  Paolo continua  a fare riflettere i Corinti su questo problema anche nel capitolo  3°  e 4° che affronteremo questa sera. Il problema dell’unità è sempre stato un tema fondamentale, Gesù stesso nella preghiera dell’ultima cena prega perché i suoi discepoli siano uniti  e che si vogliano bene, e questo è fondamentale perché il mondo si convinca della verità del Vangelo. L’essere uniti, aiutarsi come fratelli che si vogliono bene è parte integrante del Vangelo ed è ciò che ha convinto il mondo pagano di allora a convertirsi ad esso. I pretesti e le occasioni per dividersi ci sono sempre stati e a tutti i livelli ed anche ci sono al nostro livello di piccole Comunità. Si tratta allora  di fondare il valore dell’unità sul  comandamento dell’amore reciproco e di sapere scegliere all’interno delle dinamiche della vita quotidiana le ragioni e gli atteggiamenti che portano all’unità, lasciando dietro le ragioni della divisione che molte volte come nella Comunità di Corinto hanno come causa l’invidia ed il desiderio di essere meglio degli altri.

Prendiamo allora il testo e leggiamo insieme un brano di questi due capitoli. Esattamente il capitolo 4, 1-7.         

 

Siete ancora carnali dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia … (3 v. 3.)

L’invidia e la discordia sono alle radici di molte divisioni. Ai tempi di Paolo, la Comunità era divisa tra quelli che si erano convertiti grazie alla predicazione di Paolo e quelli  grazie alla predicazione di Apollo, che era uno dei primi  convertiti dalla predicazione apostolica, un uomo dotto e brillante, capace di parlare bene.  Paolo dice che gli apostoli sono solo dei servi chiamati dal Signore a svolgere un particolare compito, ma ciò che davvero è  essenziale è Gesù Cristo e su di Lui  bisogna costruire e si può costruire bene o male (pietre preziose o paglia).

Bisogna stare attenti a non distruggere per le nostre rivalità l’opera di Dio che fa di tutti noi abitazione dello Spirito Santo  (v.1 Cor, 3,16). Ecco quindi un altro motivo per rimanere uniti:  tutti siamo solo dei servi,  ciò che conta è costruire  sulla roccia che è Cristo e tutti  siamo abitati dal Signore;   chi distrugge la reputazione di un fratello colpisce Dio stesso perché siamo suoi tabernacoli e  dovrà renderne conto al Signore. La vera maturità cristiana non consiste nell’essere capaci, istruiti, intraprendenti, ecc  , sono doti importanti ma non fanno parte dello specifico cristiano. Queste doti infatti possono essere usate per dividere e per primeggiare  (siete ancora carnali (v.3,1)).

Adulti nella fede vuol dire saper abbracciare la sapienza nella croce che è l’amore che si dona, che si è manifestato  in Cristo sulla croce. Vivere questo dono ci fa essere di Cristo e ci porterà a possedere tutto in  Dio. Ecco allora il significato della bellissima conclusione del capitolo 3 “Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cèfa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio.” (v. 3,22-23)

 

 

Servi di Cristo ed amministratori dei misteri di Dio…” (v.4,1)

Ecco l’essenza dell’apostolato cristiano! E’ ciò che anche Gesù ha detto nel Vangelo di due domeniche scorse, siamo “servi inutili”, siamo cioè soltanto dei servi. La parola che enunciamo e il mistero che celebriamo è totalmente dono di Dio.

Perché ti vanti? Che cosa possiedi “ che tu non l’abbia ricevuto? E se lo hai ricevuto perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? “ (v. 7). Le nostre doti, capacità, possibilità e soprattutto la fede in  Gesù,   sono doni  gratuiti, arrivano da Dio e guai a noi pensare di esserne i proprietari e gli esclusivi detentori. Anche servire il Signore allora è dono che ci deve mettere in un atteggiamento di gratitudine verso il  Signore e di servizio  gli uni agli altri.

Paolo, in modo ironico,  constata che i veri apostoli stanno facendo una vita molto “grama” per il Vangelo a dispetto ai fedeli di Corinto i quali bisticciano per essere primi e  si pensano i migliori. (Noi stolti voi sapienti, noi deboli voi forti, voi onorati noi disprezzati ) (v. 4-8 e seg.)

 

Vi prego dunque diventate miei imitatori! …” (v.4,16)

Davvero Paolo può porsi come esempio,  perché tutta la sua vita, dalla strada di Damasco in poi è stata totalmente al servizio del Vangelo. Ogni  pastore, nella Chiesa, dovrebbe poter dire ai suoi  fedeli le stesse sue parole.

Il modo di vivere da adulti in Cristo è donare fino in fondo la propria vita,  disponibili a sostenere difficoltà ed incomprensioni.   Una vita donata, vissuta per amore è il segno della vera maturità cristiana. Paolo aggiunge che quando ritornerà a Corinto si renderà “conto non già delle parole di quelli che sono gonfi d’orgoglio, ma di ciò che veramente sanno fare. Il Regno di Dio infatti non consiste in parole” (v. 4,20) ma in un concreto modo di servire e di volere bene.

Il 4 ottobre abbiamo celebrato la festa di San Francesco. Egli è un grande esempio di come l’amore di Cristo ci fa entrare in sintonia (possedere) con tutto il creato. “Francesco è l’esempio per eccellenza della cura di ciò che è debole e di una ecologia integrale ….amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale…viveva con semplicità ed in una armoniosa melodia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso”*.

Francesco è l’uomo della pace e della riconciliazione universale, intuisce  che tutto arriva da Dio, e vive  tutte le cose come dono di Dio e  manifestazione del suo amore per noi; attraverso il creato scopre  una relazione di amore con Dio che lo ha reso capace di possedere tutto nella povertà e nella gioia : tutto è vostro ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio!

 

Alcune domande:

 

  • Come superare le divisioni che ci sono all’interno dei nostri gruppi e delle nostre case e come diventare operatori di pace  nella nostra vita quotidiana ?

 

 

Don Alberto

 

Cossato,   11 Ottobre   2016

*Papa Francesco : Laudato sì  – n° 10

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