Insegnamento Cellule n° 1 Gennaio 2018

”Tu sei il Figlio mio, l’amato …”   (Mc. 1,7)

Carissimi/e,

siamo all’inizio di un nuovo anno. Mi pare opportuno riprendere il Vangelo di domenica scorsa, festa del Battesimo di Gesù, perché in questo Vangelo ci sono indicazioni per come vivere il cammino che facciamo insieme. La festa del Battesimo conclude il periodo Avvento e Natale, dove la liturgia ci ha aiutati ad entrare nel mistero grande della nostra salvezza:  il Verbo di Dio si è fatto carne in Gesù di Nazareth. Questo mistero per noi cristiani pare scontato,  fa parte della nostra tradizione. Dobbiamo uscire da questo schema  per metterci di fronte ad una inaudita, anzi scandalosa azione di Dio che è stata quella di farsi Uomo per camminare con noi nella storia. Questo modo di comportarsi di Dio, dice S. Paolo, è “scandaloso per gli Ebrei”  e “pazzia per i Pagani”. E’ importante che anche noi cristiani percepiamo lo “scandalo”  di questo modo di comportarsi di Dio, lo scandalo di  questa pazzia di amore che  Dio ha per gli uomini.

Prendiamo allora il brano e leggiamolo attentamente Mc. 1, 7-11

In quel tempo Giovanni proclamava  ….” (v. 7)

Nella sua estrema concisione il racconto del Battesimo di Gesù, in Marco, è ricco di significati teologici. Gesù – dove qui compare la prima volta sulla scena – è presentato nella duplice dimensione del suo mistero: Uomo dalle umilissime origini (venne da Nazareth di Galilea –  “cosa può venire di buono da Nazareth?” ) e tuttavia proclamato Figlio di Dio. L’entrata di Gesù nella sua vita pubblica  viene accolta e salutata da Giovanni, un Profeta anomalo, grande (il più grande tra i figli di donna)  ma non riconosciuto dalle autorità religiose del suo tempo. Grande e umile.  Che accetta di essere quello che è: “non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali”.  Questo atteggiamento di Giovanni è l’atteggiamento che ogni credente deve avere nei confronti di Gesù.

Venne da Nazareth di Galilea ….” (v. 9)

Il Figlio di Dio si manifesta e si nasconde confondendosi con la folla che va a farsi battezzare da Giovanni. Questa folla era costituita da uomini di diverse condizioni sociali, per lo più gente del popolo che riconosceva di essere peccatore, di non osservare la Legge a volte anche di averne combinate di grosse e voleva purificarsi per poter essere in grado di accogliere il Messia che doveva venire. E’ molto significativo che Gesù si mescoli con questo popolo, indica  il senso di tutta l’incarnazione del Verbo di Dio:  entrare davvero nella nostra storia, condividere con noi l’esistenza;  non ha paura dei nostri limiti e dei nostri peccati , ma ci aiuta in un cammino di redenzione e di purificazione.  C’erano molti movimenti al tempo di Giovanni che volevano preparare la gente ad accogliere il Messia imminente, ma Giovanni era l’unico che diceva che la cosa importante era partire ciascuno da se stesso, dal proprio cuore e convertirsi.    Segno concreto di cambiamento di cuore e di mentalità (lo leggiamo nei vangeli paralleli)  era il compimento dei propri doveri e la disponibilità  a condividere con li altri i beni superflui.  Sottomettendosi al Battesimo di Giovanni e partecipando in tal modo al movimento di  rinnovamento e di conversione del suo popolo,  Gesù mostra di concepire la sua via come una via di solidarietà nei confronti degli uomini.  Non è un Messia accanto alla comunità ma in mezzo ad essa. Nel suo gesto di confondersi con la folla ed i peccatori in cerca di conversione è già nascosta quella logica che guiderà tutta la sua esistenza.

Vide aprirsi i cieli ….” (v. 10)

E’ il sogno dei Profeti,  la visione di Isaia: “O se tu squarciassi i cieli e discendessi!”  (Isaia 63,19). Noi siamo eredi  di un cielo lacerato, lacerato per amore. Davvero in Gesù la comunicazione con Dio è pienamente aperta, il cielo accoglie, come quando si aprono le braccia agli amici e ai figli. Aprire il cielo significa aprire speranza, farci guidare nelle  vie di Dio e nei suoi pensieri.

                                   “Tu sei il Figlio mio, l’amato  ….” (v. 11)

E’ il Padre stesso che  dice che Gesù è suo figlio, colui che rispecchia pienamente il suo modo di essere, la sua volontà, il suo amore per tutti gli uomini. In Gesù c’è la piena e più grande manifestazione di Dio all’umanità. Occorre davvero ascoltarlo, accoglierlo e seguirlo. Tutto il cammino cristiano e la vera realizzazione del nostro battesimo è camminare dietro a Gesù e fare diventare nostri il suo atteggiamento di piena disponibilità alla volontà del Padre.  Gesù è il centro della nostra fede, essere cristiani significa essere di Cristo totalmente. Anche nel nostro Battesimo si realizzano aspetti importanti avvenuti nel Battesimo di Gesù. Il cielo si apre, ci viene offerta una nuova prospettiva di vita veramente umanizzante e ci viene proposto un cammino che ci porta verso il cielo. Anche noi in Gesù diventiamo figli e figli amati. Il Battesimo celebra prima di tutto questo amore paterno di Dio per ogni uomo e ogni donna, un amore che vuole farci diventare  così belli da essere simili al Figlio suo.

Nel nostro Battesimo c’è il movimento del Natale che si ripete, Dio scende ancora, entra in me, nasce in me perché io nasca in Lui, nasca nuovo e diverso, custodendo in me il respiro del cielo. Ad ogni mattino, anche in quelli più oscuri, dobbiamo risentire la voce del Padre che nel Battesimo ci dice:  figlio mio, amore mio, gioia mia.

Il modo che Dio in Gesù ha scelto di salvarci non è certo quello che molti Ebrei (e forse anche noi) aspettiamo, di risolverci dall’alto i problemi, donarci con la bacchetta magica le cose che desideriamo, costringerci ad operare secondo una sua volontà prestabilita, ma è stata quella di farsi Uomo, camminare accanto a noi senza le vesti della sua gloria, della sua potenza e della sua forza. Prendere su di se  i nostri misfatti e le loro conseguenze e  rivelarci che ci ama immensamente. Ci indica così  la vera strada della salvezza che è ricambiare il suo amore e amarci come fratelli. Gesù il Figlio di Dio ci aiuta proprio a fare questo, camminando i mezzo a noi. Il nuovo anno sia un cammino con Lui.

Alcune domande:

 

  • Cosa mi dice il fatto che Gesù cammini con il popolo che andava da Giovanni Battista? Gesù con chi e in quale  situazione oggi cammina?
  • In Gesù il cielo si è aperto, quale è la mia comunicazione con Dio e che importanza ha Gesù nella mia preghiera?
  • Tu sei mio Figlio, nella mia relazione con Dio sento questo aspetto peculiare della nostra fede cristiana, cioè essere fratelli di Gesù e figli di Dio? E come si esprime nella vita?

Buona preghiera                                                                     Don Alberto

Cossato,  9 Gennaio 2018