Commento al Vangelo della XVI Domenica del tempo ordinario /C

 

Vangelo  Lc 10, 38-42 Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.

Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».  

 

 

 

PERCHE’ “NON LE SARA’ TOLTA”?
a  cura di Wilma Chasseur

 

 

“Una donna l’accolse”. Ecco l’inedito. Di solito era l’uomo a fare gli onori di casa.

E una donna si sedette ai suoi piedi per ascoltarlo, atteggiamento tipico del discepolo, riservato solo agli uomini, gli unici a poter essere discepoli. Ma Gesù sconvolge tutto e così facendo, scandalizza i benpensanti. Nel mondo ebraico e, ancor prima, in quello ellenistico, già alla nascita, ci si rallegrava se il nascituro era un maschio. Gli uomini non mangiavano con le donne; gli scribi affermavano che la Torah era meglio che andasse persa piuttosto che essere spiegata a una donna. Esclusa da azioni  cultuali ufficiali, nel tardo giudaismo, si verifica un ulteriore declassamento: la donna doveva limitarsi a rimanere in fondo al tempio, nell’atrio, in segno di separazione.

  • Chi è il vero discepolo?

Gesù esce completamente da questi schemi socioculturali: rivaluta le donne, ne guarisce molte, spiega loro addirittura la Scrittura. Quando si ferma a parlare con la samaritana, i farisei si stupiscono sia perché è una samaritana quindi una pagana, ma anche e soprattutto perché è una donna. Il Talmud insegnava che non bisognava fermarsi a parlare a una donna in pubblico. Alla luce di tutto questo si capisce dunque come Maria di Betania abbia colto al volo l’occasione di stare ad ascoltare un Rabbi – e che Rabbi! – che si degnava dare il suo insegnamento a una donna. E Gesù l’approva, rimproverando Marta che invece era distolta per i molti servizi. Non che non sia importante servire, ma ci sono priorità da rispettare. Gesù vuole prima essere accolto, ascoltato e amato, e poi servito. Questo atteggiamento di Maria che ascoltava il Maestro a bocca aperta, può essere riallacciato all’altro consiglio di Gesù: “beati quelli che ascoltano le mie parole e le osservano perché chi rimane in me porta molto frutto”. Il tralcio staccato dalla vite può anche avere successi strabilianti e scatenare folle osannanti e applaudenti, ma rimane ramo secco destinato ad essere gettato nel fuoco. Per portare frutto occorre fare come Maria che ascoltava il Maestro: la Sua parola è un seme con una forza straordinaria, se rimaniamo in Lui, i frutti saranno copiosi e abbondanti. Il vero discepolo è colui o colei che si mette docilmente all’ascolto senza critiche interiori e senza preconcetti.

  • Dove abita Dio?

Ascoltare il Signore vuol dire uscire da sé stessi, dalle proprie preoccupazioni per accogliere la Sua

Parola. Dio entra per invitarci ad uscire; Dio scende per invitarci a salire;  Dio passa per invitarci a metterci in marcia.

In un racconto dei chassidim il maestro chiede al discepolo: “Mi sai dire dove abita Dio?” E questi risponde sicuro: “Dio abita dappertutto, la sua gloria riempie l’universo”. Il Maestro scuote la testa e dice: “Dio abita là dove lo si fa entrare”. Anche il sole splende su tutto, ma se noi teniamo le tapparelle abbassate, nella nostra casa non entra. Dobbiamo aprire le tapparelle del cuore e allora saremo come Maria e saremo inondati dal Sole divino. E faremo l’esperienza della parte migliore che non ci sarà tolta. Mi sono chiesta: cosa significa questo “non le sarà tolta”? Significa che il servizio e l’attività sono legati alla condizione di quaggiù e passeranno con questa, ma la contemplazione è l’attività eterna relativa alla visione di Dio e quindi non ci sarà tolta perché questa costituirà la nostra vita eterna e non passerà mai.

  • Temo il Signore che passa

Già sant’Agostino diceva “temo il Signore che passa”, perché uno che passa, non è uno che è fermo: devi cogliere l’invito al volo perché poi sarà passato. Allora, come Abramo Gli aveva detto: “Non passare Signore, senza fermarti”, diciamo anche noi: non passare Signore, nella nostra vita, senza fermarti, senza che abbiamo avuto il tempo di riconoscerti, senza che abbiamo avuto il tempo di ascoltarti troppo presi dalle nostre preoccupazioni e affanni della vita, ma fa che ti accogliamo e ti riconosciamo come il nostro unico Signore e Maestro.

 

PENSIERO DELLA SETTIMANA

 

Cos’è la fede?

 

La fede è volare, è non temere mai, qualunque cosa accada.

“Dio  t’ha dato l’ali, Dio t’ha dato il vento e  l’aria;

ora tu, vola e và: questa è la fede” (Cerami).

 

                                                                                              WILMA CHASSEUR