Commento al Vangelo della V° Domenica di Pasqua /B

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Vangelo  Gv 15, 1-8
Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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QUANDO IL VIGNAIOLO E’ IL PADRE…
commento a cura di Wilma Chasseur

 

Siamo ancora sempre in campagna: superato il recinto delle pecore  siamo finiti nella vigna. E assistiamo ad una potatura tutta speciale, sia perché viene fatta da un vignaiolo assolutamente straordinario, nientemeno che il Padre celeste, sia perché a venir potata non è per niente la vigna che sta in campagna, ma quella che si trova nel nostro cuore. Potatura molto più proficua, ma anche molto più dolorosa, pure noi piangiamo come una vite quando il divino potatore ridimensiona la nostra vite … cioè la nostra vita. In questo Vangelo passiamo dalla vite alla vita, ma non basta essere potati per portare frutto: occorre rimanere uniti alla vite che è poi la vita del Signore.

  • Il grande invito

Il grande invito che ci fa oggi il  Signore è dunque di rimanere in Lui: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me”. Io sono la vite, voi  i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa”. E’ solo rimanendo in Lui che si porta frutto! Staccati da Lui, si possono anche fare cose portentose e avere successi strepitosi, ma si è come il ramo secco che viene buttato via e poi bruciato nel fuoco. Gesù ha portato il massimo frutto quando ha accettato di morire  sulla Croce della morte più infamante e ignominiosa. E l’ha fatto quando aveva un successo strepitoso; le folle gli correvano dietro: guariva i malati, risuscitava i morti e continuando ad esercitare i suoi poteri divini avrebbe potuto conquistare il mondo intero, ma ha preferito aderire alla  volontà del Padre e al suo imperscrutabile disegno di salvezza. Volontà salvifica per eccellenza, dalla quale è scaturita una salvezza universale: tutti se lo vogliono sono salvi, nessuno escluso!

  • Potature varie …

E questa potatura l’hanno vissuta un po’ tutti i discepoli e profeti sia del nuovo che dell’antico testamento. Mosè dopo la brillante carriera di vice-faraone in Egitto, fu spedito 40 anni a Madian nel deserto a pascolare il gregge di suo suocero. E quando ormai erano svaniti tutti i suoi sogni di fare il condottiero ecco che è pronto per farlo: dalla potatura è ormai spuntato il nuovo germoglio. Ci ha messo 40 anni per spuntare però adesso è bello robusto e Mosè può egregiamente assolvere al suo compito. Paolo dopo essere stato sbalzato da cavallo mentre andava a Damasco fu poi potato e spedito a Tarso, costretto per 10 anni a tessere tende, prima di essere pronto ad annunciare la buona novella e diventare l’apostolo delle genti.

 

  • Meravigliosa promessa!

Per non citare tutta la schiera di altri discepoli che hanno subito lo stesso trattamento, ma alla fine c’è per tutti una consolantissima promessa, diretta conseguenza del rimanere in Lui: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato”. Che meraviglia! Chiedete quel che volete!  Non  “chiedete che la Sua volontà sia fatta”, ma quel che volete! Qui, chiaramente non c’è più bisogno di precisare che sia fatta la sua volontà perché se rimaniamo in Lui, non possiamo volere altro che quel che Lui vuole: c’è la perfetta unione di volontà.

L’insistenza dei testi di oggi va dunque tutta sul “rimanere in Lui”, sulla comunione con Lui, fonte suprema e imprescindibile della comunione tra di noi. Se non c’è quella, cioè la prima, è illusione pura credere di realizzare la seconda, cioè l’amore universale verso tutti i fratelli e sorelle senza distinzione. “Senza di me non potete fare http:\\/\\/parrocchiasperanza.blog\\/wpa”.

PENSIERO DELLA SETTIMANA

 

Bussate e vi sarà aperto

 

Tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere. Tu che mi fai cercare concedimi di trovare. Tu che mi insegni a bussare, aprimi ti prego!”

(S. Anselmo d’Aosta)

                                                                                                          WILMA CHASSEUR

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