L’ASSOCIAZIONE “LA SPERANZA”
L’Associazione di volontariato “ La Speranza” nasce nell’anno 1997
Per agire meglio sul territorio e per dialogare con altre istituzioni il gruppo Caritas della Parrocchia di Gesù nostra Speranza di Cossato si costituisce anche in Associazione di Volontariato. Scopo dell’Associazione è quello di venire incontro a situazioni di povertà e di disagio, ispirati da principi di solidarietà umana ed evangelica, che ci rivelano “nell’altro” un fratello ed un figlio di Dio, con gli stessi diritti e doveri dei tuoi, ma con più difficoltà a viverli.
Si collabora con il Cissabo e con il Comune di Cossato, e a tutte le iniziative e istituzioni che operano sul territorio con lo stesso scopo. Si partecipa al coordinamento dei gruppi di impegno nella solidarietà, presenti sul territorio del Comune di Cossato.
Ecco alcuni servizi:
Il centro di ascolto della parrocchia della Speranza viene gestito da tre volontari che sono formati all’accoglienza.
Al centro affluiscono persone di etnia , credo e condizioni sociali diverse. Alcuni sono i così detti cronici che da anni restano in carico a vari servizi e associazioni e che la crisi li ha maggiormente penalizzati limitando loro l’ accesso ad un percorso di inclusione sociale ;mentre accresce la fascia di popolazione che determina le nuove povertà. Fino a due/tre anni fa la fascia prevalente annoverava i lavoratori di età adulta tra i 45/55 anni. Ora il target si è notevolmente abbassato e coinvolge anche i giovani sia che abbiano o meno esperienze lavorative o titolo di studio.
Esprimono la loro tensione, sono spaventate, sono persone come noi , avevano un lavoro, un reddito che pensavano sicuro per cui avevano acquistato la casa e l’auto con prestiti bancari . Andavano in vacanza e si permettevano dei piccoli agi. La crisi li ha colpiti duramente , quello che a loro in un primo momento sembrava una eco lontana della crisi nazionale, convinti che non avrebbe potuto colpire il biellese zona ricca e laboriosa , in realtà si è trasformata e purtroppo radicata nella peggiore prospettiva di disastro economico . Parlano così con il cuore in mano e le lacrime. Hanno perso la casa, l’auto è ferma perché non possono pagare bollo e assicurazione e tantomeno il carburante. Ma quello che spesso emerge è che la crisi economica è diventata anche la crisi famigliare e chi maggiormente ne risente sono i figli. Le coppie che scoppiano vivono comunque sotto lo stesso tetto perché non hanno i mezzi per avere due abitazioni e tantomeno per ratificare la separazione legalmente. Per lo più è il padre che se ne va ritornando in seno al nucleo di origine con la doppia squalifica: come genitore e come figlio.
Il problema principale di chi afferisce al centro non è tanto la sola risposta economica legata al pagamento delle utenze ma si aspettano che noi gli suggeriamo cosa fare , da chi andare al fine di riacquistare la propria dignità. Vogliono fortemente un lavoro, essere ricollocati, non importa a fare cosa, vogliono ridare un senso alla propria esistenza e riprendersi in mano la vita.
Noi ascoltiamo , empaticamente condividiamo ma raramente siamo in grado di soddisfare le loro aspettative. Durante i colloqui si approfondiscono le cose buone e importanti che nel tempo hanno realizzato e tutto ciò che oggi hanno di positivo ( laddove è possibile) e che nonostante tutto anche le terribili esperienze che stanno sperimentando possono essere capovolte e diventare per loro strumenti di crescita per una maggiore sensibilità e consapevolezza anche nei confronti degli altri. Chiaramente la Parrocchia interviene anche economicamente utilizzando criteri di priorità, e ogni richiesta viene valutata dal Parroco con l’ausilio di un gruppo di volontari. Si elargisce denaro o si pagano direttamente le utenze. Ma le risorse sono limitate e diventa sempre più importante lavorare in rete , mettendo in comune le informazioni e le risorse al fine di ottimizzare le risponde evitando sprechi oppure non risposte. Siamo consapevoli che nell’attuale scenario, solo attraverso una trasparente azione di confronto, di reciproca fiducia, di condivisione e la messa a disposizione delle risorse umane ed economiche nonché il coinvolgimento della comunità locale ci potrebbe permettere di trasformare il pensiero in azioni significative.
Il donare gratuitamente senza richiedere quel poco o quel tanto che uno potrebbe fare o dare a vantaggio di altri ci pare poco educativo. Dove è possibile è bene uscire da una logica di assistenzialismo o di pura carità. Stimolare chi è nel bisogno a darsi da fare, all’interno di una logica di solidarietà dentro la quale lui chiede di entrare, aiuta a crescere. E’ importante trovare una modalità affinché chi riceve possa ridare con azioni socialmente utili il suo contributo alla comunità .
Servizio accoglienza
Altra iniziativa che ci vede molto impegnati è il servizio di accoglienza a donne in difficoltà. Dall’anno 2000, quando abbiamo iniziato avremo accolto nei vari appartamenti che la Parrocchia ha affittato a questo scopo più di 3000 donne, chi per qualche giorno, chi per parecchi mesi. Alla fine del 1999 ci siamo trovati di fronte alle richieste di molte donne per lo più arrivate dai paesi dell’ Est (venute in Italia per fare le badanti) che non avevano ne casa ne lavoro. In quegli anni l’Economia girava bene ed era molta la richiesta di badanti per accudire persone anziane (in famiglia tutti lavoravano). Arrivavano donne in cerca di lavoro (e senza soldi) oppure alla ricerca di un nuovo posto di lavoro (normalmente licenziate a causa al decesso dell’anziano che custodivano, anch’esse senza soldi perché puntualmente spediti alla propria famiglia). Abbiamo allora affittato un alloggio, poi due, poi ce ne hanno offerto uno in comodato gratuito, da allora si sono cambiati diversi alloggi. Dal 2014 grazie al Cottolengo ci è stata offerta una grande casa in comodato gratuito in centro a Cossato. Inoltre continuiamo ad avere un alloggio in comodato gratuito ed un monolocale di proprietà della Parrocchia adibiti all’accoglienza. Alle ospiti chiediamo di rispettare un minimo di regole per permettere una convivenza positiva ed un offerta libera che si potrà versare quando riprenderà il lavoro (evidentemente se si ricordano)… All’inizio ospitavamo donne giovani, ora un po’ più attempate ed anche senza grandi prospettive di lavoro, ed alcune con evidenti problemi psichici… In questi anni la provenienza maggioritaria è stata dei paesi dell’Est, ma abbiamo ospitato donne di tutti i continenti: latino americane, nord africane, africa centrale, cinesi, bengalesi, ecc… Abbiamo ospitato anche alcune donne italiane mandate a noi dai servizi sociali o dai carabinieri o dalla polizia, oppure venute loro a chiedere perché in situazioni di grande difficoltà.
Le case di accoglienza sono tenute sotto controllo da volontarie, però nessuna vive con loro, le spese sono coperte dalla Parrocchia, dalle offerte delle ospiti, da contributi della Diocesi e qualche volta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. L’impegno delle volontarie è davvero grande e generoso. Oltre a seguire le donne nella convivenza si seguono per le cure, accompagnandole dal dottore, per visite specialistiche, nei ricoveri ospedalieri, nelle pratiche legali per i permessi di soggiorno, nella ricerca del lavoro…, si organizzano corsi di lingua italiana e corsi base per chi segue gli anziani. In questi anni abbiamo accompagnato anche alcune maternità, e abbiamo avuto anche alcuni decessi.
Siamo entrati in contatto con una realtà femminile molto variegata, con tanti colori e nell’insieme siamo testimoni di una umanità davvero generosa e carica di sofferenza… La maggior parte delle donne arrivano da situazioni famigliari ed economiche pesanti, sono qui per dare la possibilità alla propria famiglia di sopravvivere, sono qui per far curare un figlio od un marito ammalato, perché la loro famiglia è sommersa da debiti che non può pagare…, alcune hanno mariti irresponsabili e loro si fanno carico della sopravvivenza dei figli e di dare loro la possibilità di studiare, sovente si fanno carico anche dei nipoti. Altre sono qui per poter comprare alla famiglia la casa. Rinunciano per lunghi periodi a stare con chi amano per permettere a loro una vita dignitosa, sacrificando anni importanti della loro vita… Fanno qui un lavoro umile, molte volte davvero pesante, (pensiamo ai malati di alzheimer, agli anziani difficili… 24 ore su 24… ) non sempre ma molte di loro sono state importanti nelle nostre famiglie quando si sono verificate situazioni di particolare gravità. Un lavoro fatto con intelligenza, con amore, in famiglie non proprie, finalizzato all’amore della propria famiglia. Responsabilità, amore, capacità di sacrificio davvero grande, la Parrocchia ne è testimone.
L’Associazione poi si occupa di:
– Visite periodiche agli anziani ed ammalati, cercando di creare legami di amicizia, di solidarietà, ed anche di mutuo aiuto, nella misura in cui ciò è possibile;
- Distribuzione di generi alimentari a persone in difficoltà economiche, in modo particolare a famiglie con reddito zero; questa attività viene svolta in collaborazione con il “Banco alimentare”. (seguiamo più di 80 famiglie)
- Servizio vestiario a chi ne fa richiesta. Raccogliamo abiti dismessi e in qualche modo riordinati, li diamo a chi ne fa richiesta.
- Distribuzione di mobili usati.
Oltre all’aiuto concreto, scopo di questi servizi è quello di aiutare a crescere in capacità per diventare autosufficienti e poi quello di sviluppare rapporti di amicizia superando il limite dell’ aiuto “standard” impersonale burocratico. Questo è anche per noi volontari crescere, è una palestra per diventare sempre più capaci di amicizia e di attenzione.
- C’è poi il servizio doposcuola fatto con l’oratorio parrocchiale che lo organizza. E’ iniziato nel 1996 ed è continuato in tutti questi anni, esso vede annualmente coinvolti una ventina di giovani volontari per lo più studenti delle medie superiori e qualche insegnante in pensione. E’ guidato da un coordinatore che ha lo scopo di tenere i rapporti con le famiglie dei ragazzi, gli insegnanti, e di supplire eventuali assenze dei volontari, organizza per loro momenti di formazione. I ragazzi che usufruiscono sono circa 45 / 50 all’anno, almeno metà dei quali sono di origine di famiglie magrebina. Il doposcuola è riconosciuto dal Distretto Scolastico anche tramite una convenzione. Il servizio è gratuito ed i costi sono sostenuti dalla Parrocchia e fino l’anno scorso anche dalla Fondazione Cassa Risparmio di Biella.
- Si collabora con il Comune di Cossato nella gestione degli “orti solidali”; iniziativa che vuole coinvolgere disoccupati nel coltivare terreni messi a disposizione per ricavarne ortaggi, che vengono distribuiti a loro e l’eccedenza data al servizio freschi di Cossato della Caritas. Attualmente l’iniziativa ha visto l’inserimento di alcuni africani profughi ospiti della Cascina Aurora e si pensa l’inserimento anche di qualche utente del servizio psichiatrico. Si è in fase di cambiamento e ripensamento. L’Associazione “La Speranza” che attualmente fornisce la copertura assicurativa e giuridica chiede che l’iniziativa assuma una veste giuridica autonoma che rispetti la realtà del servizio.
Si sono inserite all’interno dell’Associazione alcuni utenti delle Rive Rosse (ragazzi down) , del servizio pschiatrico e della Giovanni XXIII di Lessona, inoltre alcuni anziani hanno chiesto di collaborare per dare senso al loro tempo sentito come vuoto, ed avere possibilità di relazioni. Sempre di più siamo sollecitati a inserire alla “macchina della Speranza” persone che hanno voglia di relazioni positive e di afre cose utili; del resto è esperienza di noi volontari che il donare tempo, soldi, preoccupazioni, non è impoverirsi ma arricchirsi…davvero la vita diventa più significativa! Ci pare questo una strada da percorrere sempre di più, un valore aggiunto. Anzi è anche nostra ambizione inserire le persone a cui diamo una mano nella dinamica dell’amicizia e della solidarietà dove il donare ed il ricevere sono aspetti sempre entrambi presenti e aiutano ad entrare in un nuovo modo di relazionarsi che fa bella la vita.
Segnaliamo in fine due gravi problemi, il primo sopracitato riguarda il lavoro che manca , non è possibile mettere delle pezze per lenire il bisogno di dignità e di autonomia delle persone e delle famiglie senza reddito: oltre un certo tempo e oltre un certo numero non è possibile andare avanti.
Altro problema: attualmente oggi a Cossato ci sono circa 100 immigrati in strutture che li proteggono (vitto, alloggio, pocket money) con le agenzie che li accolgono si tenta di coordinare una serie di interventi allo scopo di promuovere conoscenza, intercultura, amicizia ecc…
occorre per questo coinvolgere tutte le organizzazioni presente sul territorio.
Una volta però avuto il permesso di soggiorno (o se non lo hanno ottenuto) una buona parte di loro andrà altrove, ma è prevedibile che un certo numero rimanga qui a Cossato e dintorni senza più nessuna protezione, occorre pensarci fin da ora.
La Presidente
Elide Bruna Bussolino